lunedì 24 giugno 2024

I nostri morti

Al pari delle altre provincie sorelle all'annuncio quasi insperato dell'entrata in guerra dell'Italia nostra contro il secolare oppressore, la Dalmazia esultante e fidente volle offrire alla Patria il suo contributo di sangue e di ardente passione italica. Una balda schiera di dalmati, fiore della gioventù anelante di libertà, si unì all'Esercito ed alla Marina d'Italia per portare. sulle martoriate rocce del Carso e sul mare insidiaso e prigioniero, la voce della Dalmazia fedele. 

Oltre un centinaio di giovani, sprezzanti del pericolo, insaziabili di vendetta, anelanti di sacrificare le loro giovinezze, seppero eludere la feroce vigilanza delle truppe imperiali, ed attraverso ostacoli insormontabili, con grave rischio per la propria esistenza corsero fra le braccia dei fratelli lungamente invocati e sospirati. 

Piccolo manipolo di forti, i dalmati eroicamente lottarono e gloriosamente difesero con il loro sangue il sacro tricolore della Patria.

Benevenia Menotti
Codognato Francesco
Croce Egidio
Croce Renato
Fabbrovich Ferruccio
Kraljevic-Orlandini Roberto
Kraljevic-Orlandini Mirando
Linz Orio
Rismondo Francesco 
Zongaro Umberto
Zongaro Giacomo
Zink Eneo
Zink Ezio

segnarono con il loro sangue generoso la via della Redenzione e della Gloria.

Alla testa del glorioso manipolo dei dalmati morti per la Patria cavalca con le chiome al vento il martire di Spalato, Francesco Rismondo. Tinge del suo nobile sangue invendicato le italiche contrade tradite dopo il suo sacrificio e la sublime Vittoria degli Eroi. Lo seguono le ombre accigliate di Gulli e Rossi, i nuovi martiri senza vendetta, l'anima giovinetta di Riccardo Vuccassovich figlio e martire della città di Diocleziano.

Vanno le ombre gloriose verso la patria di Antonio Bajamonti, ed al cospetto del Podestà magnifico, frementi rinnovano il giuramento sacro.

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