lunedì 3 giugno 2024

Italiani di Lubiana

Con questo articolo ricordiamo il contributo degli italiani in Carniola

Verso la fine del XVII secolo, come riporta Valvasor (Onore del Ducato di Carniola III. 708), a Lubiana la lingua italiana (insieme al “carniolano” e al tedesco) era di uso generale sia tra la nobiltà che tra i mercanti; gli stessi si erano da tempo naturalizzati qui grazie ai numerosi nuovi arrivati dall'Italia che qui acquisirono la cittadinanza, ricoprirono anche incarichi cittadini di rilievo e alcuni diedero un grande contributo alla città.
Nella serie dei giudici cittadini compaiono nell'anno 1403 e nel 1405 Gabriel Pireth, nel 1460 e nel 1461 Veit Passinelli, nel 1471 Maxim Cornelli, nel 1503 Hanns Lanthieri, i cittadini elessero quest'ultimo come primo sindaco l'anno successivo dopo aver acquisito il diritto di nominarsi sindaco. 

Tra i funzionari successivi ricordiamo i sindaci: 

Ant. Lanthieri (1516, 1517, 1523 e 1524), Hanns Standinath, che in precedenza era stato giudice (1518 e 1519), Jakob de Curtoni (1588-1590), Venturin Thravison (Trevisan? 1593 e 1594), J. Bpst. Gidinelli (1610 e 1611), J. Bpst. Bernardini (1622), Horaz Carminelli (1629), Franz Ciriani (1647), Joh. Mar. Piskon (? 1663-1665, 1670 e 1671), Joh. Bartholomä Bosio (1676-1678), Joh. Bpst. Bosio (1682-1687), Math. de Giorgio (1697 e 1698), Math. Bartolotti (1770 e 1771) e Ant. Freih. von Codelli (sindaco nominato dal governo francese nel 1812 e 1813). L'elenco dei giudici cittadini concorrenti contiene la maggior parte dei nomi appena citati e anche i seguenti: Hanns Jakob Pichardo (1573 e 1574), Andreas Alexandrin (1591 e 1592), Domenico Brigioli (1649, 1650, 1655 e 1656).

(S. Valvasor op. cit. III. 700-704 e la ristampa completata dal 1689 in poi nell'"Archivio per la storia regionale del Ducato di Carniola" a cura del dott. V. F. Klun, 1° fascicolo, pp. 108-119.) Alla fonte principale, da noi tratta la maggior parte dei nomi sopra citati, si devono anche informazioni più dettagliate sulla distribuzione degli elementi di popolazione italiana sul territorio pianeggiante del Ducato di Carniola (riporto i relativi numeri di pagina dal terzo volume di Valvasor utilizzando i numeri tra parentesi.) Se si combinano queste informazioni con le relative note dei registri dei beni della Carniola (come conservati nel repertorio dei documenti di v. Perizhof e nel "Libro dei ricordi" del cancelliere della Carniola B. Hietzing nell'Archivio nazionale a Lubiana), poi: Per quanto riguarda la nobiltà, emerge che i Lanthieri già nel 1517 (con Anton) e poi ancora nel 1552 (con Gaspar), i Barbo dall'Istria nel 1548, i Valvasor da Bergamasco nel 1571, i Bonhomo nel 1578, gli Alexandrin nel 1580, i Petazzi nel 1581, i Landrath Dr. J. U. Joh. Grison (di origine veneta) nel 1587, Polidor Montagnara nel 1592 e il vicedorato regionale Joh. von Rabatta (da famiglia originaria fiorentina) nel 1598 acquisirono l'amministrazione rurale in Carniola.

Di questi, i Lanthieri si stabilirono nel castello di Wippach nella seconda metà del XVI secolo (656), i Barbo a Waxenstein, che li governò dal 1549 fino alla fine del XVII secolo e posseduto (625), inoltre (temporaneamente) a Gutteneck, Zobelsberg, Passberg e Moratsch presso Lubiana (244, 663, 437, 379), ed infine al castello di Kieselstein a Krainburg (112). I Bonhomo sul Wolfsbüchel presso Stein (657); i Petazzi per ricordare i possedimenti della Carniola a Thurn presso Prem an der Poik (575); il Valvasor a Galleneck nell'Alta Carniola già nel 1562 (165). Nel XVII secolo aumenta il numero delle famiglie benestanti della Carniola: nel 1601 i Possarell, che a loro volta possedevano il castello di Ebensfeld presso Stein, Dupplach presso Krainburg e Wolfsbühl presso Stein (126, 128, 657); Nel 1608 i Coraduzzi acquistarono con Raphael, cancelliere della corte di Graz, Nussdorf presso Adelsberg e Hallerstein presso Lasa, da cui in seguito si chiamarono Baroni von Hallerstein (411, 273);

Nel 1605 i De Leo, che comprendevano le signorie di Raunach, Steinberg e Prestranek. Tennero Postumia e Scalnicza presso Fiume (465, 497, 552, 459), poi Porzia, che risale intorno alla metà del XVII secolo. acquisì le signorie di Prem e Senosetsch sul Carso (39, 524); Nel 1616 i Panizoll con il viceré di stato Ottaviano, che possedeva la tenuta Jama vicino a Lubiana (291); Nel 1629 lo Strassoldo, che a Gurkfeld prese piede solo 50 anni dopo (241); Nel 1684 i Buccelini di Bergamo, il cui antenato Carniola aveva già iniziato la costruzione del castello di Sava nel 1526 (491) e gli Scarlichi, che si stabilirono a Burgstall presso Bischofslack (41); 1639 il De Fin, che un tempo Gutteneck e Jablanicz chiamarono propri (289, 244); 1646 i Wuseth (Bosset), allora proprietario di Feistenberg presso Rudolfswörth (133) e discendenti di un cittadino locale; Nel 1648 i Gandini, che originariamente possedevano ricchezze solo a Ketizh sulla Sava, intorno al 1680 sposarono Prewald vicino a Krainburg (302, 455); Nel 1655 i Rossetti di Bergamo, che crearono il feudo di Roseneck presso St. Veit nella Wippachthale (472) e alla fine del secolo possedevano anche Nussdorf e Neukoff sopra Trieste (414, 404); Nel 1674 i Benaglia, allora proprietari di Weissenfels (642), che insieme a Johann Baptist possedevano anche Jama e Höflein an der Kanker (291, 283); Nel 1689 i Locatelli, che possedevano il podere Drugmbl sul Peschat (280), già da tempo attivi come lavoratori del ferro in campagna. Valvasor menziona anche i possedimenti delle famiglie borghesi Bosio di Lubiana (344, 353) e Carminelli, questi ultimi, ovviamente, presero possesso dei beni solo temporaneamente come titolari di privilegi a causa del sovraindebitamento della tenuta di Wagensberg (450, 353) 622); poi quelli di Franz Rigoni, che intorno al 1675 possedeva Kroisseneck presso Lubiana e fu comproprietario di Hallerstein (820, 273); di Pietro Pietrogallo, che acquistò Kroisseneck dal suddetto (320); la famiglia Bardarini, che possedeva il castello Scalnicza prima dei De Leo (496) e Giovanni Pietro Marastoni, che dalla moglie, a. Lazarini, e lasciò il maso Semla presso Feistritz sul Poik alla figlia Anna Marsilia (459, 135). Ce ne sono ancora alcuni appartenenti a nobili vissuti nel XVII secolo. erano contadini della Carniola e qui acquisirono successivamente possedimenti notoriamente o forse erano già qui residenti all'epoca: Ottaviano Conte di Collalto, immatricolato. 1614; i fratelli Vaccani nel 1641; Petronio e Nicola Caldana da Pirano in Istria 1661; Robert Galilai di Firenze e Hanns Georg von Civian 1662 (9 febbraio); Hanns Thom. Freih. da Cassinetti nel 1675 e il cambiavalute Peter Anton Codelli von Fahnenfeld dal Friuli nel 1698. 

Viene qui ricordata anche una famiglia che diede grandi contributi alla Carniola: i Baroni di Zois, il cui antenato, Michele Angelo Zois da Brescia, entrò a far parte dei feudi della Carniola l'8 febbraio 1752, dopo aver avviato l'attività di commercio e cambio (a Lubiana) e annunciò la sua decisione di comprare qualcosa in campagna. Le numerose famiglie nobili italiane che trovarono in Carniola una seconda casa dovettero far sentire la loro presenza anche nel capoluogo. 

Alla fine del '700 qui abitarono i Lanthieri, Rossetti, Codelli, Busset, Coppini, Gasparini, Rizzi, Bonazzi, Tantini e Gandini.

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