Ecco la fotocopia di un articolo di giornale, apparso a Trieste alla fine del 1945/Inizio 1946.
Non saprei esattamente quale giornale sia.
Narra la storia dell'uccisione di mio padre, in una cornice allarmata dal clima politico dell'epoca esistente a Trieste quando vi era ancora pericolo che anche Trieste andasse alla Jugoslavia. La scrittura dell'articolo, specie alla fine, è un po' rovinata, ma ritengo che il discorso generale fili ugualmente.
I Cunei o Cuney sono originari di Drachenburg in Stiria.
All'epoca dei fatti non avevo ancora compiuto dodici anni e mi trovavo con una gamba ingessata fino al ginocchio per una caduta. Mia sorella Luisa, la più piccola, aveva un anno e mezzo. Fui presente alla scena del prelevamento di mio padre da casa ad opera di una pattuglia di cinque o sei soldati titini con la stella rossa sul berretto ed armati di tutto punto. Ebbero anche l'accortezza, prima di introdursi da noi, di mettere una sentinella sul retro dell'orto per tagliare quella via di fuga (chiaro indizio dei mandanti locali). Ciò che più mi colpi fu però l'agire di mia madre la quale, quando capì che mio padre era oramai perduto, in modo naturale si diresse nella stanza dove si trovava mio fratello Mario più vecchio di me di tre anni ma già uomo fatto. Attraverso la finestra lo fece fuggire nell'orto ed egli, comprendendo la situazione e senza farsi notare, scavalcò la masiera sul lato degli scogli sparendo nel bosco sottostante. Poi si capì che ce l'avevano solo con mio padre. Dopo qualche tempo, mia madre riuscì a far fuggire Mario a Venezia e da qui egli raggiunse Brindisi dove si diplomò al Nautico nel 1948. Comunque, non se ne parlò molto in seguito in famiglia di quei fatti. Ora, poi, sono l'unico che ricordi quelle scene di quasi settant'anni fa perché le mie sorelle, allora, come già accennato, erano troppo piccole.
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