ANTONIO CARBONETTI
Nasce a Sebenico il 10 ottobre 1905 da Giuseppe, marchigiano, spedizioniere marittimo e da Anastasia Jovanovich, dalmata. Giovanissimo aderisce alle associazioni italiane. La famiglia nel 1921 è costretta, come tanti altri italiani, ad abbandonare la Dalmazia centrale a causa dell’odio montato contro gli italiani, culminato nell’eccidio di Spalato nel quale sono uccisi il capitano di corvetta Tommaso Gulli ed il motorista Aldo Rossi. Si stabiliscono a Pola aprendo un bar nella centrale piazza Foro. A Pola nel 1926 Antonio collabora con La Gazzetta di Venezia e con Il Piccolo di Trieste; tre anni dopo è già redattore del quotidiano di Pola il Corriere Istriano. Inizia quindi un’intensa attività giornalistica come corrispondente del Giornale Radio dell’Eiar, dell’Agenzia giornalistica Stefani, de Il Giornale di Dalmazia di Zara, La Stampa di Torino, Il Popolo di Roma, La Vedetta d’Italia di Fiume, Il Corriere Adriatico di Ancona, Il Popolo di Spalato e vari periodici. Volontario in un Battaglione di Camicie Nere, partecipa alle operazioni in Lika e sul fronte jugoslavo. Rientrato a Pola, il 1 febbraio 1944 assume la direzione del Corriere Istriano sostenendo una diuturna diatriba con la censura tedesca ed opponendosi decisamente alla stampa di una edizione del quotidiano in lingua croata. L’ultimo numero del giornale esce il 29 aprile 1945 con i partigiani slavi ormai alle porte della città. Esule a Mestre è arrestato dai partigiani italiani ed è sottoposto ad un processo nel quale viene assolto, ma subisce l’epurazione che gli proibisce di continuare l’attività giornalistica. Cerca quindi una nuova occupazione e diventa contabile in una azienda veneziana. Non rinuncia comunque alla sua passione e collabora a numerosi giornali di destra, firmando con pseudonimi. Scrive quindi su Brancaleone, La Patria degli Italiani, Il Merlo giallo, Il Nazionale, Ordine Sociale, Fiamma di Trieste, Veneto Sociale, Il Secolo d’Italia, Lotta Politica, l’Asso di Bastoni ed altri giornali del Msi. Dopo l’amnistia, riprende a firmare articoli su Difesa Adriatica, L’Altra Sponda ed altri giornali degli esuli. È Consigliere Nazionale della Associazione Nazionale Venezia Giulia e Zara, e collabora assiduamente con l’on. Andrea Ossoinak, già deputato di Fiume al Parlamento ungherese di Budapest. Muore a Mestre l’11 gennaio 1976.
Il Sindaco emerito del Libero Comune di Pola in Esilio Lino Vivoda gli ha dedicato il libro “Antonio Carbonetti giornalista esule dalmata” pubblicato ad Imperia dall’Edizioni Istria Europa nel 2000 per documentare la sua intensa attività politica.
ANDREA CARLOVICH
Riceve la consacrazione episcopale ed è insediato nella Diocesi di Arbe il 15 dicembre 1728. Mantiene l’incarico fino alla morte avvenuta il 12 gennaio 1738.
GIORGIO CAMELICH
Nato a Trieste nel 1907 dalla famiglia che aveva lasciato la Dalmazia in seguito alla chiusura delle scuole italiane da parte delle amministrazioni comunali unioniste favorite dall’Impero austro-ungarico, aderisce al movimento futurista di Marinetti, e dipinge quadri secondo le avanguardie che si sviluppano nel centro della vecchia Europa. Nell’esposizione triestina, in occasione del centenario del futurismo, il Comune di Trieste espone più di 130 sue opere, accanto a manoscritti come “La bottega di Eteo” in collaborazione con Emilio Dolfi ed “Il sindaco di Cork ed il cane inglese”, preziosa edizione manoscritta e decorata a mano, “Ridolini ed altri corridori” ed il volumetto di poesie “Il parco delle attrazioni”. Muore a Trieste il 17 agosto 1929.
TULLIO CARMINATI
Nasce a Zara nel 1894. Trasferitosi a Roma è conosciuto soprattutto come attore drammatico e cinematografico.
FRANCESCO CARRARA
Nasce a Spalato il 16 novembre 1812 e muore a Venezia il 29 gennaio 1854. Studia nel seminario della sua città e compie le prime ricerche storiografiche a Vienna che gli procurano notevoli ostilità politiche. Si laurea in teologia a Padova e per sette anni insegna storia e religione nel seminario di Spalato, ma le autorità austriache lo costringono ad abbandonare questo incarico con l’accusa di “aver nutrito e diffuso tra i giovani idee politiche esaltate”. Conservatore del Museo di Spalato, nel 1844 intraprende una serie di scavi archeologici nella zona di Salona, Aequum e Tillurium. Nella veste di capo della delegazione dalmata, illustra i suoi risultati al Congresso degli scienziati italiani tenutosi nel 1847 a Venezia, risultati che riporta nella monografia uscita nel 1850, Topografia di Salona. Oltre ad una dettagliata descrizione dei ritrovamenti, tra i quali pavimenti, lapidi, monete, gioielli, pezzi di scultura e architettura, iscrizioni epigrafiche, tre cimiteri e un teatro romano, espone anche la metodologia usata negli scavi e viene ingiustamente criticato ed attaccato a Spalato anche sul piano professionale. Nonostante autorevoli studiosi internazionali riconoscano ai suoi lavori validità scientifica, gli scavi sono avversati dalle autorità governative e la corte fa sapere di essere tiepidamente favorevole al ripristino delle memorie storiche, giudicandole però poco adatte al momento storico. Non gli è comunque consentito di continuare gli scavi.
Messo nell’impossibilità di continuare le ricerche archeologiche, intraprende la stesura dell’Antologia italiana, opera in due volumi destinata all’insegnamento scolastico. Sarà pubblicato solo il primo, che riguarda i secoli XIV e XV, e rimarrà inedito il secondo. Nonostante i suoi polmoni siano malati, trascorre gli ultimi anni della vita nella poco salubre Venezia. Insegna nel Ginnasio superiore di Santa Caterina e muore nella città di San Marco il 29 gennaio 1854.
Opere:
Teodora Ducaina Paleoghina, Vienna, 1840
Theses ex universa theologia, obtinendam in pervetusta ac celeberrima c.r. Patavina scientiarum universitate propugnandas assumit, quas ad lauream in sacra theologia, Padova, 1843
Archivio capitolare di Spalato, 1844 Spalato
Epoche storiche di Spalato, 1845
Curato, Traduzione in italiano di un discorso di A. Lamartine, con traduzione illirica a fronte di mons. Matteo Santich., Tipografia Olivetti e Comp., Spalato, 1845
Degli uomini illustri, Spalato, 1846
La Dalmazia. Descritta... con 48 tavole miniate rappresentanti i principali costumi nazionali, Zara, 1846
De’scavi di Salona nel 1846, Padova, 1847
Album delle antichità di Spalato disegnate da Francesco Brattanich con cenni del Dr. Francesco Carrara, Tipografia Prosperino, Padova 1847
Salona und seine Ausgrabungen, Wien, 1847
Salona e Spalato, Spalato, 1848
I canti del popolo dalmata, Zara, 1849
Della vita e degli scritti di Gio. Cattalinich, per i tipi di Battara, Zara, 1849
Topografia e scavi di Salona nel 1848, in Atti dell’Associazione archeologico-britannica, Vienna, 1850
De’ scavi di Salona, Trieste, 1850
De’Scavi di Salona nel 1849, in Atti della Società archeologico-brittanica, Londra, 1851
Illustrazione ai progetti del 27 maggio 1850, 1 agosto 1846, 2 luglio 1850, Demarchi & Rugier, Zara, 1851
Memoria De’Scavi di Salona nel 1848, in Denkschriften giornale della i.r. Accademia di Scienze in Vienna, 1851 n. 2
De’ scavi di Salona nel 1849, Londra, 1851.
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