Girolamo Agapito nacque a Pinguente d'Istria il 13 marzo 1783, conte, e per parte di madre imparentato alla famiglia Gravisi dei marchesi di Pietrapelosa.
Discendente da una famiglia veneto-cretese profuga nel 1669 a Parenzo per sfuggire ai Turchi, nato nel 1783 a Pinguente dove il padre aveva ottenuto il posto di archivista, frequentò il Collegio dei Nobili di Capodistria, mentre il fratello Andrea seguiva il corso di architettura militare nel Collegio di Verona. Sarebbe dunque divenuto uno dei tranquilli funzionari di provincia se la morte del padre e la quasi contemporanea caduta della Repubblica di Venezia non avessero imposto alla sua vita un corso ben più drammatico.
Dopo un breve soggiorno a Trieste presso il nonno materno marchese Gravisi, avvocato e notaio, ebbe un impiego presso il governo provvisorio dell’Istria, completò i suoi studi laureandosi in giurisprudenza a Padova, visse per qualche tempo a Lubiana, Graz e Vienna. I problemi economici non gli impedirono di sviluppare la forte inclinazione letteraria: ancora studente frequentò l’Accademia dei Risorti di Capodistria, poi quella degli Arcadi Sonziaci a Trieste.
Nel maggio 1809 le armate francesi occuparono Trieste per la terza volta. L’Agapito, che un mese prima era sfuggito alla cattura sul campo, fece buon viso ai nuovi padroni. Molti anni dopo, nell’estate 1840, in una supplica alle autorità per ottenere un sussidio (Arch. Stor. Comun. F. 1/5-1, N. 8816/2419), avrebbe detto di aver collaborato col nemico solo per liberare se stesso ed il fratello dall’arresto e dall’accusa di parteggiare per l’Austria, ma la sua rapida carriera ci permette di dubitare di queste scuse tardive: nominato commissario di polizia e poi giudice di pace, già tre mesi dopo l’invasione un suo inno ed una sua cantata erano nel cartellone di una serata di gala organizzata al Teatro Grande per il compleanno dell’Imperatore dei Francesi. L’anno seguente venne riformata l’organizzazione scolastica ed il nostro divenne insegnante liceale di eloquenza e di storia a Lubiana, dove Andrea era ingegnere militare. Poi passò a Trieste, professore di retorica nel ginnasio liceo. Ma nell’autunno del 1813 lo sbarco anglo-siciliano poneva fine al dominio napoleonico nella città e l’anno seguente il ginnasio liceo veniva chiuso sicché Girolamo, rimasto disoccupato, doveva cavarsela facendo il giornalista e scrivendo poesie ad ogni fausto evento della Casa d’Asburgo, mentre il fratello sbarcava il lunario dipingendo immagini sacre e – consunto dalla tisi – moriva nel 1817.
L’appoggio di Domenico Rossetti e di altri cittadini illustri permise all’Agapito di sopravvivere ai duri anni della Restaurazione: successe al de Coletti nella direzione dell’Osservatore Triestino che cedette nel 1820 quando – uscita ormai la città dalla lunga crisi economica – ritenne opportuno darsi all’editoria.
Stampò alcune opere ormai dimenticate (romanzi, grammatiche, lunari, una riedizione della storia di Trieste di Ireneo della Croce) poi ebbe l’idea di por mano ad una collana di guide che descrivessero la città ed i suoi dintorni. La sua preparazione storica ed archeologica e lo stile elegante decretarono il successo di tali guide, riedite abbastanza recentemente (1972) in volume unico dalla Libreria Internazionale Italo Svevo di Trieste.
Riesce utile ancor oggi per gli studi storici la sua Compiuta e distesa descrizione della fedelissima città di Trieste, Vienna 1824, senza dubbio l'opera sua più importante. Possono essere ricordate ancora: Le grotte di Adelsberg, di S. Canziano, di Corniale, di S. Servolo ecc., Vienna 1823; Le descrizioni storico-pittoriche di pubblici passeggi suburbani... di notabili ville e giardini privati ecc. nei contorni di Trieste, Vienna 1826; Descrizione della fedelissima città e portofranco di Trieste unitamente alle sue vicinanze e passeggi, Vienna 1830; Sul traffico di Trieste con gli Stati Uniti, Trieste 1842; La descrizione di Peroi, Trieste 1842. Gli è poi attribuito dallo Ziliotto un libretto che si conserva nel Museo d'antichità di Trieste: cinquantatrè carte nelle quali sono delineate a matita o a penna o ad acquarello immagini riproducenti epigrafi romane dell'Istria, raccolte con il titolo Peregrinazioni per l'Istria negli anni 1825-28, regnando il glorios.mo Imperatore Francesco I d'Austria ecc., Re dell'Illiria. Lasciò inoltre traduzioni, soprattutto dal tedesco, e due operette teatrali inedite, di cui una in dialetto veneziano, che fu rappresentata a Trieste nel novembre 1808.
Mori a Trieste il 24 febbraio 1844.
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