L’eccidio di Piemonte d’Istria avvenne la notte del 20 Febbraio 1949. Le vittime erano tutti ragazzi di età compresa fra 20 e 30 anni e provenivano, 10 su 12 da Cerreto, piccolo paesino dell’Istria interna, vicino a Pisino.
Tentavano di superare l'allora confine tra Jugoslavia e zona B del TLT, per andarsene dal "paradiso" di Tito.
Probabilmente vennero traditi da una guida cui erano ricorsi per la fuga verso l'Italia. Agenti dell’UDBA li aspettavano al varco e, dopo aver lanciato una serie di razzi luminosi per illuminare la notte, li mitragliarono, assassinandoli tutti.
Le salme vennero poi sotterrate in una fossa comune del cimitero di S.Andrea di Piemonte. Una lapide ricorda i nomi di queste povere vittime.
“Quelli erano giovani del pisinotto, di loro si è saputo il giorno dopo. Non avrebbero dovuto fermarsi a Levade ma… ma forse chi li accompagnava li ha venduti, quello sicuramente ha preso i soldi. Ma come si fa ? Era il giorno di Carnevale e qualcuno li ha portati al ballo a Levade con l’idea poi di andare oltre. Finito il ballo sono venuti su, per passare sopra al cimitero di S. Andrea e prendere la strada a sinistra che va ai Podestadici, il confine era da quelle parti. Sono passati uno alla volta e li hanno presi così, uno per volta e dopo li hanno ammazzati tutti assieme. Al mattino erano là sul campo. Qualcuno diceva di aver sentito i commenti dei drusi, dicevano che questi poveretti “gaveva tanta carne…”. Chissà quanti soldi e valori avevano con loro…. I loro corpi sono stati trasportati in S. Andrea e messi in una fossa comune, mi sembra che qualcuno sia poi venuto a riprendere qualche corpo. Ma loro li hanno ammazzati e lasciati là.” Dai Ricordi di Antonia di Piemonte d’Istria.
“Quei dodici erano al ballo a Levade e cercavano qualcuno che li aiutasse a scappare, in tanti sono rimasti fregati perché facevano finta di aiutarli e poi avvisavano le guardie… Li hanno uccisi sopra S. Andrea, poveri, loro erano tranquilli, pensavano di poter passare. Li hanno ammazzati là, tutto attorno, li inseguivano e uccidevano, dodici… non si poteva dire niente, guai parlare ! Ci sono stati tanti morti su quel confine, anche giù in Battizan, in valle le guardie si nascondevano negli alberi… bisognava stare molto attenti. Hanno messo il confine il 9 settembre del ’48, subito dopo la festa patronale della Madonna Piccola a Piemonte.” Dai Ricordi di Giustina di Piemonte d’Istria.
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