giovedì 2 novembre 2023

La fine di Pola

 


Una giovane coppia di profughi piange inginocchiata di fronte all'Altare della Patria.

Nel luglio 1946, 28.058 residenti su 31.700 dichiararono di voler lasciare la città in caso di cessione alla Jugoslavia. Un’ulteriore spinta a partire fu impressa dalla strage di Vergarolla del 18 agosto, che fece un centinaio di vittime e che dalla popolazione venne attribuita ad una strategia terrorista jugoslava. L’esodo iniziò a dicembre e coinvolse circa 30.000 persone, comprese alcune migliaia di istriani confluiti anche da fuori città.


Il piroscafo "Toscana", capace di 2.000 posti, fece dodici viaggi verso i porti di Venezia e di Ancona.


«Se ne vanno dalle case dei Padri, coi vecchi, con le mogli, coi bimbi, col poco che hanno potuto raccogliere della roba loro, e cauto l'estraneo mondo li guarda.
Triste è pensare che nel mondo di oggi, nel disanimato mondo uscito da una spaventosa guerra, non c'è più Pietas Julia.
Ma Pietas Julia, Pietà per la Gente Giulia, c'è e durerà eterna in noi e in quanti, Italiani, hanno un'anima
.» 



Pola avvilita deturpata
da rozze genti d’oriente
da primordiale violenza
privata dei tuoi figli
ma immutata, viva ancora
nella stanca memoria
per i colori dei bragozzi
gli odori inebrianti del porto
i canti di giovani donne
i giochi ruzzanti dei bimbi.

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