Parliamo della tragica fine toccata a due nobili donne, madre e figlia, uccise dai partigiani slavi (ed italiani di Rovigno!) nel maggio 1945, a guerra finita: le baronesse Maria Enrichetta (nata von Keyl) e Barbara Elisabetta de Hütterott.
Questa ricca e nobile famiglia di industriali e commercianti triestini fece la sua comparsa in Istria nel 1890, con Johann Georg von Hütterott nato a Trieste il 21 dicembre 1852 da una famiglia originaria dell'Assia e che, innamorato di Rovigno in particolare, acquistò le quattro principali isole prospicienti la città: Sant'Andrea, Maschin (Mas'ceîn), Sturago e San Giovanni in Pelago, oltre all'isoletta dell’Asino (scùio dei Samèri). Successivamente acquistò diverse proprietà a sud della località: Punta Corrente, Montauro, Scaraba, Monvì e Monte Mulini.
Su un terreno recintato di quasi 90 ettari di pascolo, vigneto e oliveti, avviò il rimboschimento con piante mediterranee ed esotiche scelte accuratamente e creò un vero e proprio parco naturale.
L'intenzione di Georg era quella di fare di Rovigno, ed in particolare dell'Isola di Sant'Andrea, una meta del turismo d'élite, attraverso la realizzazione di un progetto turistico in grado di concorrere con Abbazia.
La sua tenuta, realizzata sull'isola di S. Andrea dove il monastero soppresso venne trasformato in un castello, fu meta di ospiti illustri e lo sta a testimoniare il libro delle rimembranze "Cissa Insel": nel libro fino al 1908 troviamo nomi illustri come quelli dei Principi Coburgo Gotha, della principessa Stefania d'Asburgo, dell'arciduca Carlo Stefano d'Asburgo con la famiglia, dell'arciduca Ludovico Salvatore, della granduchessa Maria Gioseffa di Sassonia, della principessa Maria Teresa di Baviera, della principessa Stefania, del principe Hohenlohe con la famiglia, del principe Giovanni di Liechtenstein e di molti altri appartenenti alla borghesia ed all'industria mitteleuropea.
Nel 1908 pubblicò il volumetto "Cap Aureo" in cui illustrò il suo progetto per la creazione nel territorio di Rovigno di una stazione climatico-balneare, nel quale descriveva la trasformazione di un'ampia zona della costa rovignese da Monte Mulini, Montauro e Punta Corrente con la realizzazione di parchi, viali alberati, prati, punti di ristoro, impianti sportivi e con la costruzione di 3 alberghi (1 a Monte Mulini e 2 a Punta Corrente), con la costruzione di una struttura balneare in Cul de Lone e la ristrutturazione dell'ex bagno Brunetti.
L'ambizioso progetto non venne però mai realizzato perché il barone Georg morì a Trieste in circostanze mai chiarite (si parlò anche di suicidio) nel 1910.
La vedova Maria Enrichetta e la figlia più giovane, rimasta nubile, Barbara Elisabetta, dal 1927 lasciarono Trieste per vivere stabilmente nella loro dimora di Sant'Andrea facendo opere pie e di beneficenza verso i più bisognosi ed integrandosi perfettamente, anche se per i rovignesi il cognome rimaneva impronunciabile, venendo storpiato in Chìtarot e Chìtaro.
La famiglia, grazie all'intuito di alcuni collaboratori che curavano le vaste proprietà terriere, nel periodo tra le due guerre aveva anche consolidato la commercializzazione del tartufo, con l'esportazione in tutta Europa di questo prelibato prodotto.
In particolare Barbara Elisabetta fu molto amata per la sua affabilità e per la sua squisita gentilezza.
Ma la guerra ed il successivo armistizio segnarono il destino anche di questa famiglia: già indicate quali "nemiche del popolo" perché benestanti, e quindi da eliminare, dai comunisti rovignesi (parliamo di italiani, sia ben chiaro!) e da quelli croati insorti dopo l'8 settembre 1943, le due donne verranno arrestate sull'isola nei primi giorni di maggio del 1945 dai partigiani, i quali, dopo essersi impossessati della collezione di quadri e della ricca argenteria, le trucidarono barbaramente a colpi di spranga gettandone i corpi in mare.
Nelle foto: le vittime innocenti del massacro, in una immagine del 1908; Barbara Elisabetta all'età di 32 anni e due cartine tavolari con in evidenza le isole possedute dalla nobile famiglia e "Cap Aureo", oggetto dell'ambizioso progetto turistico di Georg.
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