Il 27 Agosto 1941 il Partito Comunista sloveno (KPS) fondava la sua “intelligence”, ovvero la Varnostno-obveščevalna služba (VOS), sostituita poi nel 1944 dall’OZNA.
Il nuovo organismo era stato istituito meno di un mese prima dei due famigerati decreti del 16 settembre 1941, emanati dal partito e grazie ai quali qualunque partigiano comunista sul territorio sloveno poteva uccidere sul posto qualsiasi persona non appartenente all’Osvobodilna fronta (OF) - ovvero la stragrande maggioranza degli sloveni, in quel momento - venisse sorpresa con un’arma di qualsivoglia tipo in mano.
“In questo modo” ha spiegato in una conferenza stampa Jože Dežman, Presidente della Commissione di Stato slovena per lo scoprimento delle fosse comuni del dopoguerra - “il KPS e l'OF si appropriarono con la forza e completamente illegalmente della rivolta contro l'occupante e della presa del potere, che poi hanno iniziato ad attuare in modo conseguente e violento”.
Il compito della intelligence era quello di "rintracciare e distruggere" i veri o presunti oppositori del Partito Comunista e del movimento partigiano.
Nel breve periodo agosto 1941 - luglio 1942, i membri del VOS hanno liquidato almeno 941 persone soltanto in Slovenia e le vittime furono in primis rappresentanti di spicco delle autorità prebelliche, possidenti e grandi agricoltori, sacerdoti, intellettuali, imprenditori e tutti coloro che si opponevano apertamente alla rivoluzione comunista.
Tutte queste vittime erano esclusivamente slovene, e la maggior parte di queste uccisioni, così come le tante stragi che seguirono nel 1943 e fino al 1945, furono per decenni subdolamente messe in conto ed attribuite (la similitudine con il massacro di Katyn è immediata!) specialmente ai soldati italiani (fino all’autunno 1943) e ai tedeschi che occupavano il territorio.
“Nel febbraio 1944 fu abolito il VOS e nel maggio di quello stesso anno fu istituito il "Dipartimento per la Protezione della Nazione", cioè l'OZNA” - spiega ancora Dežman -; “le formazioni militari del VOS furono così ridistribuite in unità dell'Esercito di sicurezza dello Stato (VDV), ovvero unità speciali per combattere i traditori nazionali. Successivamente furono ribattezzati KNOJ o Corpo della Difesa Nazionale della Jugoslavia”.
Prosegue Dežman: “Il periodo più spaventoso fu il cosiddetto trimestre di sangue, maggio, giugno e luglio 1945, subito dopo la guerra. L'OZNA pianificò ed eseguì le più estese uccisioni extragiudiziali nella storia delle nazioni jugoslave. Fu un genocidio organizzato contro sloveni, croati, serbi e membri di altre nazioni dell'ex stato comune, nonché le minoranze che vivevano nel territorio di quel paese all'epoca. Terrore rivoluzionario con la dottrina della "lotta di classe", che è il fondamento dell'ideologia comunista.
Senza processo, civili e soldati, donne e bambini furono massacrati. La nazione croata ha subito il maggior numero di vittime. Nella sola Slovenia ci sono 700 massacri compiuti nel dopoguerra, mentre in Croazia più di 900 fosse comuni e cimiteri.
In Serbia, invece, finora sono stati scoperte 552 fosse comuni, con circa 130.000 vittime, ma le ricerche sono state appena avviate”.
Foto: Un'altra fossa comune scoperta in Slovenia nei pressi di Mostec (Čatež ob Savi), non lontano dal confine con la Croazia.
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