martedì 4 giugno 2024

Gianni Pavovich

Gianni Pavovich (Smirne, 11 aprile 1897 – Trieste, 13 novembre 1982) è stato un violinista italiano.

Gianni Pavovich nasce a Smirne, in Turchia nel 1897. 
Allievo a Trieste della scuola di Arturo Vram fino al 1910, completa poi i suoi studi a Budapest divenendo diretto discendente della scuola ungherese di Franz von Vecsey e Jenő Hubay. Arruolato come sergente nell'esercito austro-ungarico, allo scoppio della Grande guerra riesce a creare una piccola orchestra, dove suona il suo violino (del liutaio bresciano Pietro Ranta, 1733) anche per le truppe al fronte. 

A guerra finita ricopre l'incarico di primo leggìo del Quartetto Triestino, succedendo ad Augusto Jancovich, assieme a Giuseppe Viezzoli (2° violino), Manlio Dudovich (preceduto da Eugenio Ballarini, viola) e Dino Baraldi (violoncello), oltre che quello di primo violino di spalla nell'Orchestra del "Teatro la Scala" a Milano, sotto la direzione di Arturo Toscanini, prendendo parte a oltre 100 concerti tra Italia, Stati Uniti e Canada. 

Negli stessi anni, fonda a Trieste il Trio Zuccoli-Pavovich-Sigon con Gastone de Zuccoli (7 Ottobre 1887, Trieste - † 20 Novembre 1958, Trieste) al pianoforte ed Ettore Sigon al violoncello. Negli anni successivi, rientrato a Trieste, alterna l'attività solistica a quella di docente presso l'Ateneo Musicale (poi Conservatorio "G.Tartini") ove è titolare della cattedra di violino dal 1925 al 1967, a quella di primo violino di spalla nell'Orchestra Filarmonica Triestina (poi Orchestra del Teatro Comunale "G.Verdi"). 

Muore a Trieste nel 1982.

Bruno Polli

Bruno Polli (Capodistria, 16 giugno 1916 – Trieste, 26 ottobre 1996) è stato un violinista italiano.

Inizia giovanissimo lo studio del violino sotto la guida di Gianni Pavovich presso il Conservatorio Giuseppe Tartini di Trieste, dove si diploma con il massimo dei voti nel 1932, all'età di soli 16 anni, presentando tra l'altro il Concerto in La minore di Alexander Glazunov.

Nell'immediato dopoguerra si trasferisce a Milano, dove suona nell'Orchestra i Pomeriggi Musicali, compagno di leggìo dell'amico Franco Gulli, e riceve attestazioni di stima e amicizia anche da Sergiu Celibidache.

Verso i primi anni '50 costituisce con Angelo Stefanato, Aleardo Savelli e Roberto Repini il Quartetto d'archi di Milano, formazione vincitrice del 2º Premio al Concorso internazionale di Ginevra, nel 1953 e che si esibisce presso importanti istituzioni concertistiche italiane (27.1.1954, Pomeriggi Musicali di Milano / 3.8.1954, Accademia Musicale Chigiana di Siena); rinominato nel 1955 in Quartetto Vivaldi, effettuerà nel 1957 l'unica sua registrazione, per l'etichetta Durium, con musiche di Riccardo Malipiero e Guido Turchi.

Negli anni '60, Bruno Polli si trasferisce a Mentone, dove per quasi un decennio suona come primo violino di fila nell'Orchestra Filarmonica di Monte Carlo.

Nel 1969 si sposa e rientra a Trieste, dove gli viene affidata la cattedra di violino presso il locale Conservatorio, in cui insegna fino al 1983. Bruno Polli è ricordato come un grande didatta, dotato di severa autodisciplina e rigorosa tecnica. Tra i suoi molti allievi, si ricordano Federico Agostini, Massimo Belli ed Emmanuele Baldini.

Bruno Polli è scomparso a Trieste nel 1996, poco dopo aver compiuto gli 80 anni.

Presso il Conservatorio Statale di Musica "Giuseppe Tartini" di Trieste è stato istituito il "Centro di documentazione e studi tartiniani Bruno e Michelle Polli".

Domenico da Capodistria

Domenico da Capodistria (Capodistria, XIV secolo – Vicovaro, 1464) è stato un architetto e scultore italiano.

Le notizie sulla sua vita sono molto scarne. Nacque sul finire del XIV secolo in Istria e fu inizialmente attivo a Castelnuovo d'Arsa ed a Venezia.

Successivamente si trasferì in Italia Centrale dove, nella prima metà del XV secolo, lavorò al completamento della basilica di Santa Maria di Collemaggio, all'Aquila; qui contribuì alla realizzazione della pregevole facciata d'influenza orientale e veneziana — e che alcuni storici attribuiscono totalmente a lui — nonché alla finitura del portale principale in stile tardo gotico.

Venne quindi chiamato da Francesco Orsini, conte di Tagliacozzo, a realizzare il tempio di San Giacomo a Vicovaro il cui portale riporta lo stesso schema già visto in precedenza a Collemaggio. Durante i lavori si verificarono tuttavia dapprima la morte dell'Orsini (1456) quindi quella dello stesso artista istriano e pertanto il tempio venne completato successivamente da altri autori, tra cui Giovanni Dalmata.

Domenico da Capodistria fu probabilmente anche tra gli artisti che edificarono l'arco trionfale del Castel Nuovo a Napoli. Il suo nome compare nel Trattato di Architettura del Filarete, che lo individua come uno degli artisti che avrebbero potuto contribuire alla realizzazione della città ideale Sforzinda.

La facciata della basilica di Santa Maria di Collemaggio attribuita a Domenico da Capodistria.


Antonio Elio

Antinio Elio (Capodistria, 1510 circa – Capodistria, 1576) è stato un patriarca cattolico italiano.

Nacque verso il 1510, da Menghino, un nobile di Capodistria. Grazie alle relazioni familiari e al suo grado d'istruzione impartitagli furono sufficienti a raccomandarlo ad Aurelio Vergerio di Capodistria, che lo prese al suo servizio quando arrivò a Roma. La data del suo arrivo, anche se non è certa, è ovviamente precedente alla morte di Aurelio Vergerio, avvenuta nel 1532. In virtù dell'incarico ricoperto da Aurelio Vergerio, segretario a secretis di papa Clemente VII, Elio ebbe la possibilità di apprendere le sottili complessità della professione in cui in futuro avrebbe primeggiato.

Dopo la morte del Vergerio, Elio si legò all'ambiente vicino al cardinale Alessandro Farnese il Vecchio; quando questi, nel 1534, divenne papa con il nome di Paolo III, le relazioni esistenti garantirono al giovane Elio una rapida carriera. Negli anni successivi riuscì a consolidare la sua posizione, sfruttando i favori sia del papa Paolo III che del giovane cardinale Alessandro Farnese, traendone grossi vantaggi economici. Dal 1535, dopo la morte di Giovanfrancesco Burla, fu l'agente di Pietro Paolo Vergerio a Roma, riuscendo anche a procurargli la carica di vescovo di Capodistria, mentre questi si trovava in Germania. Ma ben presto i rapporti tra i due di deteriorarono, a causa di una pensione di 50 ducati, assegnata a Elio al momento della nomina del Vergerio, ma che questi non voleva corrispondere, causa il cattivo stato delle finanze della diocesi istriana.

Morì nel 1576 e fu sepolto nella cattedrale di Capodistria.

lunedì 3 giugno 2024

Giuseppe Martinoli

Giuseppe Martinoli era nato Spalato il 12 marzo del
1911. Trascorse l‘infanzia a Lussinpiccolo e poi frequentò il Seminario di Zara.

Conseguì presso la Scuola Normale di Pisa la Laurea
in Scienze Naturali e il diploma di specializzazione in
Botanica e successivamente, nel 1950, la Laurea in
Farmacia. Dal 1938 fu assistente presso l‘Istituto
Botanico dell‘Università di Cagliari. Nel 1943 ottenne
la libera docenza in Botanica Generale. Dal 1945 fu
incaricato dall‘Università cagliaritana dell‘insegnamento di Botanica generale e sistematica e di Botanica farmaceutica. Nel 1946 assunse la direzione dell‘Istituto e Orto Botanico dell‘ Università di Cagliari. Nel 1955 vinse il concorso per la cattedra di Botanica e assunse la direzione dell‘Istituto e Orto Botanico di Pisa e nel 1963 quella dell‘Istituto ed Orto Botanico di Roma.

L‘attività scientifica riguarda la Citologia, l‘Embriologia, la Fitogeografia e la Morfologia. Contribuì all‘ideazione e alla realizzazione dell‘Orto Botanico delle Alpi Apuane istituito il 22 luglio 1966.

Si spense a Roma il 13 marzo 1970 dopo una breve ma inesorabile malattia, con il cuore affranto dal pensiero dei propri cari e dal rimpianto di non aver più fatto ritorno nell‘isola di Lussino, lasciata di notte il 28 maggio 1945 attraversando l‘Adriatico.

Joseph Cattarinich

Non molti sanno che diversi giuliano-dalmati sono venuti in Canada già prima dell‘immigrazione di massa del secondo dopoguerra e degli anni ‘50. Alcuni, infatti, vennero in Canada già nell‘Ottocento. Grazie al lavoro
del nostro socio e avido genealogista Grant Karcich (originario dell‘isola di Unie), è stato possibile rintracciare le origini lussignane del giocatore di hockey Joseph Cattarinich, il cui nome fa
oggi parte della Hockey Hall of Fame a Toronto.

Joseph Cattarinich nacque il 12 novembre 1881 a
Lévis (Quebec), da madre franco-canadese e padre
italiano. Il padre Giuseppe era nato a Lussinpiccolo nel 1843. Marinaio di professione, Giuseppe aveva conosciuto il Canada e aveva deciso di stabilire qui la sua residenza. Sbarcato a Quebec City, si sposò con una ragazza del luogo e mise su famiglia.

Il giovane Joseph crebbe a Quebec City dove divenne
famoso nel mondo dello sport prima come giocatore di lacrosse e di hockey, poi come fondatore di una squadra di hockey (il Club Athlétic Canadien, 1909, che poi diventerà il Club de Hockey Canadien), poi come proprietario dei Montreal Canadiens e di diversi ippodromi sia in Canada che negli Stati Uniti (a
Chicago, New Orleans, St. Louis, ecc.). 

Come giocatore, Joseph fu difensore e anche portiere per i Montreal Nationals e poi per i Montreal Canadiens (a quel tempo conosciuti come ―Les Canadiens). Nel 1921, in società con Léo Dandurand e Louis Létourneau, Joseph acquistò la squadra dei Montreal Canadiens e, come part-owner, la portò a vincere ben tre Stanley Cup (1923-24, 1929-30, 1930-31). Tale fu il successo dei ―Canadiens sotto il leadership di Cattarinich che la squadra si guadagnò il soprannome di ―Flying Frenchmen- i francesi volanti. In seguito alla Grande Depressione e alla crisi che aggravò l‘economia mondiale negli anni ‘30, Cattarinich dovette vendere la squadra (1935). 

Morì tre anni dopo, il 7 dicembre 1938, in seguito ad un infarto e fu seppellito nel cimitero di Notre-Dame-des-Neiges a Montreal. 

Circa quarant‘anni dopo la sua scompasa la sua fama come giocatore di hockey e come proprietario dei
―Montreal Canadiens era ancora così viva che nel
1977 fu eletto alla prestigiosa Hockey Hall of Fame
nella categoria ―Builders.

Detto ―il Silenzioso, Joseph era conosciuto per il
suo carattere tranquillo e per il suo spirito generoso
ed altruista. Infatti, poco dopo l‘inizio della propria carriera con i Nationals, fu lui stesso a proporre di essere rimpiazzato come portiere dal giovane Georges
Vézina (1887-1926) il quale, in una partita a Chicoutemi, aveva giocato così bene per la squadra del posto da sconfiggere i ―Canadiens.


Edoardo Leone
(Toronto)

Italiani di Lubiana

Con questo articolo ricordiamo il contributo degli italiani in Carniola

Verso la fine del XVII secolo, come riporta Valvasor (Onore del Ducato di Carniola III. 708), a Lubiana la lingua italiana (insieme al “carniolano” e al tedesco) era di uso generale sia tra la nobiltà che tra i mercanti; gli stessi si erano da tempo naturalizzati qui grazie ai numerosi nuovi arrivati dall'Italia che qui acquisirono la cittadinanza, ricoprirono anche incarichi cittadini di rilievo e alcuni diedero un grande contributo alla città.
Nella serie dei giudici cittadini compaiono nell'anno 1403 e nel 1405 Gabriel Pireth, nel 1460 e nel 1461 Veit Passinelli, nel 1471 Maxim Cornelli, nel 1503 Hanns Lanthieri, i cittadini elessero quest'ultimo come primo sindaco l'anno successivo dopo aver acquisito il diritto di nominarsi sindaco. 

Tra i funzionari successivi ricordiamo i sindaci: 

Ant. Lanthieri (1516, 1517, 1523 e 1524), Hanns Standinath, che in precedenza era stato giudice (1518 e 1519), Jakob de Curtoni (1588-1590), Venturin Thravison (Trevisan? 1593 e 1594), J. Bpst. Gidinelli (1610 e 1611), J. Bpst. Bernardini (1622), Horaz Carminelli (1629), Franz Ciriani (1647), Joh. Mar. Piskon (? 1663-1665, 1670 e 1671), Joh. Bartholomä Bosio (1676-1678), Joh. Bpst. Bosio (1682-1687), Math. de Giorgio (1697 e 1698), Math. Bartolotti (1770 e 1771) e Ant. Freih. von Codelli (sindaco nominato dal governo francese nel 1812 e 1813). L'elenco dei giudici cittadini concorrenti contiene la maggior parte dei nomi appena citati e anche i seguenti: Hanns Jakob Pichardo (1573 e 1574), Andreas Alexandrin (1591 e 1592), Domenico Brigioli (1649, 1650, 1655 e 1656).

(S. Valvasor op. cit. III. 700-704 e la ristampa completata dal 1689 in poi nell'"Archivio per la storia regionale del Ducato di Carniola" a cura del dott. V. F. Klun, 1° fascicolo, pp. 108-119.) Alla fonte principale, da noi tratta la maggior parte dei nomi sopra citati, si devono anche informazioni più dettagliate sulla distribuzione degli elementi di popolazione italiana sul territorio pianeggiante del Ducato di Carniola (riporto i relativi numeri di pagina dal terzo volume di Valvasor utilizzando i numeri tra parentesi.) Se si combinano queste informazioni con le relative note dei registri dei beni della Carniola (come conservati nel repertorio dei documenti di v. Perizhof e nel "Libro dei ricordi" del cancelliere della Carniola B. Hietzing nell'Archivio nazionale a Lubiana), poi: Per quanto riguarda la nobiltà, emerge che i Lanthieri già nel 1517 (con Anton) e poi ancora nel 1552 (con Gaspar), i Barbo dall'Istria nel 1548, i Valvasor da Bergamasco nel 1571, i Bonhomo nel 1578, gli Alexandrin nel 1580, i Petazzi nel 1581, i Landrath Dr. J. U. Joh. Grison (di origine veneta) nel 1587, Polidor Montagnara nel 1592 e il vicedorato regionale Joh. von Rabatta (da famiglia originaria fiorentina) nel 1598 acquisirono l'amministrazione rurale in Carniola.

Di questi, i Lanthieri si stabilirono nel castello di Wippach nella seconda metà del XVI secolo (656), i Barbo a Waxenstein, che li governò dal 1549 fino alla fine del XVII secolo e posseduto (625), inoltre (temporaneamente) a Gutteneck, Zobelsberg, Passberg e Moratsch presso Lubiana (244, 663, 437, 379), ed infine al castello di Kieselstein a Krainburg (112). I Bonhomo sul Wolfsbüchel presso Stein (657); i Petazzi per ricordare i possedimenti della Carniola a Thurn presso Prem an der Poik (575); il Valvasor a Galleneck nell'Alta Carniola già nel 1562 (165). Nel XVII secolo aumenta il numero delle famiglie benestanti della Carniola: nel 1601 i Possarell, che a loro volta possedevano il castello di Ebensfeld presso Stein, Dupplach presso Krainburg e Wolfsbühl presso Stein (126, 128, 657); Nel 1608 i Coraduzzi acquistarono con Raphael, cancelliere della corte di Graz, Nussdorf presso Adelsberg e Hallerstein presso Lasa, da cui in seguito si chiamarono Baroni von Hallerstein (411, 273);

Nel 1605 i De Leo, che comprendevano le signorie di Raunach, Steinberg e Prestranek. Tennero Postumia e Scalnicza presso Fiume (465, 497, 552, 459), poi Porzia, che risale intorno alla metà del XVII secolo. acquisì le signorie di Prem e Senosetsch sul Carso (39, 524); Nel 1616 i Panizoll con il viceré di stato Ottaviano, che possedeva la tenuta Jama vicino a Lubiana (291); Nel 1629 lo Strassoldo, che a Gurkfeld prese piede solo 50 anni dopo (241); Nel 1684 i Buccelini di Bergamo, il cui antenato Carniola aveva già iniziato la costruzione del castello di Sava nel 1526 (491) e gli Scarlichi, che si stabilirono a Burgstall presso Bischofslack (41); 1639 il De Fin, che un tempo Gutteneck e Jablanicz chiamarono propri (289, 244); 1646 i Wuseth (Bosset), allora proprietario di Feistenberg presso Rudolfswörth (133) e discendenti di un cittadino locale; Nel 1648 i Gandini, che originariamente possedevano ricchezze solo a Ketizh sulla Sava, intorno al 1680 sposarono Prewald vicino a Krainburg (302, 455); Nel 1655 i Rossetti di Bergamo, che crearono il feudo di Roseneck presso St. Veit nella Wippachthale (472) e alla fine del secolo possedevano anche Nussdorf e Neukoff sopra Trieste (414, 404); Nel 1674 i Benaglia, allora proprietari di Weissenfels (642), che insieme a Johann Baptist possedevano anche Jama e Höflein an der Kanker (291, 283); Nel 1689 i Locatelli, che possedevano il podere Drugmbl sul Peschat (280), già da tempo attivi come lavoratori del ferro in campagna. Valvasor menziona anche i possedimenti delle famiglie borghesi Bosio di Lubiana (344, 353) e Carminelli, questi ultimi, ovviamente, presero possesso dei beni solo temporaneamente come titolari di privilegi a causa del sovraindebitamento della tenuta di Wagensberg (450, 353) 622); poi quelli di Franz Rigoni, che intorno al 1675 possedeva Kroisseneck presso Lubiana e fu comproprietario di Hallerstein (820, 273); di Pietro Pietrogallo, che acquistò Kroisseneck dal suddetto (320); la famiglia Bardarini, che possedeva il castello Scalnicza prima dei De Leo (496) e Giovanni Pietro Marastoni, che dalla moglie, a. Lazarini, e lasciò il maso Semla presso Feistritz sul Poik alla figlia Anna Marsilia (459, 135). Ce ne sono ancora alcuni appartenenti a nobili vissuti nel XVII secolo. erano contadini della Carniola e qui acquisirono successivamente possedimenti notoriamente o forse erano già qui residenti all'epoca: Ottaviano Conte di Collalto, immatricolato. 1614; i fratelli Vaccani nel 1641; Petronio e Nicola Caldana da Pirano in Istria 1661; Robert Galilai di Firenze e Hanns Georg von Civian 1662 (9 febbraio); Hanns Thom. Freih. da Cassinetti nel 1675 e il cambiavalute Peter Anton Codelli von Fahnenfeld dal Friuli nel 1698. 

Viene qui ricordata anche una famiglia che diede grandi contributi alla Carniola: i Baroni di Zois, il cui antenato, Michele Angelo Zois da Brescia, entrò a far parte dei feudi della Carniola l'8 febbraio 1752, dopo aver avviato l'attività di commercio e cambio (a Lubiana) e annunciò la sua decisione di comprare qualcosa in campagna. Le numerose famiglie nobili italiane che trovarono in Carniola una seconda casa dovettero far sentire la loro presenza anche nel capoluogo. 

Alla fine del '700 qui abitarono i Lanthieri, Rossetti, Codelli, Busset, Coppini, Gasparini, Rizzi, Bonazzi, Tantini e Gandini.