Nonostante si faccia finta di nulla, negli ultimi anni è divenuto sempre più chiaro come alcune frange del movimento antifascista siano divenute palesemente anti-patriottiche e anti-italiane.
ATTENZIONE: per antifascisti qui non si intende coloro che banalmente condannano il regime fascista e onorano chi lottò contro di esso. Molti grandi italiani furono antifascisti: basti pensare ad Alceste De Ambris (autore della Carta del Carnaro), Gino Beccaro (fondatore della Brigata Giovane Italia in Alto Adige), Randolfo Pacciardi, Enrico Mattei, Carlo Azeglio Ciampi, Émile Chanoux, gli uomini delle Brigate Osoppo o i partigiani che difesero il confine occidentale dagli invasori francesi.
Qui si parla di un movimento in costante ascesa, che potrebbe essere definito come antifascismo militante. Le caratteristiche principali di tale corrente di pensiero (sempre che vi sia un pensiero dietro) sono le seguenti:
• simpatie nei confronti del comunismo e dei regimi comunisti (soprattutto di quello jugoslavo);
• l'avversione nei confronti della Grande Guerra, vista non come la Quarta guerra d'indipendenza, bensì come una strage provocata dalla borghesia capitalista e dai re egoisti e senza cuore;
• l'odio profondo nei confronti dell'irredentismo e del nazionalismo (inteso secondo la definizione di Emilio Gentile e Anthony D. Smith);
• il negazionismo o il giustificazionismo delle foibe;
• un ridicolo pacifismo socialistoide che non di rado sfocia nel vilipendio alle forze armate (ricordate 10, 100, 1000 Nassirya?);
• l'odio nei confronti di D'Annunzio, visto come fascista o al massimo come anticipatore del regime di Mussolini;
• l'appoggio a ogni rivendicazione della minoranza tedesca o slovena. In particolare si segnalano il sostegno all'abolizione della toponomastica (e dell'odonomastica) italiana e all'estensione assurda della tutela della lingua slovena (ad oggi tutelata in zone dove non è mai stata presente) a territori dove mai è stata parlata;
• la condivisione di insulsi ideali internazionalisti di stampo comunista e anarchico (ideologia no border);
• la negazione assoluta o parziale dell'italianità delle terre orientali e dell'Alto Adige;
• l'astio nei confronti di qualunque personaggio storico che abbia più o meno aderito al fascismo (inteso come movimento e non come regime).
È chiaro che tutti questi punti siano in contrasto con gli ideali che animano la pagina e contro qualsivoglia ideale patriottico.
Tra tutte le "sette" che animano questo squallido mondo, oltre a gran parte delle sezioni di una nota associazione "partigiana" (si, propria quella che pensate), ho recentemente scoperto la presenza di un gruppo che si fa chiamare "Ronchi dei Partigiani".
Chi sono costoro?
Il gruppo nasce almeno sette anni fa, con lo scopo di modificare il nome del comune di Ronchi dei Legionari (Gorizia) in "Ronchi dei Partigiani".
Il motivo? L'appellativo "dei Legionari" è stato aggiunto durante il regime fascista, poiché dalla suddetta località giuliana partirono i legionari dannunziani alla volta di Fiume. Per i membri dell'associazione sopracitata tutto ciò è inaccettabile.
E già questo è assurdo. Ma come potrete vedere dalle foto, ciascuna delle quali è stata da me commentata, questo gruppo è fautore di post a che potrebbero essere definiti deliranti e vergognosi.
Per visualizzare i vari commenti basta cliccare sulle foto e scorrere.
Potrete constatare con mano che si tratta di un gruppo fortemente anti-italiano.
L'associazione in oggetto ha condiviso un post di un gruppo sloveno nel quale viene rappresentata la Primorska, ovvero il cosiddetto Litorale Sloveno. Litorale che nella foto comprende anche plaghe oggi appartenenti all'Italia, come Trieste, Gorizia, Monfalcone, Ronchi dei Legionari, parte della Slavia Friulana e della Val Canale.
Eppure l'associazione ha dichiarato più volte di lottare contro i revanscismi. Evidentemente solo contro quello italiano, perché quello sloveno-croato va benissimo!
Ennesima dimostrazione di come questi gruppi contrastino il nazionalismo italiano solo perché condividono quello sloveno e croato.
Scopriamo che D'Annunzio è andato a colonizzare Fiume (l'ignoranza è una brutta bestia, è evidente come non sappiano cosa sia il colonialismo).
Inoltre celebrano l'assurda scelta del comune di Ronchi dei Legionari di apporre segnali TRILINGUE (!!!) in un territorio dove non è mai esistita una minoranza slovena né, tantomeno, una tedesca. Infatti, secondo il censimento del 1910, i tedeschi non erano nemmeno l'1% della popolazione mentre gli sloveni erano solo 1%. Mostra meno
Non solo: secondo il post ancora oggi gli sloveni sono vittime di una inesistente bonifica etnica (nonostante lo sloveno sia tutelato in zone dove non è mai stato parlato, per non parlare di altre situazioni assurde).
In questa foto e in quella dopo l'associazione "Ronchi dei Partigiani" ha condiviso un post dell'ANPI di Gorizia nel quale si afferma mendacemente: "italiani, sloveni e militari, cercarono di opporsi all'occupazione nazista del territorio [...] la battaglia di Gorizia è un esempio di come si superarono i conflitti, diffidenze, nazionalismi che il fascismo aveva iniettato nella società mistilingue e multietnica del tempo, combattendo un nemico comune".
Peccato che:
1) il fascismo non iniettò i nazionalismi nella società dell'epoca, che invece era già ampiamente diffuso nella seconda metà dell'800. Il fascismo semmai cavalcò quel nazionalismo;
2) gli italiani (tranne la maggior parte dei comunisti) non combatterono affatto assieme agli sloveni contro un nemico comune, anzi. Basti pensare agli scontri tra le Osoppo e i partigiani sloveni. Quest'ultimi volevano strappare dalla madrepatria italiana Gorizia e altre terre, che mai e poi mai saranno slovene.
Ma evidentemente sia per l'ANPI di Gorizia che per l'associazione "Ronchi dei Partigiani" in nome dell'internazionalismo proletario (sotto il quale vi è in realtà il nazionalismo jugoslavo) è lecito separare dall'Italia alcuni suoi lembi.
Evidentemente il 12 giugno (giorno in cui si rimembra la liberazione di Trieste dai titini) per i Kompagnih in questione non è un giorno di festa. A quanto pare quest'ultimi rimpiangono di non aver potuto far parte della "gloriosa madrepatria socialista". Si deduce che costoro Trieste non è Italia.
Oltre ad elogiare la cancel cultura negli USA l'associazione in questione aspira a compiere gli stessi atti immondi in Italia.
Inoltre bisogna specificare che la frase di D'Annunzio si riferisce al neonato Stato jugoslavo che bramava la nostra terra e, per di più, queste espressioni che oggi appaiono forti erano ricorrenti in tutti i nazionalismi dell'epoca.
Del resto, perché questo gruppo non si batte allora contro il (disgustoso) busto di Gorizia dedicato a Simon Gregorčič, prete e poeta sloveno che voleva far annegare gli italiani?
Ma secondo la logica di questo antifascismo militante gli altri popoli sono sempre nel giusto e vanno compresi mentre gli italiani sono brutti, sporchi e cattivi (e fassisstih!11!).
Oltre a giustificare l'ignobile decisione del sindaco sloveno di San Dorligo della Valle (con la quale egli ha rifiutato di concedere la cittadinanza onoraria al milite ignoto), oltre ad inveire contro Diaz, Cadorna e i Savoia, il gruppo ritiene che il nome corretto del comune in questione sia Dolina e non San Dorligo. Peccato che il toponimo italiano sia più vecchio di quello sloveno, come già dimostrato in un post precedente: Prontuario dei (falsi) toponimi "fascisti"
L'associazione odia pure il Risorgimento. Nel post in questione si afferma che Ugo Polonio (irredentista triestino morto nella Grande guerra) non merita di essere ricordato poiché, appunto, irredentista. Se ne deduce quindi che nemmeno Cesare Battisti, Nazario Sauro, Fabio Filzi, Damiano Chiesa, Francesco Rismondo e Scipio Slataper meritino di essere rimembrati in quanto irredentisti. E quindi il Risorgimento intero deve essere condannato, dato che l'irredentismo fu il proseguimento del Risorgimento. Condanniamo anche Mazzini e Garibaldi allora?
Ai traditori a quanto pare piace l'idea di diventare sloveni.
Il gruppo si batte pure contro i toponimi italiani in Alto Adige, condividendo le istanze degli Schutzen, le quali, però, sono fondate su gigantesche baggianate.
Questi anti-italiani coprono i cartelli veri con le scritte "Ronchi dei Partigiani".
Notare la bandiera dell'associazione "Ronchi dei Partigiani" vicino a quella jugoslava, ovvero insieme a quella dell'infimo invasore.
Notare la presenza di Alessandra Kersevan, nota negazionista delle foibe di estrema sinistra.
Norma Cossetto a quanto pare è un personaggio fantasy.
Ancora una volta questi "antifa" dimostrano di approvare (anche se più o meno implicitamente) l'occupazione jugoslava di Trieste.
Peccato che Vermigliano non abbia mai ospitato una minoranza slovena: gli sloveni erano 37 a fronte di 1109 italiani nel 1910.
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