”Non riesco considerare l'Istria terra croata e soffro quando sento dire da qualcuno: "vado in Croazia", e scopro che va a Pola.
Pola! Sono passati tanti, tanti anni eppure gli occhi della memoria mi ripresentano, vivide, le immagini dei luoghi più cari, dei percorsi consueti. Abitavamo, il babbo, la mamma ed io, in un appartamento al terzo piano, poco a valle della Fortezza che vedevo dalle finestre sul retro, separata da grandi orti. Sul davanti, oltre una selva di tetti, s'intuiva il mare.
Frequentavo la quinta elementare, e la scuola era vicina alla parrocchia: Sant'Antonio. Non doveva essere lontana da casa perché andavo sola per una larga e quieta via in costa e risento il freddo soffio della bora, nelle mattine d'inverno. Avevo una maestra indimenticabile, Maria Tintor, cui devo tra l'altro la base sintattico-grammaticale e che mi preparò, insieme ad alcune compagne, per l'esame di ammissione al ginnasio. La preparazione fu accurata e del tutto gratuita, compensata da un ottimo risultato che la rese felice. Delle cinque maestre elementari che mi seguirono nelle cinque città diverse, è solo di lei che ricordo il nome, il volto e la dolce fermezza.
Alla fine dell'estate il babbo fu di nuovo trasferito e dalla nave la vidi che si allontanava pian piano, la mia Pola, ma una cartolina recente (di mio figlio!) me ne ha riportato l'immagine, identica: la collina e la città digradante, Sant'Antonio, l'arena, il porto.
C'è ancora il bosco Siana? La mamma mi ci accompagnava, i pomeriggio di sole e mi divertivo a farmi largo tra la fitta vegetazione, quasi fosse la giungla e raccogliere i ciclamini. E' nel bosco Siana che ho colto i primi ciclamini, per continuare a farlo, in luoghi diversi, fino a qui. E l'Arco dei Sergi? Immetteva nel corso, se ben ricordo, meta delle passeggiate domenicali della famiglia. Una città romana e veneziana, la mia Pola, una città italiana. Perché l'Istria non è trattata dai Croati come gli italiani trattano l'Alto Adige? Mi basterebbe questo, ma non mi risulta che sia così.“
Valeria Bonacchi Onori, nata a Pistoia nel 1925, figlia di un dipendente pubblico, costretta a cambiare sede ogni anno per la professione del padre, fu a Pola nel 1935/36 e non c'è più tornata in vita sua.
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