giovedì 13 giugno 2024

Italia e Austria

«Chi disse I'Italia non esser altro che una espressione geografica volle dirci un'ingiuria, eppure disse una verità di cui egli stesso non intendeva il valore. Espressione geografica significa espressione di un fatto di natura, ed i fatti di natura non cangiano mai: l'Italia fu sempre nazione per un fatto di natura che la forza degli uomini non potè mai distruggere. Le nazioni si formano per organismo interno, non per aggregazione di genti o sovrapposizione. Il luogo, il sangue il pensiero, la religione, la lingua, le glorie, le sventure comuni, le tradizioni formano le nazioni: lo Stato è legame di tutto questo; ma è legame esterno, e può anche non esserci. C'è nazione senza stato, come la Grecia antica, e come la Germania; e c'è stato senza nazione, come l'Impero Austriaco e l'Impero Russo. L'Italia non fu uno Stato, ma fu una Nazione sempre: ed ultimamente questo spontaneo riunirsi e comporsi in uno stato dimostra che ella era divisa soltanto di fuori e per ragioni esterne

Con queste parole uno dei più costanti italiani, Luigi Settembrini, facevasi interprete di un fatto storico e di un sentimento nazionale. Con questo parole messe innanzi al suo Corso di letteratura ei voleva dire alla nuova generazione: — io non posso separare le lettere patrie dalla vita e dalle aspirazioni nazionali e non so morire senza significarti che il tuo dovere è compiere l'unità, cominciare la libertà.

Il principe di Metternich, che disse l'Italia un'espressione geografica, avrebbe di gran cuore detto dell'Austria le medesime parole. È appunto l'assoluta mancanza di questa espressione che rende l'Austria un'anacronismo tra l'Impero Germanico e le nazioni neolatine, e la spinge a compensarsi in oriente delle inevitabili perdite in occidente e a dissimularsi ogni giorno che moltiplicando le invasioni, raddoppia i vecchi errori e sosta il problema già risoluto del diritto di nazionalità.

Come il capo di Ugolino, rode quello dell'arcivescovo Ruggieri, e sono due condannati, così l'Austria rode la Turchia e sono due stati impossibili innanzi al nuovo diritto pubblico.

Codesto nuovo diritto movesi per due momenti: proclamazione del diritto di nazionalità, proclamazione del diritto di libertà. II primo compie le nazioni, il secondo I'uomo.

La proclamazione e la traduzione in atto del primo di questi principii costituisce la nuova missione, la vita nuova dell'Italia e la negazione dell'Austria. Sono due Stati finitimi e profondamente divisi meno dalle Alpi che da tutta la civiltà moderna.

Quindi I'odio. — Quando in mano dell'Austriaco noi spezziamo il bastone, esso ricorre all'ingiuria, se è giornalista; all'insidia, se è diplomatico. La pubblicazione del colonnello Haymerle è un'insidia.

Queste pubblicazioni oggi specialmente nè divertono l'indirizzo de' fatti, delle aspirazioni e de' bisogni, nè lo indugiano di un'ora. L'Europa sa che la lotta tra la Germania e la Francia, tra la Russia e la Turchia, tra I'Austria e gli Slavi del Sud non sono che applicazioni più o meno modificate di quella più antica, più precisa, più insistente e implacabile, che fu e sarà tra I'Italia e l'Austria, le due nazioni che oggi rappresentano l'antitesi nella vita europea — L'Europa sa che attentare all'Italia è negare il fondamento di fatto di tutto il nuovo diritto pubblico, è rifare il papato temporale, è un diffondere da' monti Urali all'Atlantico l'oligarchia nera, un tirare la storia verso il sillabo- — e che progredire implica prima spostare, poi cancellare l'Austria. — Sa infine che I'Austria, priva di ogni fondamento etnografico, di ogni determinazione geografica, e di quell'organismo etico che fa gli Stati moderni, è semplicemente una successione di trattati, cioè una espressione diplomatica.

Ed ecco ridotta ai giusti termini la differenza tra l'Italia e l'Austria innanzi alla civiltà: 一 L'Italia è un'espressione geografica; l'Austria è un'espressione diplomatica.

La prima formula è la proposta di un austriaco, e noi l'accettiamo; la seconda è la risposta di un Italiano, e l'Austria l'accetti. L'una e l'altra chiariscono all'Europa quale è il diritto signorile e quale il diritto nazionale; dove lo Stato senza nazione, e dove lo Stato nella nazione; dove il vivere per meccanismo diplomatico, e dove per organismo etico; dove il covo invisibile della reazione europea, e dove la scintilla della civiltà nuova; dove in ultimo l'odio che folleggia o insidia, dove la ragione che aiuta ogni progresso civile e lima da venti anni i due becchi dell'aquila nordica.

L'Austria, come semplice espressione diplomatica, può andare dall'Occidente all'Oriente, dalI'Europa in Asia, in America, in terre ignote;

L'Italia resta dov'è, nello spazio naturale che il mar circonda e l'Alpe.

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