mercoledì 8 novembre 2023

Società del Tiro al Bersaglio di Spalato

Si tratta della fotocartolina stampata in occasione del venticinquesimo anniversario della fondazione della Società del Tiro al Bersaglio di Spalato. 





La Società è stata fondata nel 1877, e quindi questa foto è del 1902. Chi sono queste persone e cos'era questa Società, che si richiamava ai bersaglieri italiani e portava anche un cappello piumato come i soldati del celebre corpo fondato nel 1836 dal re di Sardegna Carlo Alberto di Savoia, su proposta dell'allora capitano del Reggimento Guardie Alessandro La Marmora? Sono gli ultimi epigoni di famiglie e tempi che non esistono praticamente più: gli italiani di Dalmazia. I primi sodalizi bersagliereschi furono costituiti da simpatizzanti. Gli italiani si riunirono in sodalizi culturali e sportivi con finalità essenzialmente patriottiche.
Lo scopo ufficiale delle associazioni di bersaglieri era il tiro al bersaglio, simile quindi a quello degli Schützen tirolesi. La prima Società nacque a Zara nel 1871 per opera del garibaldino Enrico Matcovich, ben prima quindi del primo sodalizio bersaglieresco nel Regno d’Italia, nato a Torino nel 1886. La seguirono le Società di Spalato, Borgo Erizzo di Zara, Salona e Neresi nell’isola di Brazza. Erano composte da Italiani che essendo sudditi austro-ungarici non potevano avere militato nel Regio Esercito ed erano quindi - come detto - dei simpatizzanti che si rifacevano ai bersaglieri, simbolo dell’Italia. L’Austria tollerò questi “Bersaglieri”, non potendo non tenere conto della Triplice Alleanza che la legava all’Italia oltre che alla Germania. Tollerò anche che i “Bersaglieri” indossassero uniformi simili a quelle del corpo italiano col cappello piumato, e che le loro fanfare usassero gli stessi strumenti e suonassero gli stessi motivi di quelle dei reggimenti italiani. Nel 1911 però un’ordinanza di polizia stabilì che il piumetto dovesse essere portato a sinistra (come già facevano i bersaglieri di Spalato che si vedono nella foto). I "Bersaglieri” di Zara ebbero un ruolo importantissimo nella vita cittadina. Erano riusciti, fra l’altro, a costruirsi una bella palazzina, la “Casa dei Bersaglieri”, dove ospitavano altri sodalizi patriottici. Vi si svolgevano attività che andavano da quelle sportive alle feste da ballo, alle conferenze. Al principio del secolo scorso avevano costituito anche un proprio gruppo femminile. Nel 1896 nacque la Società di Borgo Erizzo, sobborgo di origine albanese di Zara con circa 3000 abitanti. Anch’essa ospitava nella propria sede altri sodalizi patriottici e contava 120 soci. Tutte le predette Società avevano una propria fanfara. Poche sono invece le notizie delle Società di Salona e di Neresi. Nel 1912 la Società di Zara, nel quarantennale della sua nascita, realizzò un raduno su base regionale. Vi parteciparono, con altre associazioni, i Bersaglieri di Zara, di Spalato e di Borgo Erizzo con le proprie fanfare. Il patriottismo italiano delle Società dei Bersaglieri è ben descritto da un rapporto del 1917 della polizia austro-ungarica, che teneva tutto sotto stretta osservazione. Lo spalatino Francesco Rismondo faceva parte dello stesso associazionismo patriottico quale Presidente del Club ciclistico veloce di Spalato. Nel maggio del 1915 passò la frontiera e si arruolò nel Regio Esercito. In un articolo di una rivista inglese dell'epoca si racconta della visita a Zara di una squadra navale britannica con alcuni membri della famiglia reale. All’arrivo, una banda aveva salutato dal molo intonando l’inno nazionale britannico. Dopo di questo la fanfara dei “Bersaglieri”, a bordo del piroscafo Sebenico, ripeté l’inno nazionale inglese seguito da canzoni napoletane ed altri motivi. Particolare entusiasmo sollevò “Funiculì funiculà”, per la quale i marinai richiesero ripetutamente il bis.
La cartolina è stata spedita a marzo del 1904 alla "Stimatissima famiglia Radman" ad Almissa. Si tratta della famiglia cui appartennero Antonio e Giuseppe Radman, membri del Partito Autonomista filoitaliano ed eletti deputati della Dieta della Dalmazia negli anni Settanta dell'Ottocento. Liberamente leggibile in internet è un godibilissimo libretto intitolato "I nostri onorevoli", pubblicato dalla tipografia Battara di Zara (senza data, ma anni Settanta dell'Ottocento) nel quale si descrivono umoristicamente i personaggi che animavano la Dieta in quegli anni. In questo libro Antonio e Giuseppe Radman vengono definiti "autonomicissimi", cioè fortemente contrari all'unione della Dalmazia con la Croazia, come proponevano all'epoca i croati.


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