mercoledì 1 novembre 2023

LA POESIA FIUMANA E LA SUA LETTERATURA: LA BREVE RASSEGNA DI ALESSANDRO DAMIANI

Anche la città di Fiume ha avuto una propria letteratura, naturalmente di stampo squisitamente italiano. A parlarcene è Alessandro Damiani, giornalista e scrittore della Comunità nazionale italiana in Croazia morto nel 2015.

Fra i nomi abbiamo innanzitutto Daniele Pillepich, autore di rime amorose contraddistinte da una forma "sorvegliata", e Pietro Pillepich, critico letterario e traduttore dallo spagnolo, oltre che collaboratore di riviste italiane, iberiche e dell'America Latina. 

Seguono Vincenzo Host, la cui poesia richiamerebbe "motivi crepuscolari sullo sfondo di un disagio esistenziale", Silvino Gigante e Gino Sirola, ma anche Gino Antoni, giornalista, animatore della Società Filarmonico-Drammatica, autore di cinque commedie, "buon elzevirista e autore di una raccolta di novelle", per quanto fosse più noto per la poesia dialettale in fiumano.

Quanto alla poesia "vernacola", il Damiani cita Mario Schittar (1861-1890), considerato il primo poeta in veneto fiumano (si faceva chiamare "Zuane de la Marsecia"), Arturo Cafieri (1867-1941, pseudonimo "Rocambole"), Gino Antoni (1877-1948, pseudonimo "Cavaliere di garbo"), caratterizzato dall'uso di un dialetto "emendato". Sono menzionati anche Oscarre Russi (1887-1910, pseudonimo "Russetto"), "capace di una causticità da uomo disincantato", ed Egidio Milinovich (1903-1981, chiamato "Barbacan"), caratterizzato da una canzonatura gustosa mai tendente alla satira.

Damiani considera tuttavia "effimera" la letteratura fiumana, anche perché improntata prevalentemente sul dialetto locale. 

Quanto agli storici, figurano Egidio Rossi, "personalità interessante per gli stimoli che ha dato e che non ha dato e che non ah potuto guidare", autore di brevi saggi pubblicati su riviste del tempo, e Alfredo Fest, ungherese bilingue ricordato come "ricercatore accurato e studioso acuto di documenti che sono fondamentali per la storia di Fiume".

Non mancano Michele Maylender, autore di una Storia delle Accademie d'Italia considerata "utile strumento di lavoro per gli studiosi del costume letterario italiano" e Guido Depoli, etnologo e storico contraddistinto dalla "serena oggettività che forma il metodo del naturalista".

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