martedì 17 ottobre 2023

ARNOLFO BACOTICH

Nato a Spalato l'8 settembre 1875 da antica famiglia patrizia che aveva dato alla Dalmazia studiosi, artisti e scrittori - tra di essi l'intagliatore Fulgenzio (morto nel 1778), il fondatore della Biblioteca Patrizia di Spalato Matteo e lo scrittore e traduttore di poeti latini Vladimiro (morto nel 1925 - in gioventù fu impiegato di concetto, in seguito direttore di un'agenzia turistica. 

Datosi al giornalismo, fra il 1920 e il 1921 fu il corrispondente del Messaggero in Germania. Desideroso di avere un suo giornale, tornò in Italia e fondò "Il Globo illustrato" (1923-1926), che cercava di promuovere - soprattutto all'estero - la conoscenza dell'arte, della cultura e della storia italiana. 

Nel 1926 - assieme allo zaratino Antonio Cippico, di cui sposò la sorella - Bacotich fondò l'"Archivio storico per la Dalmazia", che diresse fino alla morte e fu la più importante rivista storica italiana dedicata alla Dalmazia.

In questa pubblicazione, Bacotich pubblicò oltre sessanta fra monografie, relazioni, recensioni e scritti di diverso genere. Per documentarsi adeguatamente, nel corso della sua vita accumulò centinaia di libri, articoli di riviste, disegni, fotografie, stampe e materiale di diverso genere: materiale che, confluendo nella rivista, ne fece la fonte più completa di studi dalmati. 

Studiò diversi personaggi dalmati o legati alla Dalmazia: dal grammatico Giovanni Policarpo Severitano a Benedetto Rogacci, da Giovanni Francesco Fortunio ai fratelli Laurana, da Giorgio Orsini a Giovanni Francesco Biondi: nei 176 numeri dell'"Archivio Storico della Dalmazia" usciti sotto la sua direzione, Bacotich ebbe cura di occuparsi praticamente di tutte le forme culturali apparse nei secoli in Dalmazia.

Il notevole materiale raccolto da Bacotich e dal Cippico fu acquisito dalla Biblioteca del Senato della Repubblica dalla vedova del primo nel 1951, costituendo tuttora il nucleo principale del "fondo dalmata", formato oggi da circa 3.500 fra opere a stampa ed opuscoli, oltre a 23 fascicoli di carte manoscritte risalenti ai secoli XVII-XX, alcune di straordinario valore.

Bacotich morì a Roma il 27 novembre 1940.



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