martedì 17 ottobre 2023

ELIO LAMPRIDIO CERVA

«Dunque, oh, Giove, vuoi spogliare il lido illirico dei suoi coloni romani? Qual è il mio delitto? Devo io pagare il fio dell’inospitale barbarie degli sciti? Ora sono tutta romana, non ho l’odor d’Illiria, ma vivo e parlo con ogni maestà latina. Allontana da me le mani sacrileghe; scaccia ogni barbarie…»

Elio Lampridio nacque a Ragusa di Dalmazia nel 1463. È stato un poeta, umanista e lessicografo dalmata.

La passione umanistica di Cerva si rispecchia nel vasto uso del latino e nel rifiuto categorico dei vernacoli non romanzi diffusi nel contado dalmata, da lui definiti "stribiligo illyrica". La sua opera principale, il poema epico incompiuto De Epidauro, narra il destino della città di Ragusavecchia (Epidaurum), baluardo della latinità soggetto a continue incursioni straniere.

Inoltre nel poema professa ripetutamente con orgoglio la sua ammirazione per Roma, dove studiò integrandosi nella vita culturale della città rievocata poi nei suoi carmi latini leggibili in due codici della biblioteca Vaticana (n. 2939). 

Nell’ode in Ragusam: propago vera, verior colonia bis prolesque quiritium definisce la sua città «creatura di Roma» e con preoccupazione guarda alla contaminazione, negli affari pubblici, del dalmatico con la lingua slava del contado, che premeva alle porte delle mura.



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