A Lissa nel secondo dopoguerra le autorità jugoslave eressero una copia in scala ridotta del monumento originario, poi nel 1996 - 130° anniversario della battaglia - nella Croazia indipendente - nella quale ha preso piede l'idea per cui la battaglia di Lissa contrappose la flotta italiana a quella austriaca, e siccome in Croazia si ritiene che la grande maggioranza (un terzo) dei marinai della flotta austriaca fossero croati, (di conseguenza l'episodio sarebbe da inquadrarsi in un più ampio contesto di ripetuti tentativi di espansione italiana verso territori etnicamente slavi...solito dei croati) partì una campagna di stampa per richiedere ufficialmente la restituzione del leone trasportato a Livorno. Venne successivamente innalzato un nuovo monumento, copia esatta dell'originale: ai lati del basamento fu inserita un'iscrizione in tedesco e in croato per invocare la pace nell'Adriatico, ma nel contempo dall'elenco dei caduti scolpiti in epigrafe vennero espunti tutti i marinai con cognome italiano.
Quando il politco Erik Pretto volle spostare il monumento a Venezia e scrisse al ministero della difesa. La risposta scritta del Ministro della Difesa è stata pubblicata nel bollettino datato 26 novembre 2020:
"Si sostiene che il monumento è nell’Accademia Navale di Livorno da oramai un secolo e, pertanto, esso può a buon diritto considerarsi parte integrante dell’istituto e del suo patrimonio storico. La collocazione del Leone di Lissa a Livorno trova un’ulteriore motivazione alla luce del fatto che la Marina Militare, durante il conflitto, oltre che nell’Adriatico operò lungo le coste del mar Ligure e del Tirreno, per proteggere i mercantili dagli attacchi avversari e per garantire l’arrivo dei materiali necessari allo sforzo bellico nei porti di destinazione italiani, tra i quali Livorno stesso."
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