Lelio Luttazzi (Trieste, 27 aprile 1923 – Trieste, 8 luglio 2010) è stato un pianista, attore, cantante, compositore, direttore d'orchestra, showman, conduttore televisivo, radiofonico, scrittore e regista italiano.
Figlio di Sidonia Semani (maestra elementare a Prosecco) e Mario Luttazzi, di origine ebraica. Rimane, a soli tre anni di età, orfano di padre, morto di tubercolosi. Nel 1929 la madre si stabilisce a Prosecco, dove riprende a lavorare e, durante le elementari, è allievo della madre nella scuola elementare del paese; in seguito, parlando della sua infanzia, si definirà un bambino triste e pessimista, a causa dei suoi problemi familiari.
Riceve la prima formazione musicale da don Krizman, parroco di Prosecco, che gli impartisce lezioni di pianoforte per alcuni mesi nella canonica del paese. Dopo la scuola media inferiore s'iscrive al liceo Petrarca di Trieste, dove instaura una grande amicizia con un suo compagno di classe, Sergio Fonda Savio, nipote di Italo Svevo. Incominciano anche in questo periodo i dissidi ideologici con la madre, che è una fascista, mentre Luttazzi si avvicina all'antifascismo.
Durante la seconda guerra mondiale s'iscrive all'Università di Trieste alla facoltà di giurisprudenza, sostenendo soltanto due esami poiché incomincia a suonare il pianoforte a Radio Trieste e a comporre le sue prime canzoni. Nel 1943, con alcuni suoi compagni di università, si esibisce al teatro Politeama in veste di direttore d'orchestra per aprire il concerto di Ernesto Bonino, cantante torinese molto noto all'epoca, che rimane colpito da Luttazzi, al punto da chiedergli, al termine dello show, di comporre una canzone per lui; Lelio accetta l'invito inviandogli una sua composizione, Il giovanotto matto, che nello stesso anno Bonino incide e che diviene un grande successo. Terminata la guerra, apprende dalla SIAE di aver guadagnato con la canzone 350 000 lire; decide quindi di fare il musicista in maniera professionale e, nel 1948, si trasferisce a Milano, dove comincia a lavorare presso la casa discografica CGD, fondata dal suo concittadino Teddy Reno, che lo ha contattato per dargli l'incarico di direttore artistico; sempre per Teddy Reno, nel 1948, scrive Muleta mia. Nello stesso anno si sposa con la concittadina Magda Prendini (da cui si separerà nel 1963 con l'annullamento del matrimonio dalla Sacra Rota). Nel 1948 diventa padre di Donatella, che intraprenderà in seguito la carriera di cantante.
Stabilitosi a Torino, nel 1950 assume l'incarico di direttore dell'orchestra RAI, creando la prima orchestra d'archi ritmica in Italia della televisione italiana; nel 1954 si trasferisce a Roma per dirigere una delle orchestre della Rai di musica leggera con le quali parteciperà a diversi programmi di varietà. Negli anni seguenti lavora nel programma radiofonico a quiz Il motivo in maschera e nella stagione 1956/1957 dirige l'orchestra nel varietà radiofonico Rosso e nero. Scrive canzoni dal carattere jazzistico e piene di swing, interpretandole al pianoforte e cantandole in uno stile molto personale; tra le più note, si ricordano Chiedimi tutto, Legata a uno scoglio, Rabarbaro blues, Senza cerini, Timido twist. Compone brani come Una zebra a pois, cantata da Mina, Vecchia America per il Quartetto Cetra, Eccezionalmente, sì per Jula de Palma, You'll say tomorrow, registrato in italiano da Sophia Loren, Souvenir d'Italie; El can de Trieste, da lui stesso cantata in dialetto triestino. L'esordio televisivo come direttore d'orchestra avviene nel programma della RAI Musica in vacanza, del 1955, programma di varietà settimanale, assieme a Gorni Kramer e agli attori Isa Bellini, Alberto Bonucci, Paolo Ferrari, Adriana Serra.
La sua carriera di presentatore incomincia nel 1962, con la trasmissione Il paroliere questo sconosciuto, un programma musicale, per la regia di Lino Procacci, che vede affiancata a Luttazzi una giovanissima Raffaella Carrà. Presenta poi trasmissioni televisive come Studio Uno con Mina, Doppia coppia con Sylvie Vartan, Teatro 10 e Ieri e oggi.
Come autore partecipa al Festival di Sanremo 1964 con Piccolo Piccolo, con testo di Antonio Amurri, interpretata da Emilio Pericoli e Peter Kraus.
È anche attore, in L'avventura di Michelangelo Antonioni e L'ombrellone di Dino Risi, e in televisione in Biblioteca di Studio Uno con il Quartetto Cetra, dove recita la parte di messer Alvise Guoro nella puntata dedicata al Fornaretto di Venezia; è inoltre compositore di colonne sonore di film, tra le quali Totò, Peppino e la... malafemmina, Totò lascia o raddoppia? e Venezia, la luna e tu.
Compone le musiche per le commedie musicali di Scarnicci e Tarabusi, e altri autori.
Alla radio conduce Hit Parade, una rubrica settimanale sui dischi a 45 giri più venduti, andata in onda ininterrottamente dal 1967 al 1976, la cui notissima sigla diceva "Lelio Luttazzi presenta... Hiiit Parade!" e seguita da un altissimo numero di ascoltatori.
Nel maggio del 1970, all'apice del successo, viene arrestato insieme a Walter Chiari con l'accusa di detenzione e spaccio di stupefacenti; l'arresto avviene in seguito all'intercettazione di una telefonata in cui Luttazzi si era limitato a girare a uno sconosciuto un messaggio avuto da Walter Chiari. Lo sconosciuto si rivelò uno spacciatore. Walter Chiari, che si trovava a Bologna, aveva telefonato a casa Luttazzi, lasciando alla governante un messaggio: «Maria, sono Walter Chiari, dica al maestro Luttazzi di chiamare questo numero - detta alla governante di Luttazzi un numero di telefono di Roma - perché io qui dal Baglioni di Bologna non riesco a chiamare».
Maria riferisce a Luttazzi il messaggio: «Ha chiamato Walter Chiari, chiede di chiamare questo numero di telefono perché lui da Bologna non riesce. E a chi risponde di dire di chiamare Walter a Bologna all'Hotel Baglioni». Lelio compone il numero di telefono e riferisce il messaggio di Walter Chiari a un tizio mai conosciuto - un certo Lelio Bettarelli, che poi si scoprirà essere uno spacciatore. La telefonata viene intercettata e Luttazzi, dopo circa una settimana, verrà preso in custodia dalla polizia dalla sua casa di piazza Trevi a Roma e portato prima a Rebibbia, per poi essere rinchiuso nel carcere di Regina Coeli. Dopo ventisette giorni passati in carcere, viene rilasciato e la sua posizione stralciata, venendo di fatto prosciolto senza rinvio a giudizio.
L'errore giudiziario ha però conseguenze personali e sulla carriera, in quanto nel periodo della detenzione la conduzione di Hit parade viene affidata dapprima a Renzo Arbore e poi all'ex cantante Giancarlo Guardabassi. La trasmissione Ieri e oggi, terminata prima dell'arresto, riprende il 12 marzo 1972 con la conduzione di Arnoldo Foà e di altri presentatori. La breve esperienza carceraria subita lo segna indelebilmente e gli fornisce lo spunto per il romanzo autobiografico Operazione Montecristo e il suo unico film da regista, mai trasmesso in televisione se non dopo la sua morte, L'illazione (1972). Inoltre, l'ispirazione per il film Detenuto in attesa di giudizio viene ad Alberto Sordi proprio con la lettura del libro scritto da Luttazzi nei giorni di detenzione in cella d'isolamento, per l'accusa puramente indiziaria che risulterà poi del tutto infondata. Quando una vicenda simile toccherà anni dopo al collega Enzo Tortora, prima condannato e poi assolto in appello, Luttazzi sarà uno di coloro che spenderanno parole in sua difesa.
Luttazzi ritorna alla radio a presentare Hit parade dal 26 febbraio 1971 fino alla chiusura della trasmissione nel 1976.
Nel 1979 sposa in seconde nozze Rossana Moretti, una giornalista conosciuta nel 1975 a Roma.
Negli anni successivi lavora ancora saltuariamente in televisione: nel 1982 nella trasmissione Cipria di Enzo Tortora, nel 1984 in Al Paradise di Antonello Falqui, nel 1991 per Telemontecarlo a Festa di compleanno. Nel 1986 s'iscrive, con altri personaggi famosi (tra cui Dario Argento, Liliana Cavani, Damiano Damiani, Giorgio Albertazzi, Ugo Tognazzi, Domenico Modugno, Claudio Villa, Rita Pavone e Teddy Reno), al Partito Radicale, in seguito alla campagna di Marco Pannella "Diecimila iscritti entro il 31 dicembre del 1986, pena lo scioglimento".
Nel 1991 gli viene conferito il premio San Giusto d'Oro dai cronisti del Friuli-Venezia Giulia. Nel 1992, dopo una serie di concerti jazz in Italia, è insignito del Premio "Una Vita per il Jazz" dal Brass Group di Trapani. Dopo questo, Luttazzi decide di ritirarsi a vita privata.
Nel 2003 scrive una canzone per Mina, Ma tu chi sei, e negli anni successivi torna anche brevemente a esibirsi in pubblico, spesso in serate in suo onore.
L'8 ottobre 2006 è ospite d'onore della trasmissione Viva Radio2, che in quell'occasione andava in onda contemporaneamente alla radio e in televisione, ritornando così in RAI 36 anni dopo l'arresto; è ospite della stessa trasmissione anche il 27 febbraio 2008. Nel 2008 è ospite di varie trasmissioni televisive e radiofoniche: il 23 febbraio del programma Che tempo che fa, facendovi ritorno il 21 dicembre, il 16 maggio partecipa al Maurizio Costanzo Show, suonando Ritorno a Trieste, il 9 dicembre alla trasmissione radiofonica di Rai Radio Village.
Nel novembre 2008 decide di ritornare definitivamente a vivere a Trieste, in un appartamento a Palazzo Pitteri, insieme alla moglie. Per l'occasione, il regista Pupi Avati gira un film documentario, che andrà in onda su Rai 5 il 30 ottobre 2011. Il 19 febbraio 2009 partecipa al Festival di Sanremo dove ritira il "Premio alla musica 2009" e accompagna al pianoforte Arisa nel brano Sincerità, nella serata dedicata ai duetti delle Proposte (Arisa vincerà il Festival nella categoria dei giovani). Il 15 agosto 2009 tiene il suo ultimo concerto, in piazza Unità d'Italia a Trieste, esibendosi con il suo sestetto.
Malato da tempo di una neuropatia periferica che si è aggravata tre mesi prima, muore per complicazioni la notte dell'8 luglio 2010, a 87 anni di età, nella sua casa di Trieste. Dopo una cerimonia privata, il corpo è stato cremato e le ceneri disperse nel mare del golfo della città giuliana, dalla sua barca chiamata "Oblomov".
Alla 59ª edizione dello Zecchino d'Oro partecipa il brano La vera storia di Noè, di cui Luttazzi fu autore: il brano fu recuperato e donato all'archivio dello Zecchino dalla Fondazione nata il 22 ottobre 2010 in suo onore, voluta dalla moglie Rossana. Nel 2013 Simona Molinari incide gli ultimi due brani inediti scritti da Luttazzi, Dr. Jekyll Mr. Hyde (presentato al Festival di Sanremo assieme a Peter Cincotti), e Buonanotte Rossana.
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