domenica 18 febbraio 2024

Parenzo: lapidi distrutte

Il 1° dicembre 2014, a Parenzo durante i sondaggi archeologici all'interno di Palazzo Sincích, chiuso per la prima fase di restauro, sono stati rinvenuti i frammenti di una lapide risalente al periodo successivo alla prima guerra mondiale. Dopo il vaglio dei pezzi e la ricomposizione della lapide, nonostante alcune mancanze, si è potuto risalire al nome di Gino de Zotti caduto nel primo conflitto mondiale. La lapide recita:
A GINO DE ZOTTI
CHE SUI DIRUPI INSANGUINATI DEL CARSO LA SUA BALDA GIOVINEZZA GITTAVA
ULTIMA SFIDA ALL'AUSTRIA
ULTIMO DONO ALL'ITALIA
PARENZO RICONOSCENTE
XIX LUGLIO MCMXV
XIX LUGLIO MCMXIX  
Il direttore dei lavori di restauro Architetto Elisabeth Foroni ha quindi iniziato una ricerca che da Parenzo ha condotto a Bologna dove risulta che Gino de Zotti abbia trascorso qualche tempo come studente presso quella Università.

Facendo una prima ricerca presso l'Archivio Storico dell'Università di Bologna è stato possibile ricostruire il profilo del caduto.

Gino-Giovanni de Zotti di Pietro era nato a Parenzo nel 1894. Aveva conseguito la Maturità presso il Ginnasio Reale di Pisino.

Il 12 dicembre 1912 risulta iscritto alla Imperiale Regia Scuola superiore di Veterinaria di Vienna dove frequento 4 semestri. Allo scoppio della guerra abbandonava il territorio e riparava in Italia. II 14 Novembre 1914 chiedeva al Rettore dell'Università di Bologna il consenso di essere ammesso al 3º anno della Facoltà di Veterinaria di Bologna "avendo abbandonato il mio paese per non combattere nell'esercito degli oppressori della mia terra",

Successivamente de Zotti si impegnava attivamente come irredento e il 2 giugno 1915 presentava richiesta di ammissione al Corso Allievi Ufficiali alla Scuola di Modena. Partiva quindi come volontario II 19 luglio 1915 inquadrato nel 35° fanteria, e aggregato al 2º fanteria, "cadde nell'assalto sul Podgora" (ex "ufficio per notizie alle fa- miglie dei militari"). A lui veniva conferita la medaglia d'argento al valore militare. Indagando sulla vicenda del giovane irredento si è appurato che la lapide murata nell'atrio del Municipio era stata staccata dagli occupanti nel 1946 e quindi frantumata e, non si può conoscerne la ragione, trasportata a palazzo Sincich e lì sotterrata. 

VOLONTARI NELLA GUERRA DI REDENZIONE 1915-1918

  • ZOTTI de GINO (caduto sul Carso)
  • GRABAR ANTONIO (fucilato dagli austriaci a Cattaro)
  • ALBANESE FRANCESCO
  • ALBANESE LUIGI
  • BARBO SEBASTIANO
  • BECICH BRUNO
  • BENCI SILVIO
  • BUGLIOVAZZI ENRICO
  • CALUZZI NICOLO'
  • CECCONI CASIMIRO
  • CORTESE ODDONE
  • CUZZI UMBERTO
  • DANELON FRANCESCO
  • DAPRETTO GIORGIO
  • DARI UMBERTO
  • DEL CONTE FERDINANDO
  • DELINO TOMMASO
  • FRANCA LEO
  • FRANCA PIETRO
  • GEROMELLA GIUSEPPE
  • GIORIO UMBERTO
  • GIRONCOLI de GUIDO
  • MANZOLINI de ANDREA
  • MONFALCON VALERIO
  • MULLER GIUSEPPE 
  • PELLIS ANDREA P.
  • PAGANO- POGATSCHNIG G.
  • ROSANZ GIUSEPPE
  • RUSSIAN GIUSEPPE
  • SANDRI DOMENICO
  • SANDRI GIOVANNI
  • SBISA' FRANCESCO
  • SBISA' SEBASTIANO
  • SBISA' Dott. UMBERTO
  • SBISA' UMBERTO
  • SEVERI-GEMBRECICH MANLIO
  • SINCICH de ENEA
  • SIROTICH GIUSEPPE
  • SOLDATICH GIOVANNI
  • VASCOTTO ΕΝΝΙΟ
  • VASCOTTO LIVIO
  • VASCOTTO PLINIO
  • ZELCO RENZO
  • ZOTTI de GUIDO

Lapidi per i caduti

PARENZO RICORDA AI POSTERI

CHE ANTONIO GRABAR

RIBELLE ALL'INIQUA CAUSA DEGLI ASBURGO

FU SPENTO A CATTARO MARTIRE DI UNA GRANDE IDEA

XII FEBBRAIO MCMXVIII

Nel gennaio del 1946 i "titini" strapparono le lapidi dall'atrio del Municipio.

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