lunedì 9 ottobre 2023

COGNOMI DI ORIGINE ITALIANA NELLA LIBURNIA


Alcuni storici sostengono la croaticità dell'area situata ad est della fiumara, che tradizionalmente separava il Corpo Separato di Fiume da quello che andò a definirsi come "Regno di Croazia". Tuttavia, oltre a rappresentare questa tesi una vera e propria mistificazione, va a celare una realtà ben chiara.  

Ad esempio, nel 1819, nell'area di Sussak si registravano 16 case e 146 abitanti, dei quali numerosi erano quelli di origine italiana (il cognome registra spesso una radice italiana con la desinenza -ich apposta talvolta dai sacerdoti slavi). Vi sono Andrea Adamich, Giovanni Affrich, Giuseppe Commisso, Elena Spadon, Gregorio Medanich. 

A Tersatto si registrano un certo Gaspare Dorich (1572), Giorgio Mancini (1644), Nicolò Antonich (1658), Girolamo Genova (1735) e Giuseppe Zandonati (1770).  

A Buccari - la cui via centrale era "stranamente" nota come Corso - tra i parroci abbiamo un certo Matteo Barberich (1554), tra i canonici (1425-31) Tommaso Partenich, Lorenzo Bartolich, Giovanni Battelich (1572-85), Matteo Massich (1705-09), Bartolomeo Carina (1709-12), Girolamo Genova (1712-18), Francesco Carina, Antonio De Denaro, Pietro De Raffaelis, Antonio Benzoni (1730-40). Gli stessi capitani di Buccari portano in gran parte nomi e cognomi tutt'altro che croati: Giovanni De Varariis (1444), N. Bottoni (1485), Giacomo De Pani (1530), Pietro Dente (1554), Giovanni Budaschi (1611), Giulio Ciculini (1612), Francesco Bargilli (1660), Francesco Rigoni (1690), Lodovico Coronini (1695), Ottavio De Terzi (1699), A. Petazi (1709), Sigismondo De Sartori (1735). 

Tra i vicecapitani, Matteo Costanzi (1690) e Giovanni Canducci (1725); tra i caastellani, Bortolo Marsilio (1699) e Pietro Pasconi (1733).   

Tra gli altri cognomi della Liburnia sono certamente italiani Marendich, Barberich, Tersatich, Simeonich, Kapitanich, Cortellacich, Tremanini, Rastelli, Lumaga, De Vico, Spingarolli, De Peri, Cimiotti, Fiamin, Visinich, Agapitich, Sandalich, Marganich, Sandrovich, Zabetich, Brusar.

A Castua, città istriano-quarnerina oggi considerata "culla della croaticità" da persone le quali evidentemente non sono a conoscenza della propria storia (oppure sono a conoscenza di una storia falsificata e narrata sui libri di testo di ispirazione squisitamente jugoslava), grandissima parte dei Capitani fu italiana. Nel 1446 la città era governata da Paolo Bello, nel 1449 da Enrico Gumano, nel 1496 da Giovanni Fortunaro, nel 1510 da Girolamo Serafino, nel 1560 da Francesco Barbo, nel 1637 da Benedetto Sabatini, nel 1658 da Francesco Morelli, nel 1666 da Ascanio Giacomini, nel 1695 da Giovanni Domicelli, nel 1697 da Orazio Francescotti, nel 1702 da Agostino Buzzi, nel 1715 da Giovanni De Peri. Tra i vice, Bernardino Nicolich (1525), Andrea Giacomini (1526), Giovanni Rizzano (1528), Giovanni Anza (1552), Bernardo Cucurin. Anche i vescovi di Segna, città del nord della Dalmazia oggi considerata da sempre "croaticissima", i nomi ci riportano alla verità: Giovanni Cardinali (1386-92), Leonardo Cardinali (1392-), Giovanni De Dominis (1432-1440), Andrea Campana (1486-1497), Michele Natalizi (1497-1501), Giacomo Biagioli (1501-13), Bonaventura Mancinello (1587-1589), Antonio De Dominis (1593-96), Marco Antonio De Dominis (1600-02), Marcello Marchesi (1605-13), Vincenzo Martena (1613-17), Giovanni Battista Agatich (1617-30), Pietro Mariani (1644-1665), Giovanni Antonio Benzoni (1730-45), Pio Manzador (1764-73), Giovanni Battista Caballini (1773-82), Aldrago Antonio De Piccardi (1784-89), Giovanni Battista Jesich (1789-1833).

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