Egregio direttore, al Vittoriale degli Italiani di Gardone l'arca con le spoglie di Gabriele D'Annunzio è circondata da quelle dei suoi più cari amici e compagni in guerra e nell'impresa di Fiume. A quell'avventura partecipò anche un illustre parmense, Alceste De Ambris, esponente del sindacalismo rivoluzionario italiano, che aveva guidato lo sciopero agrario del 1908 nella provincia di Parma, battendosi contro la polizia governativa e il Regio Esercito mandati a sedare i tumulti. Fu nominato da D'Annunzio Capo di Gabinetto nel governo della città, ed elaborò la famosa Carta del Carnaro, la costituzione della Reggenza, poi trascritta in prosa aulica dal Poeta, ancora oggi studiata per gli espetti innovativi e di democrazia diretta che conteneva.
Sui pennoni del Vittoriale da qualche tempo sventola una strana bandiera, con lo stemma di Fiume, ma non in campo rosso giallo e blu, storici colori della città, bensi in uno strano campo azzurro. Ho chiesto spiegazioni e mi è stato risposto che quella è l'attuale bandiera di Rijeka. Ho pensato a un errore di qualche funzionario, ma alla mia replica Giordano Bruno Guerri, presidente della Fondazione del Vittoriale, confermando essersi trattato di una precisa scelta culturale da lui voluta, mi ha risposto così: Gentile sig. Bernkopf, abbiamo messo la bandiera di Rijeka oggi come mettiamo la bandiera italiana senza stemma sabaudo, G. B. Guerri».
Non è la stessa cosa: la rimozione dello stemma sabaudo fu una scelta espressa con il referendum istituzionale del giugno '46. Con o senza stemma il nostro tricolore rappresenta comunque l'Italia; i fiumani si battevano per l'italianità, non necessariamente per la monarchia, tanto che nel '21, alle prime elezioni libere dopo la prima guerra mondiale, quando a seguito del Trattato di Rapallo Fiume fu proclamata «Città libera», vinsero gli autonomisti di Riccardo Zanella.
Come figlio di esuli fiumani sono mortificato, e credo lo siano tutti gli esuli giuliano dalmati, e fiumani in particolare: nello storico Vittoriale degli Italiani una bandiera slava proprio non mi aspettavo che potesse essere issata. Non è certo per Rijeka che D'Annunzio è partito con i suoi legionari, fra cui Antonio Gottardo, Giuseppe Piffer, Mario Asso e Guido Keller, che riposano nelle arche del mausoleo attorno a quella di D'Annunzio. Non è certo per Rijeka che è morto Riccardo Gigante, senatore e sindaco di Fiume, ucciso dai partigiani comunisti slavi senza processo, e gettato barbaramente in una fossa comune. All'arrivo dei suoi resti al Vittoriale, una rappresentante della famiglia Gigante coprì la cassa con il nostro tricolore, vessillo inequivocabilmente italiano anche senza lo stemma sabaudo, ma sopra dispose la bandiera rossa, gialla e blu di Fiume italiana. Nell'occasione Giordano Bruno Guerri ebbe a dire: «possiamo soddisfare una volontà di Gabriele d'Annunzio e del suo amico Riccardo Gigante che desideravano essere seppelliti insieme, vicino ad altri compagni di guerra e dell'impresa di Fiume». Avrebbe dovuto dire «dell'impresa di Rijeka», visto che è la bandiera di Rijeka che ha fatto issare: se vedessero sventolare quella bandiera straniera sopra di loro, di certo quei morti si rivolterebbero sdegnati nelle loro arche di pietra. Spero che il presidente Guerri corregga l'errore.
Edoardo Bernkopf
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