[Tratto da: Dott. Giannandrea Gravisi, "Saggio di commento ai cognomi istriani", Pagine Istriane, Periodico mensile scientifico-letterario-artistico con particolare reflesso alla province dell'Istria. Annata V, 1907, Nazario Dottor de Mori, editore e redattore resp. Stabilimento Tipografico Carlo Priora (Capodistria 1907), pag. 179-197.]
Col lavoro che sta qui sotto io non ò l'intenzione (lo dice già il titolo) di offrire ai lettori uno studio completo sui cognomi istriani, cosa certamente di non facile attuazione; voglio soltanto mettere in rilievo alcune caratteristiche dei nostri nomi gentilizi. Forse la lettura di queste mie righe varrà ad invogliare qualche studioso più esperto di me a ritornare sull'argomento per darci alcunchè di completo ed armonico. Ma, avverto subito, le difficoltà in tal caso non sarebbero punto trascurabili. Anzitutto sarebbe necessaria una buona conoscenza delle lingue del paese, conditio sine qua non per ricerche di tal genere. Ed indispensabili sarebbero anche sode nozioni glottologiche e di storia provinciale e locale. Se a ciò poi si aggiunga la difficoltà di passar in rassegna tutti i cognomi di una provincia abbastanza vasta e popolata, si comprenderà di leggeri che un lavoro completo su tale argomento presenta delle serie difficoltà.
Noi consiglieremmo invece agli studiosi nostrani di prendere in disamina anzichè l'intera provincia, parti della medesima, singole città o comuni o distretti soltanto. In tal caso, specie se gli autori avessero a scegliere i territori a loro maggiormente conosciuti, le ricerche riescirebbero molto più perfette e complete. Si troverebbero argomenti interessantissimi, p e.: i cognomi italiani fra gli sloveni dell'Istria alta, oppure i cognomi italiani net territorio di Portole, oppure i cognomi rumeni nella Val d'Arsa superiore, oppure i cognomi rovignesi sparsi per l'Istria, oppure nomi locali derivati da nomi gentilizi italiani ecc. ecc. Invogliare i comprovinciali a ricerche di tal genere, ecco lo scopo precipuo del presente lavoretto!
Oltre alle gentili comunicazioni di amici e conoscenti, ai quali rendo qui publiche grazie, mi furono preziosa guida nelle mie ricerche alcuni lavori storici su singoli paesi della provincia; due di questi posseggono interi capitoli dedicati ai cognomi: «La storia doc. di Rovigno» del Benussi e «Isola e i suoi statuti» del Morteani. Per Rovigno mi servii inoltre di un [180] altro scritto del Benussi (1), per Capodistria dei noti opuscoli di Gedeone Pusterla. Anche da altre opere di storia patria ò spigolato qua e là importanti notizie (2).
Credo opportuno di far precedere alle serie dei cognomi alcunni cenni storico etnografici sulla nostra provincia, s'intende sempre tenendo d' occhio l'argomento principale.
Gl'Italiani dell'Istria sono i diretti discendenti degli antichi Istri, romanizzati completamente dai coloni che, dopo la gloriosa caduta di Nesazio (177 a. C), da Roma e dall'Italia affluirono nel paese e gli impressero quel carattere nazionale che nessuna prepotenza di avversari potrà mai cancellare; la loro lingua è nata dalla mescolanza dell'antico traco-celtico col latino rustico. Da tale mescolanza si sviluppò con l'andar de' secoli il dialetto istriano, che vivacchia ancora nell'Istria bassa, a Rovigno, Dignano, Valle, Fasana, Gallesano e Sissano: nel rimanente della penisola esso fu soppiantato dal veneto. Nulla quindi più ridicolo che l'asserire essere stati gli Italiani trasportati in Istria da Venezia: anzi è vero proprio il contrario. Quando i barbari ebbero saccheggiata la parte orientale dell'alta Italia e distrutta Aquileja, fra le genti che spaventate da tali incursioni si rifugiarono sulle isolette della laguna, dando origine a Venezia, vi furono anche molti Istriani; le cronache venete ci rammentano che 33 famiglie delle primarie dell'Istria (senza parlar delle altre) passarono colà, e furono tribunizie, cioè delle primitive. Di seguito se ne accrebbe il numero, ed arrivò fino a quello di 91 e ciò prima che l'Istria si fosse assoggettata al veneto dominio. Delle 674 famiglie patrizie venete adunque ben 91 (un settimo!) erano originarie dal nostro paese: queste ultime sono citate, a seconda delle città di provenienza, nello Stancovich (3).
Importazioni su vasta scala d'Italiani da noi ebbero luogo solo di rado: essi vennero per lo più alla spicciolata, ad eser [181] citar arti e mestieri o attratti dai commerci; vennero anche alcuni ghibellini fiorentini (Manchi), scacciati dal partito guelfo dei Neri (4). Abbastanza considerevole fu l'immigrazione dei montanari del Friuli (Cargneli), che durò fino ai giorni nostri ed era diretta nei villaggi dell'interno. Nelle città costiere invece, specie fra l'elemento marinaro, sono numerose le famiglie originarie da Chioggia.
Ora accenneremo ad alcune importazioni d'Italiani di maggior entità.
Nel 1561, essendo le campagne istriane quasi spopolate in seguito a guerre e pestilenze, il comune di Pola concesse ai bolognesi Leonardo Fioravanti, Sabba de Franceschi e Vincenzo dall'Acqua estesi tratti di terreno incolto e insalubre, con l'obbligo di ripopolarlo e coltivarlo. Essi introdussero in paese 124 famiglie di loro concittadini, i quali però in gran parte abbandonarono più tardi il territorio loro assegnato, specialmente, come dice lo Schiavuzzi, in seguito alle persecuzioni alle quali andavano soggetti da parte degli abitanti di Pola (5).
Nel 1627 la nobile famiglia veneziana Capello, posseditrice di Geroldía al Leme, vi trasportò le seguenti otto famiglie di contadini trevisani: Facchini, Zaninel, Pisatto, Fasinato, Sermioni, Franchetto, Basato e Fachinetto. Esistevano colà da prima le famiglie d'Elia, de Seja, Villan (6).
Nel 1628 venne ripopolato il territorio di Sanvincenti dai (Grimani di Venezia con coloni tratti dalla Dalmazia e dalla Trevisana; avanzi di questi ultimi sarebbero le odierne famiglie Follo, Ferlini, Morosini e Salambatti, sparse per la campagna (7). Nella seconda metà del secolo XVII furono trasportati dai Benedettini dell'allora esistente monastero di S. Nicolò d'Oltra coloni trevisani e friulani, i cui discendenti costituiscono tutt'ora la parte maggiore degli abitanti di quella [182] distesa di ridenti colli fra Muggia e Capodistria, chiamata la Val d'Oltra: vi predominano i seguenti cognomi: Colombin, Filippi, Fontanòl, Maràssich (8), Mauro, Milòc (9), Nòrbedo, Norello e Petruzzi.
Gli ultimi italiani venuti in massa da noi sono i friulani trasportati dal conte Bernardo Borisi nel territorio di Capodistria alla fine del secolo XVIII. Questi, che salvo rare eccezioni si sono conservati italiani, coltivano i terreni dei maggiori possidenti della nostra città. Ecco i loro nomi di famiglia (10): Angelini, Antoniutti, Apollonio, Argenti, Benedetti, Cheber, Cicutti, Corradin, Carèt, Danielutti, Fantini, (Gandusio, Giacomin, Lenardon, Loredan, Metton, Novèl, Pelòs, Petras, Rossetti, Viola e Zorzèt.
Lasciamo stare le poche migliaia di Rumeni e di Tedeschi che costituiscono da noi minoranze insignificanti, e veniamo agli Slavi, che abitano la parte maggiore delle campagne istriane. Le popolazioni slave dell'Istria sono o propaggini del blocco etnico che à il suo centro al di là dei confini naturali del paese o pur colonie trasportate da terre lontane: ai primi appartengono gli Sloveni ed i Croati, ai secondi i Morlacchi.
Gli Sloveni penetrarono stabilmente in paese verso la fine del secolo VIII, provenienti dalla Carniola: occuparono prima la Carsia e s'estesero un po' alla volta nelle sottostanti colline, fin circa al Dragogna. La prima protesta degl'Istriani contro la venuta degli Slavi, favoriti dai governatori franchi, fu fatta solennemente al placito del Risano (804). Nell'Istria orientale ritiensi che verso il 1000 abbiano preso stabile dimora i Croati, provenienti dalle isole del Quarnero e dalla Croazia; si estesero nell'Albonese, Barbanese e Pisinotto; nel secolo XII troviamo i primi nomi slavi dati a località istriane (11). I feudatari tedeschi della Contea di Pisino favorirono molto l'immigrazione di genti slave.
[183] Nel 1449 incominciano i trasporti di Morlacchi nelle campagne dell'Istria occidentale, spopolate in seguito alle pestilenze, alle guerre ed alla malaria. Erano essi un miscuglio di Dalmati, Bosnesi, Montenegrini, Valacchi, Greci ed Albanesi, fuggiti alle coste adriatiche all'avanzarsi del Turco. Venezia favoriva i trasporti di questa gente nelle deserte campagne dell'agro parentino e polese (12). Tali trasporti durarono fino alla seconda metà del secolo XVII; a i Croati ed i Morlacchi presi assieme formano i cosi detti Serbocroati.
Per i cognomi slavi vedi i copiosi elenchi del Tomasin (op. cit. a pag. 181). Numerosi sono poi fra gli Slavi i cognomi italiani; molti di questi coll'andar del tempo vennero risibilmente slavizzati; Bartolich, Benedettìch, Beninich, Bonifacich, Calegarich, Dessantich, Fornasarich, Furlanich, Gulantich, Marchesich, Romanich, Rossich, Soldatich ecc. E numerosi son pur d'altro canto gli Italiani con nome slavo; trattasi il più delle volte di famiglie che sono già italiane da secoli e che di slavo non anno più che il nome solo; non poche di queste vantano soggetti ch'ebbero a distinguersi nelle lettere e nelle [184] scienze nostre p. e. gli Stancovich, i Marsich, i Bencich, i Declencich ecc.
Come è naturale, non tutti i luoghi dell'Istria sono nelle medesime condizioni riguardo a purezza di cognomi italiani. In generale si può dire che i paesi alla costa sono in migliori condizioni che quelli dell'interno, quelli del continente in migliori che quelli delle isole del Quarnero. Le città o borgate, che per la loro posizione geografica sono chiamate già dalla natura ad essere il centro politico e commerciale di una zona molto estesa di campagna, anno maggior copia di nomi gentilizi slavi di quelle orograficamente più protette. Rarissimi sono quindi i cognomi non italiani ad Isola, a Pirano e a Rovigno, più spessi a Capodistria, a Parenzo e a Pola (13); nell'interno danno prova della loro purezza nazionale anche coi cognomi Buje, Grisignana, Portole, Dignano e Valle. Invece Montona, Pinguente, Pisino e Albona, circondato come sono da vastissimo territorio preponderantemente slavo, anno maggior copia di cognomi non italiani. La stessa regola vale anche per i luoghi di minor importanza. Delle città al Quarnero, Veglia è la più pura in fatto di cognomi.
Ad onta di tutto ciò la purezza dei cognomi non è ancora un indice sicuro per stabilire, in un paese etnicamente misto, la nazionalità di un dato luogo; quantunque contino maggior copia di cognomi slavi, Parenzo è altrettanto italiana quanto Isola, Montona ed Albona quanto Buje e Dignano e così via.
Ma se da soli i cognomi non bastano a formar un giudizio esatto sulle attuali condizioni etnografiche di un paese, essi ie qui nessuno vorrà negarcelo), sono in grado di dirci quale sia il substrato etnico di una data popolazione, quali schiatte e in quale misura contribuirono a l'ormarla; essi sanno anche indicarci dove esistette un'oasi linguistica e possono con abbastanza precisione segnarne i confini. Da questo punto di vista preso, lo studio dei cognomi può assumere, secondo noi, un carattere altamente scientifico. Esaminando i nostri nomi di famiglia, noi vediamo che l'immigrazione di slavi su territorio linguistico italiano fu di differente intensità a seconda de' tempi [185] e a seconda de' luoghi; talvolta nulla, talvolta piccola, talvolta abbastanza intensa; ci è dato anche di imbatterci in paesi italiani, dove gli abitanti hanno in maggioranza cognomi slavi: che in tal caso trattisi di una popolazione slava italianizzata sarebbe ben ridicolo il negarlo! La presenza di numerosi nomi locali derivanti da nomi gentilizi italiani (14) in territorio linguistico preponderantemente slavo, si avverte d'altro canto trattarsi colà di nostri connazionali ora in parte o completamente slavizzati.
Avvertimento. Nei seguenti capitoli prenderemo in disamina solo i cognomi italiani; l'occuparci anche di quelli slavi oltre che essere superiore alle nostre forze ci condurrebbe troppo lontano: esclusi sono pure quelli di famiglie delle altre province italiane dell'Austria e del regno d'Italia, dimoranti in Istria. Come è facile a comprendersi, non abbiamo elencato tutti i cognomi degli Italiani dell'Istria, bensì i più comuni e più caratteristici. Fu fatta eccezione solo per quelli derivanti da nomi od aggettivi geografici, che sono, almeno per quanto stava in noi, al completo; trattandosi di questi, abbiamo accennato (nelle note) anche a famiglie estinte. Per maggior intelligenza del lettore i cognomi sono suddivisi, a seconda dell'argomento, in 3 gruppi maggiori, che assieme ad alcune considerazioni formano tre differenti capitoli.
Capitolo primo: I suffissi.
Rispetto ai suffissi o desinenze, i cognomi italiani dell'Istria appartengono al gruppo veneto-friulano; l'affinità etnica del nostro popolo con quello dell'Italia settentrionale-orientale, i molti secoli del dominio della gloriosa Regina dell'Adria sulle nostre terre, le molteplici relazioni che noi [186] abbiamo avuto sempre col Friuli, con Venezia e con tutto il Veneto, contribuirono a dare tale carattere ai nostri cognomi,. Prevalgono quindi i suffissi ini, etti, etto, ello, utti, ussi, uzzo, oni, aro, ani, i quali, eccetto i due ultimi, sono altrettanti diminutivi, vezzeggiativi ed aumentativi; numerosissimi sono anche i cognomi tronchi (in, on, an) e quelli terminanti in is, pretti friulani. Mancano invece quasi del tutto i cognomi che tradiscono l'origine longobarda o germanica in generale, pur abbastanza numerosi nell'alta Italia e nella Toscana (15); mancanza quasi assoluta delle forme predominanti nell'Italia centrale (16), nella meridionale e in Sicilia (17).
Confrontando le varie parti dell'Istria fra di loro ò trovato che nel sud i suffissi uzzo ed icchio sono più numerosi che nel centro e nel nord; altre differenze importanti credo non ne siano.
Suffissi ini: Bazzarini, Beltramini, Boccasini, Gambini, Gorzalini, Manzini, Manzolini, Migliorini, Perini, Urlini, Vergottini, Ventini, Venturini (18) ecc. e poi moltissimi diminutivi di nomi propri, che sono citati nel prossimo capitolo.
E ancor maggiore è il numero dei cognomi tronchi, cioè con l'apocope della i finale; è la forma più in voga in tutta l'Istria: Baichin, Ballarin, Bonassin, Bonin, Boschin, Brandolin, Budicin, Burlin, Carrin, Cherin (Querin), Deltin, Derin, Driolin, Fantin, Fiamin, Fiorin, Gerin, Giachin, Manzin, Maraspin, Marin, Morin, Muscardin, Nigrisin, Palin, Passin, Perentin, Pontin, Pulin, Rabusin, Reganzin, Sabbadin, Santin, Serraschin, Talatin, Tosolin, Turrin, Varin, Zecchin, Zettin, Zubin.
In is, pure numerosissimi: Bollis, Clapis, Colombis, Daris, Fabris, Fiorencis, Gottardis, Laganis, Lucis, Menìs, [187] Misdaris, Mitis, Niclis, Pergolis, Petris, Prencis, Punis, Rainis, Rodinis, Rois, Solis, Trolis, Vidonis.
In etti, etto, anche numerosi: Bonetti, Carpenetti, Cassetti, Dongetti, Fioretti, Moschetti, Orsetti, Solvetti, Toffetti, Toffoletti; Busetto, Cocchietto, Da pretto, Nichetto, Pachietto, Paludetto ecc. pochissimi tronchi: Curet, Postel, Vecchiet, Zorzet.
In elli, ella, ello, anche numerosi: Baselli, Dinelli, Mazzarelli, Patelli, Rastelli; Bagatella, Ventrella, Verginella, Zanghirella; Cesarello, Mantello, Novello, Pizzarello, Sorgarello ecc.
Pochi in one, oni: Sansone; Bnttignoni, Calioni, Caredoni, Faregoni, Manzoni, Marinoni; moltissimi invece i tronchi: Bordon, Bulfon, Danelon, Delton, Grison, Maraston, Mitton, Sason, Tribusson, Vareton, Zuccon.
I cognomi terminanti in ano, ani, an sono raccolti in buon numero, nel capitolo terzo; qui ne citeremo alcuni altri: Bigliani, Canciani, Cruciani, Damiani, Lugnani, Morteani, Predonzani; Corsano, Gonano, Vorano; Broredan, Busan, Circian, Cirran, Clean, Dean, Furian, Galvan, Marzan, Pagan, Rossian, Russignan.
Abbastanza numerosi quelli in ussi, uzzi, uzzo: Benassi, Candussi, Calussi (anche Calucci e Caluzzi), Lirussi; Cuzzi, Iacuzzi, Schiavuzzi; Comuzzo, Gropuzzo, Marinuzzo, Peruzzo, Veneruzzo ecc. Tronchi pochi: Petrùs, Pizzamus.
Numerosi quelli in aro, ari, àr, èr, ori, òr, riferentisi quasi sempre ad arti e mestieri (vedi Cap. seg.).
Non molto frequenti quelli in azzi, azzo, assi, às: Coradazzi, Popazzi, Tolazzi; Antoniazzo, Caenazzo, Maserazzo; Baldassi; Dapàs, Godàs, Monàs, Mismàs, Moimàs.
Lo stesso dicasi di quelli in otti e otto: Bertotti, Marotti, Pontotti, Zarotti; Massarotto, Pivirotto, Vascotto; alcuni tronchi: Candid, Disiòt, Fontanòt, Meòl, Pertòt, Picòt.
In utti, atto, oltre ad alcuni che citeremo nel prossimo capitolo, abbiamo notato: Canfarutti, Franzutti, Mazzalutti, Minutti, Piutti; Manzutto.
Non pochi in ati, ato: Boccati, Previati; Bregato, Campanato, Covazzato.
Numerosi, specie nell'Istria inferiore, riscontransi i cognomi terminanti in icchio: Barcaricchio, Carbucicchio, [188] Castellicchio, Capolicchio, Draghicchio, Matticchio, Pastroricchio, Scampicchio, Tarticchio, Zadaricchio e qualche altro.
Abbiamo alcuni suffissi ièr: Ruzzier (Ruggero), Venier, Verdier, Vernier, Verzier (Vergerio), Zanier.
Pochissimi atti, atto: Borsatti, Bratti; Barzellatto, Bigatto.
Ch'io mi sappia, nessuno olli e pochissimi òl, iòl: Biasiol, Mazzarol, Mengaziol, Zampriol.
Pure pochissimi ante e anti: Aquilante, Bellante, Bradantante, Fioranti, Morgante, Revelante.
Pochissimi isi, forse i soli Borisi e Gravisi.
Alcuni cognomi terminano con vocale accentuata: Abbà, Barnabà, Bernè, Malusà, Salò, Sbisà, Steffè.
Poco frequenti sono pure i suffissi alda, aldi, aldo, ardi, ardo ecc. (vedi pg. 186): Bonaldo, Gariboldi, Gavardo, Giraldi, Grimalda, Rinaldi, Sgagliardi.
Capitolo secondo: Il significato.
In questo capitolo seguirò, con alcune modificazioni, il metodo adottato dallo Scarlatti (19); prenderò cioè per base le etimologie e disporrò i cognomi a seconda della loro comunanza d'origine e di significato.
È facile a comprendersi che, trattandosi di una sola provincia e per di più non abitata solo da italiani, i singoli gruppi non offriranno quella copia di materiali che offrirebbe uno studio p. e. su tutto il regno d'Italia. Fra noi predominano i cognomi derivati da nomi personali, da arti e mestieri, da qualità morali e fisiche e quelli derivati da nomi od aggettivi geografici; numerosi sono pure i cognomi d'etimologia incerta od ignota (20). [189]
Una prima fonte adunque dei cognomi sono i nomi personali che, trasmettendosi di padre in figlio, facilmente si cambiarono in gentilizi; eccone alcuni: Agostini; Albertini; Angeli, Angelini, Tolto (21); Almerigotti; Antonini, Antonelli, Antoniazzo, Dettoni, Tonetti; Bartoli; Battistella, Hattistin; Benedetti, De Betto (22); Bernardis, Bernardelli, Bernardon, Debernardi, Dellabernardina; Biagini; Carlini, Decarii; Corradini; D'Ambrosi; Danelon, Danielutti; Deluca; Filippi, Filippini, Filiputti; Franceschi, Franceschini, Defranceschi, Cecco, Cecconi; Gabrielli; Gasperini, Gasperutti; Giacomin, Giacopelli; Giorgini, Giorgis, Degiorgio, Dezorzi, Zorzet; Giovannini, Gianelli, Gianolla, Zanetti, Zanettin, Zanelli, Zanel, Zanella, Zuanelli, Dellizuani; Gregoretti; Lazzarini; Lorenzini, Lorenzetto, Lorenzutti; Léonardis, Leonardelli, Lenardon, Linarduzzi; Maddalena; Marchetti, Marcon, Demarchi; Martinnzzi; Mauro; Marin, Demarin; Paolini, Pauluzzi; Pieri, Pieruzzi, Delpiero; Rigo (Arrigo); Rinaldi; Rocco, Derocchi; Razzièr; Salomon; Sandri, Sandrin; Simonetti; Stefani, Stefanutti; Tomasi; Ubaldini, Baldini; Vittori; Zaccaria; Zuliani.
A questo gruppo panni opportuno aggiungere alcuni cognomi formati da due nomi personali o da un nome personale unito ad altra parola qualunque, p. e.: Depicolzuane, Fragiacomo, Pierobon, Valdemarin, Zandegiacomo, Zamarin, Zanfabbro, Zangrando.
Un secondo gruppo di cognomi si può formare con quelli derivati da professioni, arti e mestieri: Balestrier; Bottegaro, Calegari, Cancellier, Carbonaio, Crirellari, Del Mistro, Dell'Oste, Dell'Osto, Del Fabbro, Fabbro, Fabretto, Farretto, Facchin, Facchinetti, Fattor; Ferrari, Fornari, Fornasaro, Fornasari, Fornasar, Marangon, Marzari, Pagliaro, Pelizzaro, Pelizzèr, Pettenèr; Sartori, Sartoretto, Segàr, Seghèr, [190] Strolego, Tagliapietra, Tessèr, Tesserin, Tessaris, Tessaròlo, Zago, Zappadòr.
Affine al gruppo precedente è quello che si potrebbe formare dai cognomi derivati da gradi e dignità ecclesiastiche, celesti, feudali e militari; p. e.: Chierego, Chierighin, Abbà, Vescovo, Devescovi, Apostoli, Angeli, Angelini, Cherubini, Dessanti, Divo; Signori, Signoretto, Signorelìi, Castellani, Paladin, Barone, Delconte, Marchesi; Caporalin, Soldà, Tamburin.
Utensili ed oggetti d'ogni sorta: Balanza, Balanzin, Balestra, Bandiera, Bronzin, Cuenazzo, Corazza, Corda, Della Piccca, Deponte, Lera, Luchetto, Pianella, Rodella, Scarpa, Spagnoletto, Spongia, Sponza, Tavolato, Tromba, Zattera.
Piante, fiori e frutti: Castagna, Cicuta, Cipolla, Fiori, Fioretti, Florido, Fioranti, De Flora, Foglia, Formenton, Palma, Rovere, Salata, Sorbola, Sorgo, Viola, Zucca.
Ricco pure il gruppo composto da nomi di bestie (23): Basilisco, Cupon, Cicogna, Colombin, Colambis, Gallo, (Grio (Grillo), Moscon, Palombella, Polla, Polesini, Sauro, Volpi.
Ricco è il gruppo di cognomi derivati da qualità morali: Amoroso, Bon, Contento, Cortese, Delcaro, Della Saria, D'Onorà, Fedele, Galante, Gentili, Modesto, Nobile.
Colori: Bianchi, Bianchini, Biondi, Bruni, Brunelli, Brunetti, Candido, Delmoro, De Mori, Moretti, Negri, Neri, Rosso, Rossi, Rossetti, De Rossi.
Qualità fisiche: Bassa, Bassi, Basso, Belli, Del Bello, Curto, Longo, Delzotto, Gobbo, Degobbis, Grassi, Degrassi, Pelòs, Pesante, Piccoli, Rizzi, Rizzo, Vecchi, Zigante.
Casa e accessori: Casa, Corte, Cortiro. Piazza, Scala, Solaro, Solari.
Oro-idrografia, geologia e mineralogia: lamarina. Monte, Monti, Valle, Vallon, Dellavalle: Argenti, Calcina, D'oro. Ferro, Della Marna, Dellapietra, Depiera. [191]
Fenomeni atmosferici: Bonazza, Bontempo, Farento, Garbin, Tramontana.
Mesi e numeri: Gennaro, Zennaro, Agosto; Deotto, Quaranta, Quarantotto (24).
Nomi di cose astratte: Fortuna, Forza, Speranza.
Numerosissimi sono i cognomi composti (vedi anche gruppo 1): Acquarita. Barbarossa, Basadonna, Beltrame, Bennati, Benvenuti, Benregnù, Bevilacqua, Bonafin, Bonaluce, Bonano, Bonifacio, Boninsegna, Bonivento, Buoncompagno, Fiordelmondo, Malusà, Nassiguerra, Pettorossa, Fettaròs, Poht.
A questo capitolo aggiungeremo alcuni cognomi che ricordano la storia romana ed italiana e l'epopea carolingia: Apollonio, Bruti (25), Cassio, Cesare, Costanzo, Latin, Petronio, Pilato, Romano, Valente; Bembo Dandolo, D'Este, Loredan, Medici, Morosin, Tiepolo, Venier; Bradamante, Orlando, Morgante.
E abbastanza grande è il numero di quei cognomi che non sapremmo a qual gruppo aggiungere; ne citeremo alcuni di comunissimi : Artusi, Baseggio, Borri, Bubba, Candussio, Castro, Chicco, Cimador, Clera, Decleva, Comisso, Corrente, Corra, D'Agri, D Andri, Delise, Depase, Deprato, Drioli, Ferranda, Festi, Fonda, Franza, Frezza, Gandusio, Genzo, Ghiro, Mamolo, Marchio, Martissa, Mecchia, Miani, Mistaro, Mondo, Moscarda, Moro, Morio, Nòrbedo, Nordio, Papo, Paruta, Pase, Penso, Radico, Raralico, Rismondo, Riosa, Robba, Rossanda, Rota, Salragno, Sambo, Sansa, Stradi, Tamaro, Triscoli, Zaro, Zetto ecc.
Capitolo terzo: Cognomi derivati da nomi ed aggettivi geografici.
Poche province italiane (forse nessuna) contano tanta copia di cognomi derivati a questo modo quanto l'Istria; tale [192] fenomeno è in stretta connessione con le vicende storiche del paese.
Decimata la popolazione nostra dalle guerre, dalle pesti e dalla malaria, Venezia e gli Arciduchi introducevano in grandi masse coloni forestieri ; dei neovenuti, specialmente quelli che si stabilivano nelle città venivano dagli indigeni denominati secondo il luogo di loro provenienza. Paura delle incursioni delle genti della Contea su territorio veneto, ma più ancora la sgradita vicinanza dei nuovi coloni (genie per lo più barbara e feroce) inducevano gli abitanti delle borgate interne a rifugiarsi nelle città meglio fortificate della costa. Fra quest'ultime primeggia Rovigno, la quale, perchè isola (26) e ben murata, offriva sicuro ostello ai fuggiaschi istriani, che parimenti venivano designati a seconda dei loro luogo natio. È a dirittura sorprendente il numero di tali cognomi esistenti nel secolo XVI a Rovigno. Il Dr. Benussi in una sua pregevole publicazione da noi già citata a pg. 180 li riporta tutti e la serie è veramente interessante (27). Naturalmente non poche di queste famiglie sono estinte o anno assunto un altro cognome. Capodistria (28) e Isola (29) anno pur esse gran copia di si fatti [193] cognomi, però in stragrande maggioranza derivati da città d'Italia; numerosi sono essi pure a Pirano (30), a Parenzo, a Portole e si può dire dovunque nell'Istria; ne abbiamo raccolti 89 ma ne saranno probabilmente degli altri (31). In maggioranza sono nomi di città italiane (32), specie del Friuli e del Veneto; [194] în seconda linea viene l'Istria; poi la Dalmazia, l'Albania, la Grecia ed altri paesi. Ci atterremo a tale suddivisione (33).
a) Dal Veneto, Friuli orientale e Trentino
Altin (34), nei dintorni di Grisignana.
Bassàn (35), a Laurana.
Bassanese, nei dintorni di Portole.
Battaia (36), a Cherso.
Buranello (37), a Rovigno.
Cella (38), a Cherso.
Dalla Motta (39), a Rovigno.
Da Vanzo (40) a Pirano, Cittanova e Rovigno.
Dalla Venezia, a Capodistria ed Isola.
De Caneva (41), a Visignano.
D'Estè, a Capodistria ed Isola.
D'Udine, a Isola.
Fulin (42), a Rovigno.
Furlani, a Santa Domenica di Albona.
Gortàn (43), Dignano, Pinguente ed altri luoghi dell'interno.
Liòn (44), a Pirano. [195]
Lughi (45), a Portole.
Mestre, a Parenzo.
Monfalcon, a Parenzo.
Morgàn (46); nel comune di Corte d'Isola e di Canfanaro vi sono due ville abitate da famiglie di tal nome.
Padovàn, a Capodistria e Cittanova.
Pavàn (abbreviazione di Padovan), a Pirano e Rovigno.
Pinzan (47), a Parenzo e nella villa Pinzani di Montreo (Montona).
Trevisàn, a Dignano, Buie ed altri luoghi.
Torcello (48), a Grisignana.
Verla (49), a Dignano.
Veronese, a Pirano.
Visintin(i), a Portole e dintorni. È nome comunissimo nel Friuli orientale.
b) Da altre parti del regno d'Italia
Bergamasco, a Dignano.
Bergamo, a Sanvincenti.
Bologna, ad Isola.
Colognin, a Cherso.
Cassano (50), a Montona.
Fiorentin, a Veglia.
Ferrarra, a Dignano, Rovigno e Sanvincenti.
Ferrarese, a Dignano.
Gavardo (51), a Capodistria.
Marchesan (Marchigiano), ad Isola. È nome comunissimo a Grado. [196]
Mantoran, in più luoghi dell'interno (Pédena, Sovignaco).
Parma, ad Isola.
Perusino, a Parenzo.
Pesaro, a Capodistria ed Isola.
Piacentini, a Capodistria.
Piemonte, a Rovigno.
Pisani, a Valle.
Pugliese, ad Isola.
Romano, a Capodistria.
Ravenna, a Rovigno.
Salò (52), a Pirano.
Toscàn, a Villa Decani presso Capodistria.
Trani (53), a Pirano.
c) Dall'Istria
Bogliun(o), a Sissano.
Bri(v)onese, a Rovigno.
Chersan, nei dintorni di Dignano.
Chersin, a Pola e Fasana.
Dapiran, a Rovigno.
Dapinguente, detto.
Dapisin, detto.
Daveggia (Daveglia), detto.
Grimalda, a Portole, Grisignana, Maresego ed altri luoghi dell'interno.
Medelin (Medolino), a Rovigno e a Gallenano.
Muggia, a Rovigno.
Mujesan (Muggesano), a Pirano.
Novacco, ad Umago.
Parentin, a Cittanova.
Parenzan, a Pirano.
Torre, detto.
Vallese, a Rovigno.
d) Dalla Dalmazia, Albania e Grecia
Albanese, a Rovigno e a Parenzo.
Alessio (54), a Capodistria. [197]
Cattaro, a Pisino e Albona.
Ciprian, a Rovigno.
Cipriotti, a Dignano.
Dalino (55) (da Lemno), a Rovigno.
Dazzara, detto.
Decandia, a Veglia.
Melada (56), nella campagna di Cherso.
Premuda (57), a Lussinpiccolo.
Ragusin, detto.
Zaratìn, a Rovigno (v. anche Zadaricchio a pg. 188).
e) Da paesi diversi
Castiglia, ad Umago.
Crevato, a Buje.
Crevatin, cognome molto frequente in Istria, specie fra gli Sloveni.
Grego, a Rovigno e Orsera.
Lubiana (58), a Visinada e Verteneglio.
Tedeschi, ad Orsera.
Tedesco, nel comune di Lazzaretto presso Capodistria.
Turco, nel comune di Villa Decani ed altri dei dintorni di Capodistria.
Zagabria, a Fianona.
Note:
[180] «Abitanti, animali e pascoli in Rovigno e suo territorio nel secolo XVI». Atti e Memorie della Soc. istr. ecc. ecc. II, 1° e 2°, Parenzo 1886.
p. e. Camillo De Franceschi, La popolazione di Pola nel secolo XV e seguenti. Trieste, Caprin
«Biografia degli uomini distinti dell'Istria», Capodistria 1888. Pgg. 456-460.
[181] Vedi B. Schiavuzzi, Cenni storici sull'etnografia dell'Istria, Atti e Memorie ecc. XVIII, 1° e 2° pg. 75 e segg. — P. Tomasin, Die Volksstämme im Gebiete von Triest und Istrien, Trieste 1890); in questo lavoro si trovano citate le principali famiglie, istriane provenienti da Venezia, dal Friuli, dal resto d'Italia e quelle d'origine locale; quest'ultime sono di gran lunga le più numerose.
Schiavuzzi, op. cit. pgg. 100 e 101.
Carlo De Franceschi, L'Istria — Note storiche, Parenzo, 1879, a pg. 366.
Carlo De Franceschi, op. cit. pg. 366.
[182] La slavizzazione di questo nome friulano è recente; i Marassich, detti Barisoni, conservano come gli altri Valdoltrani, assieme alla lingua, il tipo prettamente, italiano.
[Il nome Milòc o Milòcco è comunissimo nelle Basse friulane, a Palmanova e a Udine.
Li trascrivo dal lavoro di Gedeone Pusterla (A. Tomasich), «Famiglie capodistriane esistenti nel secolo XVI», Capodistria, 1886, pg. 21 e 22.
Carlo De Franceschi, op. cit., pg. 351.
[183] Camillo De Franceschi, nel suo ultimo lavoro, citato a pg. 180, ci dà una chiara idea della slavizzazione della Polesana. Ancor alla metà del sec. XV Medolino era quasi esclusivamente abitata da indigeni, cioè da italiani; dei 197 cognomi di persone vissute colà fra il 1441 e il 1527, gli slavi saranno al massimo una decina; vi predominano i seguenti cognomi: Ambroxi, Aneda, Beltrame, Bertoli, Bevilaqua, Del Caro, Corvolini, Draxeli, Della Vecchia, Ferro, Germani, Guarneri, Luciola, del Matana, Paladini, de Vidal. Piccolissima fu l'infiltrazione slava per tutto il sec. XV fra gli abitanti di Momarano, Castagno, Arano, Orzevano e Marana: nessuna o quasi a Gallesano, Lisignano, Fasana, Peroi, Sissano e Pomer. A Peroi l'antica Pedrolo) ripopolata nel 1658 da coloni montenegrini, esistevano nel secolo XV le seguenti famiglie: de Antignana, Balifava, Bertaldon, Bisca, Hiverius, Cosso, Danucoli, de Daria, Della Pergola, Fasculini, Gignata, Gorlato, de Lindàr, Pasquini, Sani, Scincha, Schinella, Severi, Toti, Trulla e Zurloto. Soltanto Lavarigo e Stignano, due villette di pochi fuochi per ciascuna, appaiono ripopolate già al principio del Quattrocento da Schiavoni e Morlacchi di Dalmazia. La terribile pestilenza del 1527, che decimò la popolazione di Pola, fu probabilmente la causa della distruzione di Arano, Orzevano, Castagno e Marana, che più non risorsero dalle rovine. L'ultimo importante trasporto di slavi avvenne nel 1658, come già accennato, a Peroi; cosicchè nel corso di un secolo o poco più si mutò in gran parte il carattere nazionale della polesana: soltanto in tre ville perdurò e perdura ancora l'elemento indigeno italiano, cioè a Fasana, Sissano e Gallesano.
[184] L'accentramento di tante autorità militari à causato un po' di confusionismo nei cognomi di questa città.
[185] Ecco alcune di queste località a seconda dei rispettivi comuni: Albona: Cargnelli, Cicuti, Cumini, Mattiuzzi, Spagnoli; Antignana: Danieli, Fattori, Grimani, Lizzardi; Barbana: Batelli, Borini, Fumetti, Quaranti; Buje: Contarini, Musolini; Canfanaro: Morosini, Morgani, Dignano: Bonassini, Brusini, Maruzzi, Zucconi; Gimino: Battistini, Carnevali, Festi. Galanti, Luciani, Milanesi; Grisignana: Altini, Armani, Burri, Calcini, Cortinari, Mengotti, Pisoni, Reganzini, Vigini, Visintini; Montona: Caligari, Fedeli, Ferri, Fiorini, Paladini, Ziganti; Orsera: Perini, Pertinazzi; Pinguente: Carli, Gorelli, Lucchini; Pisino: Ballarini, Baroni, Cesari, Deltini, Facchini, Fattori, Fornasari, Franzini, Lanzi, Marcozzi, Marzari, Parisi, Pilati, Segari, Sergi, Ziganti; Portole: Rallini, Beninici, Bonazzi, Boschini, Castellani, Freschici, Foschici, Grimaldi, Iacuzzi, Mocenighi, Passini, Pighini, Visintini, Zubini; Sanvincenti: Marchetti, Tofolini; Umago: Cipriani, Gezzi; Visignano: Farini, Gasparini, Mainenti, Milanesi, Raffaelli.
[186] Eccone alcuni: Beroaldo, Berti, Bertoldi, Broccardi, Ellero, Epplrro, Ghisleri, Girardi, Graighero, Gropiero, Longobardi, Martinenghi, Prampero, Rodighiero, Solinibergo, Tibaldi ecc. ecc.
p. e.: Antoniucci, Angelucci, Bartoccini, Bartolucci, Cartocci, Cocconcelli, Fantucci, Lancelotti, Marcucci, Santucci ecc. ecc.
p. e.: Cappuccilli, Cifariello, Di Cagno, Di Nicolò, La Macchia, Laruffa, Lapiccirella, Loffreddo, Loperfido, Lorecchio, Lorusso, Pasulli, Petrilli ecc. ecc.
Significa anche soldati di ventura; vedi in proposito D. Venturini, La guerra di Gradisca, Capodistria, 1905, pg. 53.
[188] A. Scarlatti. I cognomi, in «Minerva, Rivista delle riviste» Roma, A. XIII, 1903, N i 37 e 39. Vedi anche G. Flechia, Di alcuni criteri per l'originazione dei cognomi italiani. Roma. Reale Accademia dei Lincei, 1878.
A Capodistria in fatto di cognomi si osservano alcuni strani fenomeni: certe famiglie ànno assunto, con l'andar degli anni, un altro cognome che, spesso corrisponde all'antico sopranome; gli Utel {utello, forse da otricello, è parola usata in Toscana ad indicare un piccolo vasetto di terra cotta eràno un tempo Bertuzzi, i Filippi Musella, i Sandrin Garella, i Visentini Pozzo; alcuni nomi di famiglie estinte sorvivono ancora quali sopranomi; p. e.: Bassin, Crota; certi sopranomi, p. e. Cassòn, Burlin sono contemporaneamente anche cognomi.
[189] Totto sta per Lotto da Angelotto. Nelle forme bisillabe à luogo non di rado un principio d'assimilazione per cui la consonante iniziale s'assimila alla seguente; p. e. Momo per Giomo da Girolamo, Nanni per Gianni da Giovanni, Nenzo per Renzo da Lorenzo. Vedi Flechia. op. cit., pg. 11.
Questo accorciamento per cui il nome parossitono perde per sincope quanto è tra la consonante iniziale e la vocale tonica, è fenomeno abbastanza comune in Italia; p. a. Bace deriva da Buonapace, Gialdo da Giraldo, Dato da Donato, Toso da Tignoso ecc. Vedi Flechia, o. c., pg. 10.
[190] «I nobili veneti, e i nobili municipali esposero sulle case il proprio stemma, composto con figure che per lo più ne simboleggiavano il nome. I Brancaleoni avevano assunto nello scudo una branca leonina, i Daino un daino, i Grilli due grilli, i Lepori una lepre, i Polesini due pulcini, gli Orso un orso...» Vedi G. Caprin. Istria nobilissima, I, Trieste 1905, pg. 252.
[191] Questo nome, frequente a Rovigno e ad Orserà, deriva, secondo il prof. De Gubernatis, dal numero dei membri di qualche confraternita medievale d'arti e mestieri.
Secondo una tradizione i Bruti discenderebbero dai Bruti, romani. Vedi anche D. Venturini, La famiglia albanese dei conti Bruti. Parenzo, 1905, pg. 3.
[192] Il canale che la divideva dalla terraferma, ridotto a bassofondo linnsccioso, venne interrato nel 1763. Vedi in proposito B. Benussi, Storia documentata di Rovigno, Trieste 1888, pgg. 6-8.
«Abitanti, animali e pascoli ecc.» pgg. 121-123. Nel delle 543 famiglie di Rovigno ne troviamo non meno di 146 che avevano approfittato dell'ospitalità di quella terra. Ecco alcuni nomi: Bri{v)onese, Da Brioni, Carso, Da Dignan, D'Albona, Da Canfanaro, Da Cherso, Da Ossero, Da Pedena, Da Pinguente, Da Pisin, Da Veggia, Da Zumin Gimino, Da Barbana, Da Coslaco, Del Carso, De Gallignana, De San Martin, De Sanvincenti, Rozzo, Gallignana, Lussin, Da Monfalcon, Da Piran. Da Pola, Da Caro d'Istria, Fasana, Fasanin, Medelin, Vallese, Veggian, Vrana; Bergamasco, Buranello, Da Caorle, Da Ferrara, Ferrarese, Furlan, Dalla Motta, Da Venezia; Albanese, Ciprioto, Clissa, Crovata, D'Arbe, Da Curzola, Da Fiume, Da Stagno, Da Zante, Da Zara, Dalla Brazza, Da Sebenico, Grego, Malvasia, Narenta, Perasto, Raguseo, Zaratin, Svizzera.
Il loro numero era qui per lo passato molto maggiore; v'esistevano le seguenti famiglie : Albanese, Antivari, Bergamasco, Bergamo, Cargnel, Castelfranco, Crema, Cremona, Iudri, Isola, Lendinara, Lugo, Maniago, Marchesan, Navarrino, Ossana, Pinguente, Pinguentini, Salerno, Salò, Schiavon, Siena, Tedeschini, Todi, Torre, Trevisan, Verona, Veronese.
In L. Morteani, «Isola e i suoi statuti» Atti e Memorie ecc. Vol. III, 3° e 4°, 1888, pgg. 172-175 troviamo interessanti notizie sui cognomi isolani.
[193] Per i cognomi di questa città «che vanta una serie di famiglie che risalgono ad epoche lontanissime») vedi L. Morteani, Notizie storiche della città di Pirano, Atti e Memorie ecc. Vol. XII, 1885-l886, fasc. 1°-4°. Pola, che presentemente in fatto di cognomi desta poco interesse, constando la quasi totalità della sua popolazione di elementi immigrati da tutta l'Istria, Pola, diciamo, e il suo territorio contavano tino al secolo XVI, cioè prima del loro totale decadimento, gran copia di cognomi derivati da nomi ed aggettivi geografici. Ecco quelli che registra Cam. De Franceschi, op. cit.: Albanesi, de Albona, de Arezio, de Antivari, de Antignana, de Arbe, Arbisan, de Btassano, Battaia, de Bergamo, de Buglia, de Cargna, de Castelmuschio, de Cataro, de Chersio, de Corfù, de Cremona, Della Braza, Della Mirandula, de Fano, Ferrarese, de Flanona, de Fiorentia, de Flumine, de Francia, Furlan, de (Garardo, de Iadra, de Insula, de Iustinopoli, de Laurano, de Lindàr, de Lubiana, de Lussino, Mantoani, de Marzana, de Modruscia, de Montefalcone, de Montona, de Napoli, de Narenta, de Ossero, Paduano, de Parenzo, de Patras, de Paria, de Pesaro, de Pirano, Pisani, Polani, de Portogruario, Posega, de Preluca, de Prussia, de Raguxio, de Rimini, de Ruovigno, de Sagabria, de Sanvicenti, de Sdregna, de Segna, de Sibinico, de Spalato, de Torre, de Tragura, de Treviso, Turco, de Ungaria, de Valle, Veggia, de Venesia, Veneziani, de Verona, de Vicentia, Vicentini, de Zumino, de Bononia, de la Marcha.
Non abbiamo inserito nell'elenco alcuni cognomi, sull'origine de' quali avevamo de' dubbi, p. e. Polesini, che potrebbe derivare anche dal Polesine; Farento da Faventia (Faenza), Gravisi da Graviseae, città etrusca o da Grado (Gradesani, Gravisani), Travan da Travo presso Piacenza o da Trava prov. di Udine ecc. ecc.
«Ah, ah!» esclamerà qualcheduno «voi stessi confessate che gli Italiani dell'Istria sono venuti dall'Italia!» Adagio Biagio, carissimo amico; noi diciamo solamente che in Istria vennero anche famiglie italiane, le quali poi rimasero tali fino al giorno d'oggi, essendo venute in paese italiano; altrimenti si sarebbero slavizzate. Del resto anche in altre province della cui italianità speriamo voi non vorrete dubitare, si trovano moltissime famiglie, il nome delle quali ci dice esser esse oriunde dall'Italia; nel Friuli orientale, p. e., abbiamo trovato questi cognomi: Arian, Bergamasco, Carnielutti, Carrara, Cremese, D'Este, Gortani, Maniago, Manzano, Maran, Marchesan, Maréga, Marocco, Monferrà, Orzàn, Padovan, Panigai, Parmeggiani, Perusino, Piemontese, Ponton, Romano, Savorgnani, Serravalle, Trevisan, Vinci, Visintin ecc. e nel Trentino; Bergamo, Bresciani, Caprera, Cargnel, Magnago, Mantovani, Moggio, Modena, Ravelli, Romani, Perugini, Toscana, Vanzo ecc. O sostenete che neppur colà gli Italiani sono autoctoni?
[194] A Trieste, fra le famiglie oriunde Israelite vi sono molti cognomi derivanti da nomi di città italiane: Ascoli, Castelbolognese, Fano, Macerata, Modugno, Pavia, Reggio, Rimini, Sinigaglia, Terni, Tolentino, Venezian, ecc.
Altinum, Altino, era celebre città della Venezia, distrutta nel 452 dagli Unni.
Bassano è città di circa 15.000 ab. sul Brenta, in provincia di Vicenza.
Battaglia è rinomato luogo di cura presso Abano; Battaja è frazione del comune di Fagagna (Udine).
Burano, Bureanum, è cittadetta di 6800 ab. posta su di un'isoletta della laguna veneta.
Cella è paesetto della Carnia, in val del Dogado.
Motta di Livenza è cittadetta di 6000 ab. in prov. di Treviso.
Vanzo è il nome di parecchi villaggi in provincia di Padova.
Caneva è borgata nel distretto di Sacile (Udine) e villaggio nella Carnia.
Fulin è trazione del comune di Tambre d'Alpago presso Belluno.
Questo nome, molto diffuso in Friuli, deriva dal Canal di Gorto, nella Carnia.
Lion è frazione di Albignasego (Padova).
[195] Lugo è cittadetta in provincia di Vicenza; anche altri luoghi nel regno d'Italia ànno tal nome.
Morgàn è nome di un paesello presso Belluno e di un comune presso Treviso.
Pinzàno è borgata nel distretto di Spilimbergo (Udine).
È frazione del comune di Burano, nell'Estuario veneto. Fu città ragguardevole e sede vescovile.
Verla è paesello presso la Val d'Adige nel Trentino; Villa Verla è comune in prov. di Vicenza.
Cassane d'Adda è città di 7500 ab. in prov. di Milano; ve ne sono anche d'altri specie in Lombardia.
Gavardo è grossa borgata di 2200 ab., in prov. di Brescia.
[196] Salò è borgata sul lago di Garda (Brescia).
Trani è citta di 27.000 ab. nella Puglia.
Alessio è città A d'Albania, che conta 5000 ab.
Lemno è isola, nel mar Egeo, appartenente alla Turchia.
Melada è isoletta nella Dalmazia sett.
Premuda e un'isoletta nella Dalmazia settentrionale.
Oltre che la capitale della Carniola, Lubiana è anche frazione di Caprino prov. di Verona. Non sarebbe improbabile che i Lubiana istriani fossero d' origine italiana.