venerdì 23 febbraio 2024

Le adulterazioni dei nomi compiute dagli slavi in Istria

Il dott. Pietro Ghersa, deputato di Albona alla Dieta dell'Istria, con la mozione presentata alla Dieta stessa, nella seduta del 12 maggio 1899, documentava, con dovizia di dati di fatto, di fronte alla contemporanea opinione pubblica, di fronte ai poteri statali di allora e di fronte alla Storia, la falsificazione nazionale che gli slavi avevano compiuta e stavano cominciando a compiere nell'Istria, giovandosi della situazione politica del paese e delle posizioni di privilegio che essi godevano in quella situazione. 

Il deputato di Albona, nella sua mozione, riassumeva ciò che gli slavi (parroci, vescovi, capitani distrettuali, ecc.) avevano fatto contro il carattere nazionale italiano dell'Istria, alterando l'onomastica e la toponomastica locale: e metteva in rilievo, con una precisa documentazione, i metodi adoprati per realizzare il risultato ambito, che era quello, come si è già detto di truccare con colori slavi il volto nazionale italiano dell'Istria. 

L'on. Ghersa spese due ore per illustrare alla Dieta la propria mozione, che venne approvata con una votazione unanime. I cinque rappresentanti slavi erano assenti. 

L'on. Ghersa, nel suo preambolo, citò per primo il caso del parroco di S. Lorenzo di Albona «il quale ha riempito la sua cura di Ludmile, di Cirilli, di Metodi». 

A tale Matteo Gobbo, che voleva battezzare il proprio figlio coi nomi di Lorenzo e Romano, egli disse che gli avrebbe imposto il nome di Metod (Metodio) «perché in queste faccende io ho il diritto di fare quel che mi piace».

Proseguendo il dott. Ghersa rilevava i modo con cui i parroci slavi alteravano i cognomi della popolazione: «On. Dieta - egli disse - quanti i cognomi cui furono aggiunte delle c col caratteristico accento? Quanti quelli che da antichissimo tempo erano scritti con la ch dai quali l'h fu tolta? E quanti quelli che furono addirittura storpiati? Ecco, Bartoli, trasformato in Bartulic, Ciotti in Ciot, Fabbiani in Fabijanic, Rosa in Roza, Gobbi in Gobcic, Travaglia in Travaljic, Gigante in Zigante, ece, ecc. Queste adulterazioni diventano tanto più deleterie quando si tratta di contadini alletterati che non possono controllare come viene scritto il loro nome e che improvvisamente da italiani si vedono convertiti in slavi».

L'on, Ghersa a questo punto dichiarava che erano stati constatati, fino allora nell'lstria oltre 20.000 (ripetiamo: ventimila!) casi di alterazione di cognomi; e citava una ampia falsificazione della toponomastica istriana. Per il ripristino dei nomi originali delle famiglie e delle località e per mettere questi nomi, e con questo il carattere nazionale dell'Istria, sotto una tutela giuridica, il deputato di Albona presentava alla Dieta la seguente mozione:

Viene incaricata la Giunta Provinciale di voler attivare le pratiche necessarie affinché il Ministero dell'Interno austriaco:

  1. Voglia provvedere acchè tutti i libri delle matricole dei nomi delle famiglie e tenuti dai rispettivi parroci di tutte le parrocchie dell'Istria siano assoggettati a una generale revisione; e voglia far si che tutti i nomi, i quali senza l'osservanza del dispaccio ministeriale 10 maggio 1883, n 1524 e del rispettivo decreto luogotenenziale - appariscono nelle matricole iscritti in modo pur che sia differente da quello usatovi fino dal 1850, ovvero, per i nomi iscritti più tardi, in modo differente da quello che da indubbi documenti viene provato che è il giusto e retto, vengano senz'alcun concorso e senza spese reintegrati come all'epoca ante 1850, ovvero come nei certi documenti:
  2. Voglia esso Ministero dell'Interno ordinare che dai rispettivi tenitori delle matricole i nomi di famiglia in ogni e qualunque atto e sempre siano scritti ed ammessi in modo pienamente conforme alla compiuta reintegrazione, come al 1:
  3. Voglia ancora lo stesso Ministero dell'Interno che da tutti i venerabili uffici vescovili - quando nei rispettivi scematismi non ci si voglia limitare nelle denominazioni delle località della Provincia dell'Istria al nome latino (se adesso esiste) - al nome slavo o d'altra lingua - vada sempre unito pure quello usato dagli italiani, e sia scritto come gli italiani lo scrissero e lo scrivono:
  4. Provvedere in modo che la piena reintegrazione dei nomi di famiglia, come ad 1, possa, eventualmente, compiersi contemporaneamente alla prossima ventura operazione anagrafica decennale, o prima;
  5. Ordinare che la revisione (ad 1) di tutti i libri delle matricole di tutta la Provincia dell'Istria sia eseguita da una commissione di eguale numero di membri in sua appresentanza e pure di altrettanti scelti dalla Giunta Provinciale dell'Istria.

Nonostante che la Giunta Provinciale istriana, in forza al voto unanime della Dieta, inoltrasse, la mozione del dott. Ghersa, al Ministero dell'Interno di Vienna, e ne chiedesse la piena attuazione secondo le leggi citate, esso, come si dice in gergo burocratico, non evase mai codesta pratica; la lasciò, cioè, «pendente». Non poteva respingerla perché si richiamava alle vigenti leggi dello Stato e a precise disposizioni ministeriali; e nè esso e nè i capoccioni politici slavi contestarono la sostanza e i principi politici giuridici e morali della mozione del dott. Ghersa. Ad essa opposero soltanto il silenzio, come risulta dai registri della Dieta e della Giunta Provinciale dell'Istria fino a tutto 1915.

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