venerdì 22 marzo 2024

Censimenti revisionati

Molti di voi sapranno che tra il 1880 e il 1910 si sono tenuti i censimenti asburgici nelle terre orientali. Ma non tutti sanno che il censimento del 1900 e del 1910 sono stati revisionati due volte.

La rilevazione della lingua d'uso del 1880 e del 1890 non creò tanti conflitti, la situazione nel 1900 e nel 1910 era invece tesa, in particolare la rilevazione del 1910 era:

"[...] gegen den Willen der lokalen nationalen Mehrheit" (Brix, 1982: 203).
[Traduzione: "contro la volontà della maggioranza nazionale locale].

Tra i quattro censimenti effettuati tra 1880 e 1910, il censimento del 1910 fu quello più contrastato e fu revisionato due volte a causa delle proteste, specialmente da parte degli sloveni a Trieste.

Il 2 gennaio in prima pagina del Piccolo si trova l'articolo, il cui titolo è in forma di una domanda: 

"Gli slavi si sostituiscono al Governo nel censimento?" scritto in caratteri ornati. 

La domanda retorica non ha l'effetto di una domanda vera e propria, ma serve invece come affermazione mascherata da domanda che presuppone una risposta ovvia. L'articolista fa riferimento all'articolo del giorno precedente in cui il lettore è informato degli uffici slavi per il censimento. Gli slavi dell'Istria fanno un censimento anticipato con l'aiuto delle istituzioni slave e avvertono che non accetteranno i dati censiti dagli ufficiali governativi. Questi dati ufficiali vengono dichiarati incontestabili benché nel censimento precedente in Dalmazia gli italiani fossero stati censiti per difetto. Gli slavi, secondo l'articolista, si sarebbero presentati come vittime per ricevere favori dal Governo austriaco.

L'ipertema di quest'articolo è il censimento. L'argomento principale sono gli slavi che fanno un censimento anticipato e gli italiani che devono difendersi, il sottotema consiste nel reclamare potere nel Governo e nei Comuni da parte della componente slava.

Il metodo degli slavi, secondo l'articolista, consiste nel rafforzare il proprio gruppo etnico e l'indebolire la parte italiana. Per arrivare a questo obiettivo gli slavi si avvalgano delle istituzioni in cui slavi in funzione di pubblici funzionari diffondono gli interessi slavi e influenzano gli organi ufficiali. La tattica degli slavi è presentarsi come vittime per arrivare in seguito a "favori anche al di là del solito", cioè a un trattamento preferenziale da parte del Governo austriaco:

"Per mezzo dei parroci, dei maestri e dei professori del Ginnasio croato, che scorazzano da mesi le campagne come se non fossero pubblici funzionari, ma agitatori agli stipendi di una fazione politica, gli slavi avrebbero fatto una anagrafe tutta loro particolare dello slavismo istriano. Ed ora vanno intimando ai Capitanati ed ai Comuni che qualora i risultati del censimento ufficiale non dovessero confermare quelli della loro speciale anagrafe, protesterebbero fino al tribunale di Dio e farebbero condannare al patibolo gli autori del rilievo ufficiale."

(PICC, 02.01.1911, n. 10580, p. 1, capoverso 2).

Viene sottolineato il fatto che già il censimento 1900 ha sancito l'italianità di Trieste. Gli italiani, essendo la maggioranza hanno di conseguenza maggiori diritti che non possono essere contestati:

"Nel censimento gli italiani sono contati e sono ufficialmente contati: onde i risultati di esso, che si rinnovano di dieci in dieci anni, costituiscono per un decennio il documento costituzionale del loro possesso etnico di territori, dei loro diritti collettivi di nazionalità, delle loro rivendicazioni di paesi contestati dall'audacia straniera. Il censimento del 31 dicembre 1900 con la sua solenne affermazione della dominante italianità di Trieste, è tuttora il gran libro aperto sul quale noi domandiamo ci sia riconosciuta giustizia e mercè il quale è impossibile che l'impetuosità degli avversari attenga di passare ogni segno." 

(PICC, 21.12.1910, n. 10568, p. 1, capoverso 2).

Le proteste del circolo sloveno Edinost contro la rilevazione della lingua d'uso si esprimono in modo molto aggressivo nel quotidiano omonimo il 7 gennaio del 1911:

"Domani hanno da parlare gli slavi di Trieste. Qui siamo e qui vogliamo restare e godere dei nostri diritti. Domani getteremo alla clique signoreggiante il guanto della sfida e comincerà il duello, dal quale non desisteremo fino a che non avremo sotto i nostri piedi, ridotta in polvere, l'artificiale italianità di Trieste. Finora la nostra lotta era lotta per la padronanza. Non cesseremo finché non comanderemo noi a Trieste, noi, Sloveni, Slavi."

(Originariamente pubblicato sul giornale Edinost del 07.01.1911).

Dal primo censimento del 1910 la popolazione italiana e slovena di Trieste (città e dintorni) era così distribuita:

Italiani 141.509 (74,44%);
Sloveni 36.208 (19,41%);

Il secondo censimento del 1910 la popolazione italiana e slovena di Trieste (città e dintorni) era così distribuita:

Italiani 118.959 (51,83%)
Sloveni 56.916 (24,7%)

La reale percentuale di italiani presenti nella città di Trieste nel 1910 sarebbe maggiore se si includessero i 29.439 residenti italiani originari del Regno d'Italia, che nel censimento furono per motivi politici classificati separatamente come “regnicoli”.