Questo prezioso cimelio di cui l'I.G.M. possiede l'unico esemplare finora noto in Italia e all'estero, costituisce uno dei più importanti documenti cartografici dei secoli XVI-XVII. L'esistenza di questa carta, costruita dal celebre astronomo e geografo padovano Giovanni A. Magini (1555-1617), venne affermata da A. Favaro nel suo studio "Carteggio inedito di Ticone Brah, Giovanni Keplero e di altri celebri astronomi e matematici dei secoli XVI e XVII con Giovanni Antonio Magini (Bologna, Zanichelli, 1886), ma nonostante le ricerche fatte nella carta rimase irreperibile, finché, nel 1917, dietro indicazione del Prof. Attilio Mori, si ebbe modo di rintracciarne un unico esemplare di proprietà privata di poi acquistato dall'I.G.M. e quivi conservato sotto cristallo in cornice. (v. "L'Universo" 1920, Almagi R., La carta d'Italia di G. A. Magini 1608 e il B. S. G. It., 1919, pagg. 458-59). La carta consta di sei fogli riuniti delle dimensioni complessive entro il campo disegnato di cm. 105x84, incisi da B. Wright. Sotto al titolo trovasi la seguente dedica: "Al Ser.mo S.r mio S.re et p.rone col.mo il Sig.r Don Francesco Gonzaga Principe di Mantoua et Monferrato, etc. La presente mia Italia si come da principio destinai di farla comparire al Mondo sotto la protettione di V. A. Ser per maggior segno della mia continuata servitù, e della debita osservanza verso di lei, così sono cstretto di darla in luce più presto di quello, ch'io disegnava, per hauer io veduto, che altri con più audacia, che sapere si haueva ultim.te pubblicata una grande molto sconcia, difettosa et copiosa d'errori; anzi per pi evidente segno della sua molto poca cognitione di Geografia falsamente commensurata onde io spero che il Mondo ricever volentieri la presente mia fatica, conosciuta l'accuratezza di essa, usata da tanti anni in qua, e ci per capara della descritione Historica et Geografica che in grosso volume di foglio reale sono per dar presto fuori si come spero, che da V.A. sar con la solita sua, benignit ricevuta et gradita alla quale pregando il colmo d'ogni felicità io humil. riuerenza di Bologna li 20 ottobre 1608 D. V. A. Ser.ma Humiliss.o et deuotiss.o Ser.re Gio Ant.o Magini". Segue in basso la firma dell'incisore "Beniamin Wright Londinensis Anglus Fecit Bononiae" e quindi a destra il seguente avviso de "L'intagliatore a i studiosi lettori" "Hauendo io da un'altra maggior tavola et assai copiosa de luoghi del S.r dottor Magini ridotto la presente in minor forma, acci riuscisse pi commoda mi ha bisognato tralasciare alle volte fuori de i luoghi che per l'angustia del sito non ci poteuano capire e si hauer tal volta lasciati fuori de i pi degni in uece di quelli che sono di manco consideratione, se bene per ho procurato ad ogni mio potere di far capire in questa tavola non solo tutte le città ma ancora tutte le terre et castelli principali, hauendone tenuta particolare cura l'istesso autore tuttoche egli fosse a questo istesso tempo molto occupato in far stampare il suo Primo Mobile Di più voglio auertire ch'ho fatta la separatione de i stati d'Italia con due sorti di ponti, cio con ponti più grossi di quei stati, ch'hanno bisogno d'altra divisione per maggior chiarezza, si come sono il Stato della Chiesa, il Dominio Veneto, il Stato di Milano, Gran Ducato di Toscana, et il Regno di Napoli, li quali hanno poi le loro particolari divisioni di ponti più piccoli si come certi altri stati d'Italia. Et volentieri ancora hauerei fatto la separatione di certi piccoli Dominij, si non fossi restato per la troppo confusione li quali poi si vedranno molto ben distinti nelle tavole dell'Italia in libro dell'istesso autore". In basso a destra doveva trovarsi un'altra leggenda, forse relativa agli abitati, con annessa indubbiamente la scala; essa per del tutto scomparsa poich l'esemplare assai danneggiato in questo lato tanto che rimangono pure guaste parti della Sicilia, della Calabria e della Sardegna. Questa Italia del Magini, che quindi riduzione di una maggiore assai più ricca di nomi, non che l'insieme di tutte le carte delle quali si compone il celebre Atlante dello stesso autore e pubblicato dal di lui figlio Fabio nel 1620. Il Magini si valse per questa sua grandiosa opera di uno svariato materiale cartografico spesso inedito, da lui pazientemente raccolto presso i singoli stati italiani, e il disegno che ne risulta supera di gran lunga tutte le produzioni contemporanee anche per la maggiore precisione delle basi astronomiche. Si rileva particolarmente il progresso della rappresentazione nel disegno dell'Italia Meridionale che col Magini acquista una forma assai vicina a quella delle carte moderne, nell'evidenza data alla catena alpina e a quella appenninica, nella presenza di vari nomi orografici del tutto mancanti o rarissimi nelle carte anteriori, nel ricco dettagliato quadro della idrografia cui l'autore pose particolare cura e nella ricchezza di nomi infinitamente pi numerosi che non nelle carte del Gastaldi (1561) e del Mercatore (1589). Grandissima poi la cura posta al tracciato dei confini politici. La carta reca la graduazione marginale di 5' in 5' tanto in latitudine (3715' - 4645') quanto in longitudine (2830' - 4535'). Circa lo studio particolare delle fonti e del contenuto della carta si rimanda senz'altro all'opera magistrale di R. Almagi "L'Italia" di Giovanni Antonio Magini e la Cartografia dell'Italia nei secoli XVI e XVII. (Napoli, Città di Castello, Firenze, 1922). Della carta del Magini vennero fatte varie riproduzioni pure eccezionalmente rare, due delle quali, la "Nova Descittion d'Italia di Gio. Antonio Magini" pubblicata ad Amsterdam da Clemente de Jonghe, e la "Descriptio Italiae Autore Antonio Magino" edita da Johannis Visscher nel 1650, conservate nel Museo Britannico, ed una pubblicata da Giusto Sadeler col titolo "Italia Nova di Gio. Antonio Magino nuovamente corretta in Venetia l'anno 1662". Essa venne inoltre inserita, pur senza nome d'autore, in vari atlanti stranieri come quelli dell'Hondio, Bleau, Janson, Visscher, Seutter, esercitando quindi una larghissima influenza sulla cartografia del seicento e settecento.
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