"Fare, come stanno presentemente le cose, uno studio sistematico, ragionato sulla toponomastica istriana, sarebbe assolutamente impossibile, mancando del tutto buone raccolte di nomi locali, le quali diano affidamento di serietà e di esattezza. Ciò non pertanto, noi mandiamo avanti questi nostri appunti, queste brevi considerazioni d'indole generale, le quali varranno (così
speriamo) a dimostrare quante cose interessanti possano risultare da questo studio finora tanto trascurato nel nostro paese. E certo che tanto i geografi quanto i glottologi troverebbero in questo campo quasi completamente inesplorato materiale importantissimo riflettente le loro scienze.
Nelle righe che stanno qui sotto noi diremo qualche cosa sulle principali raccolte toponomastiche; raggrupperemo, a seconda della loro derivazione, alcuni dei più tipici nomi locali; parleremo della loro distribuzione a seconda delle nazionalità.
Abbondante materiale toponomastico viene fornito dalle mappe catastali, ostensibili presso gli uffici dei geometri distrettuali; da
esse si può formarsi una idea abbastanza esatta della -
(1) Ci occuperemo solamente dei nomi locali italiani.
- toponomastica attuale dei 18 distretti giudiziari istriani, sia per il fatto che v'è annotata una gran copia di nomi locali, sia perchè essi sono riportati abbastanza esattamente. Noi abbiamo esaminato le mappe del distretto di Capodistria (dove prevale la toponomastica italiana) e di quello di Pisino (dove prevale la slava), ed esse ci fecero, lo diciamo francamente, un'impressione tutt'altro che sfavorevole.
Non lo stesso possiamo dire riguardo all’Orts repertorium, cioè ai dati statistici secondo il censimento del 1890. Esso contiene, è vero, una bella quantità di nomi locali (più o meno esatti) ; ma essi si riferiscono per lo più alle località abitate e in ciò sta il malanno. Bisogna sapere cioè che in Istria estesi tratti di campagna, anche ubertosa, sono disabitati; chè gli agricoltori hanno la loro dimora nelle città e borgate, ove si ritirano la sera.
Questo fenomeno di agricoltori-cittadini lo si osserva specialmente a Capodistria, Isola, Rovigno, Valle e Dignano.
Gran parte di queste contrade esterne, le quali non albergano talvolta che qualche
raro tegòr, non sono elencate nell'Orts repertorium. Basterà un esempio. Nel Comune di Valle un amico ci raccolse 70 nomi, e nell'Orts repertorium ve ne sono soli 7!
Nè grande aiuto può lo studioso di toponomastica aspettarsi dalla carta militare austriaca al 75,000; in fatti la quantità di nomi
locali ivi riportata è tutt’altro che grande e la grafia è tolta dall'Orts repertorium, non sempre giusto verso gli Italiani.
Annesse ad alcuni lavori storici o linguistici su Comuni italiani, troviamo talvolta delle raccolte di nomi locali; sul loro valore ci siamo altra volta espressi; esse sono per lo più incomplete e spesso cervellotiche: per esempio, il Pusterla toscanizza a più non posso i nomi delle «contrade esterne» di Capodistria.
Qui non possiamo fare a meno di parlare anche di una tabella toponomastica, che si trova in chiusa di un importante lavoro del dott. Bernardo Schiavuzzi. Egli divide i nomi locali dei Comuni istriani in due grandi gruppi: quelli derivanti da nomi gentilizi e quelli da non gentilizi, e ne fa poi la percentuale a seconda
che essi sono d’origine italiana, slava, rumena e tedesca.
L'autore purtroppo non ci dice di quale fonte egli si sia servito, quale base, nè quali criteri egli abbia seguito nel classificare la nazionalità di un nome, cosa però da noi non tanto semplice.
Il lavoro non è scrupolosamente esatto. L'A. non ha preso in considerazione i cambiamenti nelle circoscrizioni comunali, avvenuti dopo il '90: se da Paugnano si fosse considerato staccato Marésego (la divisione del Comune risale al 1899!), la percentuale dei nomi italiani nel primo avrebbe di molto superato il 51%, mentre per il secondo sarebbe molto discesa sotto tale cifra.
Non possiamo spiegarci la grande percentuale di nomi locali rumeni in Comuni dove i discendenti dei Daci nè esistono nè mai esistettero: a Castua, p. e. !
Per certi Comuni alcune rubriche sono incomplete; per altri sono sbagliati i punti decimali, cosa che può trar facilmente in
inganno una persona poco pratica delle questioni istriane.
Sarebbe stato assai desiderabile che accanto alle cifre relative ci fossero state anche quelle assolute, cioè, almeno in via approssimativa, il numero dei nomi locali dei vari Comuni; un tanto avrebbe dato il loro valore reale alle cifre relative. E sarebbe stato tutt’altro che inutile aggiungere anche la superficie dei Comuni, che in Istria accanto a Comuni di 20 e 22 chilometri quadrati ne abbiamo altri di 336 e 316!
Ad onta di queste evidenti mancanze ed adoperata con circospezione, la tabella dello Schiavuzzi può offrire delle interessanti constatazioni.
Numerosissimi sono nella toponomastica istriana i nomi di santi; «ma questi sono tutti, osserva Paolo Tedeschi, del calendario greco e latino ; santi russi non ne trovi neppur uno a cercarlo col lanternino; i neofiti di San Cirillo e Metodio invano aguzzano le ciglia». Frequenti invece San Giorgio, San Nazario, San Nicolò, Santa Eufemia ed altri santi del paese. Frequentissimo è pure, anche su territorio slavo, il nome di San Marco!
Nel territorio comunale di Capodistria, uno dei più ristretti della provincia, abbiamo trovato ben 17 località intitolate da qualche santo; il nome proviene da chiese e cappelle colà esistenti nei dì passati. A i tempi del vescovo Naldini, che fece la descrizione di quella diocesi, esse si conservavano ancora quasi tutte.
Alcuni nomi di santi hanno acquistato forme dialettali speciali: notiamo un Sanvincenti, alcuni San Tomá, un San Zané, un Santiane, un San Pieri, ecc.; ad altri, per non ingenerare confusionismi, furono aggiunte dal popolo delle indicazioni topografiche: San Giovanni in pelago, San Pietro in selva, San Giovanni della cisterna, ecc.
Una buona quantità di nomi locali istriani sono derivati da piante: Bossolé, Canedo, Carpenedo, Qeré, Fajé, Figarola, Malé, Noghera, Nosedo, Roveria, Saresól, Zaneveré, Zenestre.
Ben rappresentate sono anche le specie di colture: Albori, Baré, Bosco, Campolongo, Fratta, Prade, Pradiziól, Ronco, Selvella, Vignole.
Nomi di animali: Cavràno, Cavriòla, Qervéra, Scoglio galinér, Levréra, Porto lovo, Merlèra, Orsera, Puzzole, Volparla.
Grande importanza hanno nella toponomastica istriana i nomi di famiglia; essi sono però molto più numerosi su territorio slavo
che su quello italiano. In quei Comuni dove l'immigrazione slava è di data relativamente recente, siffatto genere di nomi locali è
divulgatissimo: sono per lo più villette, gruppetti di case, abitati da contadini del medesimo cognome. Così nel Comune di Antignana abbiamo, per esempio: Banchi, Bassici, Brecevici, Hlistici, Iurani, Milohanici, Rudici; in quello di Gimino: Antoncici, Balici, Debeliuchi, Grezini, Hrusteti, Kinkeli, Orbanici, Zeci, ecc.
Nella parte italiana distingueremo località che ricevettero il nome da famiglie nobili e in generale di possidenti che avevano o hanno ancora colà la loro tenuta da località abitate da famiglie di coloni italiani (cargnelli, trevisani e friulani) e da queste denominate.
Fra le prime citeremo: Barbariga, Borisa, Contarini, Villa, Decani, Geroldìa, Gravisa, Grimaneria, ecc.; fra le seconde: Altini, Battistini, Cargnelli, Ferri, Marzani, Mengotti, Milanesi, Paladini, Parisi, Raffaelli, Visintini, ecc. Gran parte di queste ultime famiglie, essendosi stabilite fra slavi, hanno perduto purtroppo la loro nazionalità.
Molto probabilmente per scopi militari, la carta topografica riporta un numero considerevole di tenute isolate, stanzie, che essa denomina dal rispettivo proprietario ; queste sono numerose specialmente nell’agro di Pola; lì troviamo una Stanzia Marinoni, Stanzia Cattaro, Stanzia Leonardelli, Stanzia Pianella, Stanzia Moscarda, ecc.
Abbondanti sono le località istriane che traggono il nome dalla loro posizione naturale; così Altura, Isola, Monte, Montona, Monti,
Monticchio, Piemonte, Portolongo, Valle, Vallon, ecc.
Poco numeroso il gruppo che potremmo chiamare antropogeografico: Casasola, Casanova, Casetta, Corte (d’isola), Cortivi,
Castelliér, Torre.
Ricordano questioni amministrative i seguenti nomi: Finìda, San Lorenzo del Pasenatico, Pomér, Saltarla, Visinada.
Per formarci un'idea della distribuzione dei nomi locali a seconda della loro derivazione linguistica, basterà dare un’occhiata alla cartina annessa al presente lavoro. Da essa si rileva che i nomi locali italiani sono in assoluta prevalenza lungo tutta la zona costiera occidentale; lì abbiamo le seguenti percentuali: Muggia 86% di nomi italiani, Capodistria 95, Isola 91, Pirano 95, Umago 77, Cittanova 99, Parenzo 62, Orsera 33 , Rovigno 100, Pola 90. Nell'interno la toponomastica italiana è ben rappresentata nei Comuni attorno la valle del Quieto: Buie 58%, Grisignana 69, Verteneglio 65, Portole 46, Montona 50, Visinada 56;
perfino nel Comune di Pinguente, che comprende una vasta regione di Ciceria, abbiamo il 31% di nomi locali italiani. A Valle,
piccolo Comune fra Rovigno e Dignano, lo Schiavuzzi assegna il 99% di nomi italiani; a Dignano la toponomastica è prettamente italiana nei pressi del capoluogo, mentre nelle frazioni eccentriche prevale la slava; e pure nell'interno dell'Istria e la costa orientale.
Nelle isole del Quarnero troviamo una toponomastica prettamente italiana solo nel suburbio di Veglia (tutto il Comune 71%);
il resto è misto o slavo.
Non siamo ancora in grado, data la deficienza del materiale che sta a nostra disposizione, di far dei raffronti toponomastici fra le varie regioni istriane, e men che meno di ricercare l'influenza esercitata sui nomi locali dai fattori storici, geografici, glottologici; ciò non pertanto ci furono possibili alcune constatazioni. Abbiamo cioè osservato nei sottocomuni di Castelvenere e Salvore (Pirano) ed in parte anche nel limitrofo comune di Umago, un gran numero di nomi locali terminanti in ia, per esempio: Bassania, Caldania, Franceschia, Groppia, Medeghia, Romania, Rotteria, Schiavonia, Stroligheria, Turchia, Vidozia,
Volparla, Ungheria, Zambrattia. Nei territori di Grisignana e Portole fortissimo è il numero dei nomi locali ricordanti famiglie italiane; secondo lo Schiavuzzi, questi formano nientemeno che
il 34% nel primo Comune e 35 nel secondo. Nei territori di Pola e Dignano, l'agro colonico della antica Pietas Iulia, numerosissime sono invece le desinenze in ano ed ana, dalle quali si riconoscno i predii delle famiglie romane: Ariano, Barbana, Cavrano, Fasana,
Filippano, Gaiano, Gallesano, Marana, Marzana, Momorano, Stignano. Nel territorio di Isola, Giacomo Besenghi, fratello al poeta Pasquale, trovò una grande analogia di nomi locali con la Toscana. E gli dice: « Nel Fiorentino un ramo del fiume Arno che chiamasi Ricorboli. Nella Scarperia un monte detto Montecalvi ed un borgo denominato Cerretto. Nel Valdarno, Caselvoli. In Pietrasanta, Vallecchia; nel Modigliano, il fiumicello Ronco.
Nei contorni di Lucca, Saletta; nella Pescia e nel Pistoiese, La Serra; nel Volterrano, Cannetto ; nel Livornese, Rossignano; nel
Poppiano, Orsignano e Fivizzano. Nomi consimili nei luoghi campestri esistenti nel territorio d’Isola i quali furono poscia corrotti
in forza della pronunzia veneziana : Ricorvo, Montecalvi, Ceredo, Casalievoli, Valleggia, Ronco, Saletto, La Serra, ove si cava la pietra da lavoro, Cannò, Livizzano, Rossignano (famiglia estintasi nel 1500)». Nella Val d’Arsa superiore si conservano ancora alcuni locali rumeni, nel territorio abitato dai cosidetti «Ciribiri»; quest’oasi di nostri fratelli, per lo passato molto più estesa, è destinata a sparire, ingoiata dall'incalzante marea slava.
Ci siamo provati di rappresentare graficamente la toponomastica istriana, a seconda della origine linguistica dei nomi locali e della loro densità. Nel disegnare la cartina (che rappre-
senta, almeno per l’Istria, il primo tentativo del genere) abbiamo avuto sott’occhi oltre che le su citate raccolte di nomi, anche la recente carta della densità di popolazione del Krebs
Le regioni meno popolate della provincia, cioè l’altopiano della Ciceria, la parte orientale del distretto di Dignano e la rupestre isola di Cherso, sono per naturai conseguenza anche le più povere di nomi locali. Questi sono distribuiti molto densamente su tutta la zona costiera occidentale, nei Comuni attorno la valle del Quieto, nel territorio di Pisino e nella parte meridionale di quello di Pinguente, nel Castuano e sull'isola di Veglia.
Quando sarà compilato il tanto necessario Dizionario toponomastico istriano, sarà uno studio molto interessante lo stabilire
le cifre relative della fittezza dei nomi locali nei vari Comuni ed indagare le molteplici cause della differente distribuzione dei medesimi.
Oggigiorno, data la incompletezza delle raccolte toponomastiche, sarebbe assolutamente azzardato il voler stabilire cifre di raffronto in proposito; non abbiamo però tema di errare se affermiamo che nei territori etnograficamente italiani si nota in linea
relativa maggior copia di nomi locali che in quelle slavi: ciò che corrisponde anche alla differente densità delle due stirpi nella nostra provincia.
Pisino, aprile 1909."
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