giovedì 21 dicembre 2023

Fiume: il capitano di lungo corso Giulio Zagabria

Il Com.te Giulio Zagabria - Classe 1897, fiumano di adozione e nativo di Fianona d'Istria- 13 giorni dopo l’entrata in guerra dell’Italia il 10 Giugno 1940, riceve in consegna dall’Armatore la nave “Francesco Barbaro”, motonave merci varie di 6443 Tonn. Il giorno seguente nave ed equipaggio vengono requisiti e militarizzati. La Motonave è nuova e fiammante, varata ai Cantieri CRDA di Monfalcone, la prima di altre 5 gemelle commissionate dalla Sidarma di Fiume. 

Ma “Sidarma” chi?

All’annessione di Fiume all’Italia nel 1924, a Fiume ci sono 6 Società di Navigazione: Adria, con sede in Palazzo Adria; Costiera con sede in Porto Franco; Levante con sede in Via Cavour; Nautica con sede in Sabiza, e Fiumana di Navigazione con sede in Piazza Dante. Manca la Ungaro-Croata S.p.a. (Magyar Horvàt Tengeri) con sede a Fiume creata nel 1899 dal Ministro Gabor Baross con capitale ungherese, fiumano e croato su proposta del grande Imprenditore fiumano Luigi Ossoinack (1849-1904). Nel 1922 questa Società - essendo crollata l’Ungheria - divide consensualmente le navi in due Società: la citata Costiera, italiana, e la Jadranska Plovidba d.d. con sede a Sussak.

Nel 1929 avviene il disastro economico e finanziario mondiale e l’Italia corre ai ripari costituendo nel 1932 l’IRI - Istituto Ricostruzione Industriale che nel campo armatoriale prevede la costituzione della FINMARE. E così le nostre Compagnie Costiera con 8 navi e Nautica con una nave entrano a far parte della Compagnia di Navigazione Adriatica con sede a Venezia, sorta dalla fusione di sei Società per il traffico in Adriatico, Mediterraneo e Medio Oriente. 

Nel 1936 interviene un nuovo Decreto che prevede nuove liquidazioni e ridefinizioni e così con l’appoggio di Giorgio Cini - importante Manager del momento - nel 1938 viene creata la nuova Società di navigazione fiumana SIDARMA Societa’d’Armamento Marittimo che si impegna nel rammodernamento delle proprie navi con la sopracitata commessa di 6 nuove navi mercantili ai CRDA Cantieri Riuniti dell’Adriatico di Monfalcone. Le navi porteranno i nomi dei Dogi veneziani: Francesco Barbaro, Andrea Gritti, Vettor Pisani, Pietro Orseolo, Sebastiano Venier e Marco Foscarini. 

Così si ritorna alla nave “Francesco Barbaro”, di cui la storia. 

Dopo supplettivi lavori a bordo per l’installazione di armi di difesa, la “Francesco Barbaro” parte per la sue missioni in convoglio per Tripoli e Bengasi nelle date del 7 Luglio e 27 Luglio 1940, che vengono concluse regolarmente senza eccessivi pericoli.

La prima Missione sfortunata

Il 5 Settembre sempre del 1940, la Barbaro lascia Napoli con un carico di 3000 Tonn. di munizioni, provviste, carri armati, automezzi e altro materiale bellico per Bengasi. Il convoglio segue la rotta costiera della Tunisia e vi giunge integro il 9 Settembre, dopo una breve sosta a Tripoli, con la prospettiva di rimanere a Bengasi almeno 8 giorni per lo sbarco del carico data l’insufficienza delle attrezzature portuali rispetto al super-congestionato porto libico. 

Il 17 Settembre, mentre la “Francesco Barbaro” è ancora intenta alle operazioni di sbarco, il porto di Bengasi viene a trovarsi sotto attacco da parte di 9 Swordfish inglesi decollati dalla Portaerei “Illustrious” con bombe dirompenti ed incendiarie. Vari natanti sono colpiti tra cui i mercantili “Gloria Stella” e “Maria Eugenia”, ormeggiati sopravvento alla “Francesco Barbaro” che prendono fuoco e minacciano un disastro. 

Il Comandante Zagabria dà l’ordine di mollare gli ormeggi e porta in salvo la nave circondata ormai da un pericoloso mare di nafta in fiamme, dirigendola verso Tripoli. Purtroppo all’uscita dal porto la nave viene investita dall’esplosione di una mina magnetica da 680 Kg. lanciata dagli stessi aerei incursori che le squarcia la prua inondandola di acqua. A bordo c’è anche una fuga di anidride carbonica nella sala macchine, ma il Direttore di Macchina Virgilio Iacobini, triestino, resta al suo posto e così l’equipaggio, mentre con grande perizia il Comandante inverte la rotta e riporta in acque sicure del porto la nave salvandola dall’affondamento. Purtroppo ci sono morti e feriti. Due uomini, il Nostromo Giovanni De Vescovi di Rovigno e il Marinaio Giuseppe Zagabria, suo concittadino e omonimo di Albona, perdono la vita a causa dell’esplosione. Entrambi saranno Decorati con la Croce di Guerra al Valor Militare alla Memoria. I feriti vengono ricoverati nella nave Ospedale “California”.

Al Comandante Giulio Zagabria in data 29 Gennaio 1941 gli viene conferita la Medaglia di Bronzo al Valor Militare con la seguente motivazione:

Durante un attacco nemico, essendosi sviluppato un pericoloso incendio a Bengasi su un piroscafo ormeggiato sopravvento alla sua nave, eseguiva con prontezza, calma e perizia la manovra di cambio di ormeggio salvando la sua unità da sicura perdita. Successivamente fuori dal porto - essendo la sua unità rimasta danneggiata dallo scoppio di una mina magnetica - riusciva a ricondurla in porto e salvarla da sicuro affondamento.”

Quando la “Francesco Barbaro” fu in condizioni di riprendere il mare, venne rimorchiata dal rimorchiatore “Titano” e portata in bacino ai Cantieri CRDA di Monfalcone, dove in sei mesi e con un’operazione chirurgica di rara precisione le sostituirono circa 20 metri di prua. Era il Maggio 1941 e dopo tre mesi ritornò in servizio effettuando due Missioni andate a buon fine.

La seconda Missione sfortunata.

Il 1° Settembre 1941 la “Francesco Barbaro” parte in convoglio con a bordo carri armati italiani e tedeschi, munizioni, viveri e rifornimenti vari. Come prestabilito, si congiunge con altre 5 navi tra cui le gemelle fiumane Andrea Gritti, Vettor Pisani e Sebastiano Venier. Passano lo Stretto di Messina e - scortate da sei cacciatopediniere - imboccano la rotta di Levante cercando di stare distanti dal raggio d’azione aerea di Malta. Purtroppo nella notte subiscono un attacco da parte di aerosiluranti decollati da Malta e vengono colpite da siluri sia la Francesco Barbaro che la Andrea Gritti. Quest’ultima esplode affondando con 349 vittime. La Barbaro è colpita nella poppa da un solo siluro e rimane immobilizzata, bersaglio per nuovi attacchi. Il Comandante militare Cap. di Fregata Martini organizza la difesa di bordo e dopo aver abbattuto un aereo nemico predispone - con la collaborazione del Com.te Zagabria - al trasbordo dei 300 militari a bordo e 95 uomini dell’equipaggio sul Cacciatorpediniere “Dardo”. Tutto si svolge senza il minimo incidente malgrado il buio e il mare mosso, e senza registrare alcuna vittima, favoriti anche dall’assetto della nave che si presenta in condizioni di essere salvata. E così il Cacciatorpediniere “Dardo” prende anche a rimorchio la nave e la porta in salvo a Messina. Entrambi i due Comandanti Zagabria e Martini vengono decorati con la Medaglia di Bronzo al Valor Militare.

Questa la motivazione “sul campo” per il Com.te Giulio Zagabria in data 24 Marzo 1942 con Decreto del Ministero della Marina:

Comandante civile di piroscafo requisito navigante in convoglio, durante un attacco di aerosiluranti nemici, affrontava decisamente la situazione manovrando con abilità e prontezza contro l’offesa nemica. Colpita l’unità da siluro, organizzava con calma e tempestività il trasbordo del personale su altra nave cooperando, con elevata perizia e in avverse condizioni di mare, alle operazioni di rimorchio felicemente compiute.”

L’ultima Missione.

La nave torna ai CRDA di Monfalcone dove i lavori di riparazione durano 9 mesi.

E così il 26 Settembre 1942 la nave si appresta ad una nuova Missione che le sarà fatale. Imbarca a Brindisi carri armati e semoventi, automezzi e rimorchi, munizioni, mezzi corazzati tedeschi, materiale d’artiglieria, insieme ai semoventi del 15° Raggruppamento Esplorante Corazzato dello Squadrone “Cavalleggeri di Lodi”. Il convoglio si dirige verso Est per seguire una rotta fuori dalle possibilità aeree di Malta, ma a circa 60 miglia da Navarino nel Peloponneso incrocia il sommergibile inglese P 35 che lancia ben 4 siluri proprio contro la “Barbaro”. Viste le scie dei siluri, tre di questi vengono distrutti dalle mitragliere degli aerei di scorta, ma il quarto colpisce a prua la nave che subito imbarca acqua.

Scoppia il panico fra i Militari imbarcati malgrado le istruzioni ricevute all’imbarco da adottare in caso di abbandono nave. E ciò provoca parecchie vittime. Tuttavia la nave, benchè gravemente danneggiata, non appare in pericolo di affondamento. Il Cacciatorpediniere “Lampo” inizia il rimorchio che procede molto lentamente con rotta verso Navarino. A bordo c’è un incendio che ogni tanto divampa e poi rallenta. Nella notte illuminata dalla luna la “Francesco Barbaro” vive il suo Calvario di sofferenza e di speranza, e lotta per non affondare. Purtroppo l’incendio ha la meglio e la nave si inabissa al largo di Capo Malachia dell’isola di Zacinto. Su un totale di 278 uomini tra equipaggio e militari, 248 sono tratti in salvo sulle Torpediniere Lampo, Partenope e Clio. In 30 perdono la vita di cui 15 del Raggruppamento “Cavalleggeri di Lodi”.

Il Dr. Mario Gerbini - nel suo libro "Note storiche del porto di Fianona d'Istria" - così parlò del Com.te Zagabria: 

Il Cap. Giulio Zagabria, figlio Illustre di Fianona e dell’Istria, figura di prestigio, di serietà e di coraggio, ha dato lustro e vanto alla Marineria italiana. Amò Fianona e l’Istria, visse l’orgoglio di appartenere all’antica stirpe italiana e trasmise ai figli e ai giovani tali sentimenti perché quella terra sia sempre ricordata. Giulio Zagabria ha lasciato un particolare ricordo di gratitudine alla Comunità di Fianona perché nei lunghi anni di navigazione egli appoggiò, sostenne, aiutò i paesani a trovare imbarco ed in altre necessità di vita. Fu severo, buono e giusto, ampio di calore umano. Fu stimato e ricercato dalle Compagnie di Navigazione.”

CURRICULUM del Com.te Giulio Zagabria

Nato a Fianona d’Istria il 4 Febbraio 1897 e sepolto a Rapallo (GE) 16 Ottobre 1976.

Diplomato all’Accademia Nautica di Fiume

19 Settembre 1940 - prima Medaglia di Bronzo al Valor Militare

16 Febbraio 1942 - seconda Medaglia di Bronzo al Valor Militare

31 Maggio 1970 - Croce al Merito di Guerra

Medaglia d’Oro di Lunga Navigazione

5 Gennaio 1969 - Istituto del Nastro Azzurro Rapallo

Fonti: 

Ufficio Storico della Marina Italiana - Navi Mercantili perdute

MUCA Museo della Cantieristica - Monfalcone

Patrizia Lucchi Vedaldi - “Capitano Costantino Lechich - Sulle tratte 

                                        del Quarnero” - Monografia

Mario Gerbini - “Note storiche del Porto di Fianona d’Istria”




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