Giuseppe Prospero Revere (1812-1889) nasce a Trieste il 2 settembre 1812 in una famiglia originaria del Mantovano, Giuseppe Revere era destinato a intraprendere una carriera commerciale. Tuttavia, all'età di 23 anni, decise di dedicarsi agli studi letterari a Milano, dove entrò nel prestigioso salotto della contessa Maffei, guadagnandosi la simpatia di quel circolo colto grazie alla sua vivacità e arguzia.
Durante gli anni giovanili, la sua passione per la patria lo portò a partecipare attivamente ai movimenti risorgimentali. Fu combattente nelle Cinque Giornate di Milano del 1848 e si unì ai difensori di Roma e Venezia nel 1849. Questa sua partecipazione lo portò in stretto contatto con figure risorgimentali di spicco come Carlo Cattaneo a Milano e Goffredo Mameli a Roma. Durante il periodo di resistenza a Venezia, ebbe dissidi con Daniele Manin, che lo portò ad essere bandito dalla città.
Revere fu un prolifico scrittore e artista, influenzato da grandi nomi come Heine e Ugo Foscolo. Le sue poesie, ricche di brio, humour e carica satirica, riflettono spesso temi sociali e politici dell'epoca. Tra queste, "Sdegno ed affetto" (1845), "Persone ed ombre" (1862) e "Sgoccioli" (1881) si distinguono. Ma non solo poesie; Revere scrisse anche drammatici racconti storici, tra cui "Lorenzino de' Medici" (1839) e "Il marchese di Bedmar" (1846), oltre a pezzi di costume come "Vittoria Alfiani" (1849). Alcune delle sue opere migliori sono raccolte di impressioni, come "Bozzetti alpini" (1857) e "Marine e paesi" (1858), che furono composte durante i suoi soggiorni a Genova e Susa.
Revere non si limitò alla scrittura. Fu anche un attivo pubblicista. A Milano scrisse per la "Rivista europea", mentre a Torino collaborò con la "Rivista contemporanea", usando vari pseudonimi come Anacleto Diacono e Cecco d'Ascoli.
Nel 1869, la sua reputazione lo portò a rappresentare il Regno d'Italia all'apertura del Canale di Suez come delegato.
Si spense a Roma, il 22 novembre 1889. Le sue spoglie mortali furono riportate a Trieste appena nel 1921, dopo essere state negate per molto tempo dall'Austria.
In suo onore, gli è stata titolata una strada di Milano.
Nel 1896, postume, le opere di Revere furono raccolte in quattro volumi, con una prefazione di A. Rondani.
Nonostante alcuni critici abbiano sottolineato le mancanze nella sua concezione artistica e nella forma, permane l'importanza di Revere nella letteratura e nella storia italiana.
Tra le sue opere più importanti si ricordano:
Poesie: Sdegno ed affetto (1845); Persone ed ombre (1862); Sgoccioli (1881)
Drammi: Lorenzino de' Medici (1839); I piagnoni e gli arrabbiati al tempo di Girolamo Savonarola (1843); Sampiero da Bastelica (1846)
Saggi: Marine e paesi (1858), in cui Revere descrive le donne di Muggia come regatanti famose; Bozzetti alpini (1857); Storie di terra e di mare (1865).
Giuseppe Revere ha scritto sull'Istria, tra cui:
"Istria", un articolo pubblicato sulla rivista "Rivista contemporanea" nel 1866. In questo articolo descrive le bellezze naturali e la storia dell'Istria, e sottolinea l'importanza di questa regione per l'Italia.
"L'Istria e i suoi abitanti", un saggio pubblicato nel 1875 in cui offre un'analisi approfondita della storia, della cultura e della società istriana.
"Poesie istriane", una raccolta di poesie pubblicata nel 1881 in cui descrive la bellezza naturale dell'Istria, la sua storia e la sua cultura.
"Istria"
Istria, terra di confine,
tra mari e monti,
tra culture e lingue,
tu sei un gioiello prezioso.
"La costa istriana"
La costa istriana è un sogno,
con le sue spiagge bianche e il mare blu.
È un luogo di pace e di bellezza,
dove il tempo sembra essersi fermato.
"Il popolo istriano"
Il popolo istriano è un popolo antico,
con una storia e una cultura millenaria.
È un popolo ospitale e gentile,
che ama la sua terra.
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