Nato a Pola il 25 settembre 1921, Ponzi fondò a 27 anni d'età la "Mercurius Investigazioni", che l’anno dopo venne ridenominata "Tom Ponzi investigazioni".
Ebbe subito un rapido successo, anche in campo internazionale: egli lavorò, tra gli altri, per Nelson Rockefeller, gli Agnelli, Enzo Ferrari, l’Aga Khan, accompagnando la vita italiana del dopoguerra, raccontando o indagando – soprattutto negli anni Sessanta e primi anni Settanta – i cambiamenti nella sfera privata, nella vita delle famiglie e nella società più in generale di un paese che sarebbe rapidamente diventato una delle maggiori potenze industriali.
Tom Ponzi fu per molti versi il primo in Italia a fare delle investigazioni una professione ad alto livello, passando negli anni dalle investigazioni matrimoniali a più complesse indagini industriali, patrimoniali e finanziarie: coadiuvato dal fratello Vittorio, la sua agenzia diventó ben presto l’occhio privato più famoso del paese e d’Europa.
Il suo primo incarico di rilievo fu per conto di Vittorio Valletta, l’allora amministratore delegato della FIAT, che gli affidò il compito del recupero crediti e il controllo della solvibilità dei clienti che acquistavano le prime automobili.
Un settore molto importante è sempre stato quello delle indagini a carattere privato e, fra i clienti di Tom Ponzi, si può annoverare anche l’Aga Khan III, il nonno dell’attuale Karim Aga Khan IV, che dubitava fortemente della fedeltà della sua quarta moglie.
Il fatto di aver lavorato per uno degli uomini più ricchi del mondo accrebbe notevolmente la popolarità dell’agenzia investigativa nel campo del jet set internazionale.
Nel 1949, gli viene affidato il primo caso importante da una grossa azienda e la stampa cominciò a interessarsi veramente di lui. La Star si era accorta che i suoi dadi da brodo venivano contraffatti, allora assoldò Ponzi che si mise a pedinare personalmente il furgone che consegnava ai negozi i dadi “truccati” e smascherò in breve tempo i truffatori.
La sua reputazione si consolidò ulteriormente in tutti gli ambienti, e non solo in quelli investigativi, con un’altra indagine condotta a regola d’arte sempre nel campo della contraffazione, in questo caso dei medicinali Squibb ad opera di una banda che operava sia in Italia che fuori da essa. In seguito si occupò, sempre con successo, di un caso di contraffazione del profumo N. 5 di Chanel.
Fra gli altri clienti illustri, è da segnalare, negli anni settanta, il senatore Vittorio Cini, mentre una squadra della Tom Ponzi era sempre presente ai box della scuderia Ferrari, per controllare eventuali sabotaggi.
Nel 1982, in occasione del ventennale della testata Diabolik, le sorelle Giussani assoldarono Ponzi per ritrovare Zarcone, il disegnatore che illustrò il primo numero del fumetto (Il re del terrore) per poi sparire misteriosamente.
Ma è già nel 1956 che egli viene alla ribalta delle cronache italiane per il suo intervento nella scuola elementare di Terrazzano dove due balordi avevano sequestrato un centinaio di alunni e tre maestre: assieme all'operaio Sante Zennaro, riuscì a penetrare nell'edificio e a disarmare i malviventi. La vicenda si concluse però con l'uccisione di Zennaro, colpito per errore dalle forze dell'ordine. Zennaro fu insignito della medaglia d'oro al valor civile, mentre Ponzi non ottenne alcun riconoscimento. Ponzi affermava inoltre di essere stato testimone delle manomissioni della scena da parte dei poliziotti, che intendevano occultare le loro responsabilità attorno alla morte dell'operaio ucciso.
Nei primi anni Settanta fu coinvolto in un vasto scandalo giudiziario con l'accusa di aver pianificato una vasta rete di intercettazioni non autorizzate ai danni della Montedison e di alcuni esponenti politici. Tom Ponzi riuscì a fuggire a Nizza prima dell'arresto, dove rimase sei anni. Tornato in patria, fu assolto con formula piena. In quell'occasione, tuttavia, gli fu ritirata la licenza di investigatore e non riuscì più a riottenerla; lo stesso Ponzi dichiarava di essere vittima di una persecuzione a causa della vicenda di Terrazzano. Poté in qualche modo continuare a occuparsi della sua agenzia investigativa intestandola ai figli.
Tom Ponzi ebbe anche un ruolo di attore nel piccolo schermo: nel 1970 interpretò il commissario Sciancalepre nella miniserie RAI "I giovedì della signora Giulia", ispirati all'omonimo romanzo di Piero Chiara.
Dopo la sua morte, avvenuta a Busto Arsizio nel 1997, si aprì tra gli eredi una lunga vicenda giudiziaria per la guida della società investigativa, oggi amministrata dal nipote Luciano Tommaso Ponzi, fondatore di Federpol.
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