Luisa Moratto (Buie d'Istria, 27 marzo 1861 - Cherso, 31 luglio 1932) è stata un'educatrice e patriota italiana.
Luisa assunse il compito di difendere l'italianità del Quarnaro. Sarebbe troppo lungo esporre in questa inchiesta quanto Luisa Moratto fece nella sua vita dedicata all'Italia. Donna di vasta cultura, di non comune forza di volontà — a 60 anni impara il greco e il latino per poterli insegnare ai suoi allievi. Fu l'anima dell'irredentismo isolano durante l'occupazione austriaca; sempre sorvegliata dalla gendarmeria e alfine internata, non cessa mai di dedicarsi all'educazione dei giovani ed all'amore per l'Italia. Fondò scuole, asili, ricreatori nelle sue isole e fu tale la sua forza e la sua capacità che, istituita in Cherso una scuola media inferiore e non trovando mezzi per pagare i professori, insegnò da sola tutte le materie ed agli esami mai un suo alunno fu rimandato quando, per proseguire gli studi, passava ad altra scuola. Morì nel 1932, dopo esser stata lungamente malata e continuando fino all'ultimo, dal suo letto, le sue molteplici attività.
Dopo aver preso accordi con lo stesso Sen. Salata, con il Sen. Chersi e con l'allora Governatore di Trieste, Luisa Moratto si recò a Roma. F. S. Nitti, allora Presidente del Consiglio dei Ministri, la ricevette in udienza e, dopo averla ascoltata, con le lacrime agli occhi le prospettò la disperata situazione e le fece comprendere che difficilmente avrebbe potuto aiutarla. Ma Luisa Moratto non si perdette d'animo e volle essere ricevuta anche dall'allora Regina Elena, alla quale espose il tormento di quei figli d'Italia, chiedendo aiuto. E non dette pace ad alcuno finché Cherso non fu salva. Un suo concittadino e contemporaneo, il prof. Mitis, scrisse diffusamente della sua vita ed in un libro, raccontando questo episodio, afferma che Cherso fu redenta grazie al valore di quella piccola e sofferente ma eroica donna.
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