Sofronio Pocarini (Fiumicello, 5 febbraio 1898 – Grado, 4 agosto 1934), è stato un pittore, poeta e giornalista italiano, fratello del traduttore Ervino Pocar.
Sofronio Pocarini nacque a Fiumicello, terzo di quattro fratelli, da Giovanni Pocar, contadino. Si trasferì ancora bambino a Gorizia dove studiò nel locale ginnasio. Di sentimenti irredentisti, italianizzò il proprio cognome in Pocarini negli anni della prima guerra mondiale - al contrario del fratello Ervino - pur avendo dovuto combattere nell'esercito austroungarico nei reparti sanitari.
Animatore del Futurismo friulano, ebbe un ruolo di primo piano nell'arte e nelle lettere goriziane, dirigendo fra l'altro innumerevoli periodici locali, come: “El refolo gorizian”, “La voce di Gorizia”, “L'aurora”, “Squille isontine” e “L'eco dell'Isonzo”. Si iscrisse al Movimento e al Partito Futurista nel 1919, instaurando in seguito corrispondenze epistolari con i più alti esponenti di questa corrente socio-artistica. A Gorizia inaugurò dunque il Gruppo Futurista Giuliano, assieme a Mirko Vucetich, Giorgio Carmelich e Luigi Spazzapan.
Fondatore della Compagnia di Teatro Semifuturista - fortemente appoggiata da Marinetti, di cui era amico e al quale presentò Tullio Crali - autore di numerosi volumi di poesia e di diversi dipinti (pur essendo pittore pressoché autodidatta), morì annegato a Grado il 4 agosto 1934, durante la preparazione di una mostra di artisti futuristi.
Ervino Pocar (Pirano, 4 aprile 1892 – Milano, 17 agosto 1981) è stato un germanista e traduttore italiano.
Dalle scuole elementari iniziò a studiare il tedesco. Dopo i primi anni a Trasaghis si trasferì con la famiglia a Gorizia, dove studiò presso il Liceo tedesco dal 1903 fino al conseguimento del diploma di maturità (1911). Nel 1912 si iscrisse alla Facoltà di Filosofia dell'Università di Vienna, seguendo lo stesso itinerario di Luigi Visintin che gli fu amico; la prima guerra mondiale interruppe i suoi studi poco prima della laurea che, programmata per il 1915, fu conseguita nell'ottobre 1917; Pocar partecipò al conflitto mondiale, venendo fatto prigioniero e confinato nel 1915 perché irredentista. Tornato a Gorizia, insegnò per un breve periodo e, dopo aver fatto vari lavori (tra cui bibliotecario e impiegato), divenne traduttore dal tedesco. Nel 1934 divenne traduttore ufficiale dal tedesco per la casa editrice Arnoldo Mondadori. L'attività di traduttore lo accompagnò per tutta la vita: fra i numerosi riconoscimenti ricevuti per le sue opere vi è il premio della "Fédération Internationale des traducteurs", conferitogli a Stoccolma nel 1970.
Nel 1977 gli fu conferita la laurea honoris causa in lingue e letterature straniere dall'Università degli Studi di Trieste. Poco prima della morte era ancora attivo come traduttore, nonostante i quasi 90 anni. Fu anche presidente onorario dell'Associazione Italiana Traduttori e Interpreti e membro della giuria del Premio Monselice.
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