giovedì 2 novembre 2023

Nino Benvenuti

Nato a Isola d'Istria il 26 Aprile 1938. I suoi antenati, come racconta nel suo libro autobiografico, sembra che siano provenuti da Caorle, paese di pescatori della costa veneta.


È stato uno dei più grandi pugili italiani di tutti i tempi.


La passione pugilistica di Benvenuti inizia a tredici anni in una piccola palestra allestita nella propria abitazione di Isola d'Istria spinto dal suo stesso padre che, in gioventù, si era dedicato a questo sport. Passa poi ad allenarsi all'Accademia pugilistica di Trieste, percorrendo ogni volta in bicicletta la relativa distanza.


In questi anni la famiglia Benvenuti, residente nella Zona B del Territorio Libero di Trieste, sotto amministrazione jugoslava, subisce la repressione anti italiana. Il figlio maggiore, Eliano, è arrestato e imprigionato senza motivo per sette mesi. Successivamente anche la loro abitazione con giardino viene requisita. I Benvenuti preferiscono allora stabilirsi a Trieste, nella zona A amministrata dall'Italia, dove già il capofamiglia ha il suo esercizio ittico. Trieste passerà definitivamente all'Italia solo nel 1954.


Campione olimpico dei pesi welter nel 1960, campione mondiale dei pesi superwelter tra il 1965 e il 1966, campione europeo dei pesi medi tra il 1965 e il 1967, campione mondiale dei pesi medi tra il 1967 e il 1970. Nel 1968 ha vinto il prestigioso premio di Fighter of the year, unico italiano ad aver conseguito tale riconoscimento.


Il suo primo torneo della trilogia contro Emile Griffith è stato nominato Fight of the year del 1967, premio attribuito tre anni dopo anche al match da lui perso contro l'argentino Carlos Monzón. L'undicesima ripresa del match in cui mise KO Luis Manuel Rodriguez fu premiata come "Round of the year" per il 1969.


È stato l'unico pugile italiano ad aver detenuto il titolo mondiale unanimemente riconosciuto di due categorie di peso (medi e superwelter). Nei pesi superwelter, possono fregiarsi di tale impresa solamente altri nove atleti. Prima di lui, tra i pugili europei, soltanto Marcel Cerdan era riuscito a conquistare il mondiale dei medi in terra statunitense. È stato inoltre uno dei pochi pugili non statunitensi ad aver conquistato e difeso più volte il titolo mondiale indiscusso dei pesi medi nella storia del pugilato mondiale. Inoltre, le sue quattro vittoriose difese consecutive del mondiale indiscusso dei medi lo pongono alle spalle solamente di Marvin Hagler e Carlos Monzón come numero di difese consecutive a segno.


La International Boxing Hall of Fame (1999) lo ha riconosciuto fra i più grandi pugili di tutti i tempi, unico pugile italiano insieme a Duilio Loi. Pur non in possesso della cittadinanza statunitense, è stato ammesso anche nella National Italian-American Sport Hall of Fame (così come leggende quali Rocky Marciano e Joe Di Maggio), per le sue imprese sportive ottenute sul suolo USA.


Dopo gli ultimi prestigiosi riconoscimenti (Premio Cultura Italia Argentina, Premio Brera, Guirlande d'Honneur) il suo palmares si è ulteriormente arricchito del ruolo di ambasciatore italiano della boxe nel mondo, consegnatogli dal presidente della FPI Vittorio Lai il 26/04/2017 in occasione della cerimonia ufficiale del cinquantenario dalla vittoria del titolo mondiale dei pesi medi (17/04/67), ideata e organizzata da Anita Madaluni (sua biografa ufficiale) con il patrocinio del CONI e dell'ambasciata americana.


"Ci sono storie che non si possono dimenticare. La mia è una di quelle. Di un popolo intero. Cacciato, umiliato, calpestato, strappato dalla propria terra senza che nessuno, dico nessuno, abbia alzato un dito per difenderlo. Di un popolo dimenticato, la cui storia è stata oscurata per anni, cancellata dai libri di storia, negata. Solo la forza di chi non ha mai abbassato la testa – di chi, nonostante tutto, ha conservato la propria dignità, di chi non si è mai arreso – ha ridato voce a tutti noi istriani, fiumani e dalmati, anzi italiani. Sì, perché lo eravamo prima e lo siamo oggi. Italiani".

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