Conseguito il diploma per l'insegnamento della filologia classica e italiana, (1875), insegnò al Ginnasio di Capodistria. Già nel 1874 pubblicò la versione in dialetto rovignese della IX novella del Decamerone. Nel 1877 per i tipi della Loescher di Torino escono i fondamentali "Canti popolari istriani raccolti a Rovigno".
Dal 1878 per più di un anno soggiornò a Parigi per perfezionarsi nello studio della filologia romanza. Nel 1879 su incitamento dell'Ascoli si recò a Veglia per studiarne l'antica parlata, ultimo retaggio della lingua dalmatica. Da tali studi nacque una pubblicazione di canti popolari in veglioto. Dopo aver insegnato al ginnasio di Rovereto e Trento, insegnò filologia classica e tedesco al ginnasio di Innsbruck e finalmente nel 1893 ottenne la cattedra di lingua e letteratura italiana all'Università di Gratz.
Tra gli anni 1902-1907 si recò più volte nella campagna romana per le sue ricerche etnologiche-linguistica su questa area, stringendo amicizia con varie personalità dell'epoca come il Nigra, Monaci ed il poeta Pascarella. Frutto di tali ricerche fu il libro "Canti popolari velletrani" del 1907, che venne recensito da Benedetto Croce in "Critica".
Fu autore inoltre del libro "I dialetti ladino-veneti dell'Istria", ove per ladino-veneto intende il linguaggio istrioto od istro-romanzo, cioè la parlata originaria dell'Istria che era, e parzialmente ancora è, in uso a Rovigno, Dignano, Valle, Fasana e Sissano di cui traccia un dotto e tuttora fondamentale profilo glottologico. Tra le altre sue pubblicazioni citiamo le "Novelline popolari rovignesi", Vienna 1877; le "Fiabe popolari rovignesi", Vienna 1878; "L'antico dialetto di Veglia", in Archivio glottologico italiano vol. IX, 1886; oltre ai "Saggi di dialetto rovignese", pubblicati in appendice alla "Storia di Rovigno", del rovignese Bernardo Benussi, oltre a varie altre opere edite ed inedite tra cui il manoscritto Dizionario Istrioto Italiano, che attualmente si trova presso la biblioteca dell'Università di Zagabria.
Nel 1907 fu parte in causa, anche se involontaria, del conflitto scoppiato all'Università di Graz, tra gli studenti italiani, che reclamavano la istituzione di una facoltà in italiano e quelli tedeschi. Con feriti d'ambo le parti, ma soprattutto del campo tedesco.
Moriva il 9 gennaio 1937 a Graz e le spoglie vennero riportate a Rovigno il 13 dello stesso mese. La sua ricca biblioteca, composta da più di 3.000 volumi venne affidata alla biblioteca Civica di Rovigno, ove andò ad arricchire i precedenti lasciti dello Stancovich, del dott. Borghi e del canonico Sebastano Bronzin oltra ai vari manoscritti ed opere a stampa degli Angelini e di altri benemeriti.
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