Edoardo Susmel (Fiume, 3 dicembre 1887 – Forte dei Marmi, 18 luglio 1948) è stato uno storico e politico italiano.
Dopo il conseguimento della laurea in Scienze morali e storiche, comincia l'insegnamento di materie umanistiche nella "Scuola cittadina" della città natia. Fece parte del Consiglio nazionale italiano (di cui fu capo dell'ufficio stampa) di Fiume e tra la fine degli anni Dieci e l'inizio degli anni Venti partecipò attivamente alle vicende di cui reclamava l'italianità. Iniziò la sua attività di pubblicista dando alle stampe nel 1919 Fiume attraverso la storia: dalle origini ai giorni nostri edito a Milano da Treves a cui fece seguito La città di passione sempre per lo stesso editore nel 1921. Partecipò all'impresa di Fiume. Fu favorevole alla reggenza del Carnaro istituita da Gabriele D'Annunzio su Fiume, sull'impresa del celebre poeta scrisse nel 1929 La marcia di Ronchi e sempre in quell'anno ultimò Mussolini e il problema adriatico. Aderì al fascismo e successivamente scrisse Le giornate fiumane di Mussolini (Garzanti, 1937) e Fiume e il Carnaro (Hoepli, 1939). Docente universitario, fu Preside della Provincia del Carnaro. Nel 1939 divenne consigliere nazionale della Camera dei Fasci e delle Corporazioni fino al 1943.
Fu ultimo prefetto di Fiume italiana nel 1945. Nel secondo dopoguerra cominciò a lavorare sull'opera omnia di Benito Mussolini, ma la morte gli impedì di concludere il progetto, poi completato dal figlio Duilio.
DUILIO SUSMEL
Duilio Susmel (Fiume, 15 ottobre 1919 – San Godenzo, 19 febbraio 1984) è stato un giornalista italiano.
Figlio dell'insegnante e scrittore Edoardo, si trasferì a Firenze nel 1942, dove conseguì la laurea e iniziò la sua attività di giornalista pubblicista, collaborando ai settimanali Oggi, Domenica del Corriere, Gente, Tempo Illustrato, Il Borghese, e ai quotidiani Il Tempo e Il Popolo d'Italia; militò nella Repubblica Sociale Italiana come tenente della Guardia Nazionale Repubblicana Forestale. Nell'immediato Dopoguerra cominciò col padre la stesura dell'opera omnia di Benito Mussolini che, a seguito della morte del genitore nel 1948, completò da solo tre anni più tardi. Nel 1952 scrisse con Giorgio Pini Mussolini L'uomo e l'opera, una biografia del Duce in quattro volumi. Negli anni Cinquanta e Sessanta si occupò del delitto Matteotti e dell'ipotetico carteggio che Mussolini ebbe con Winston Churchill, oltre che di quelli che il dittatore ebbe con Roberto Farinacci e suo fratello Arnaldo; trascrisse inoltre le conversazioni che il dittatore ebbe col giornalista Carlo Silvestri negli ultimi mesi della seconda guerra mondiale.
Fu l'unico giornalista italiano a cui, dopo la caduta del regime, il caudillo Francisco Franco concesse un'intervista; nel 1962 Susmel pubblicò a puntate sul mensile Successo una biografia del generalissimo spagnolo. Negli anni Sessanta pubblicò Vita sbagliata di Galeazzo Ciano, Nenni e Mussolini mezzo secolo di fronte, Un uomo chiamato Mussolini e la raccolta Mussolini corrispondenza inedita. Diede alle stampe inoltre I dieci mesi terribili: da El Alamein al 25 luglio 43 nel 1974 e Mussolini e Pio XI l'anno seguente.
Negli ultimi mesi di vita stava lavorando a due progetti commissionategli da Il Secolo d'Italia: La vera storia di Mussolini (completato poi dalla moglie Nedda Dragogna e dal suo allievo Renzo Santinon dopo la sua scomparsa e apparso in occasione del centenario dalla nascita del Duce) e Controstoria dell'ultimo Mussolini e della Repubblica Sociale Italiana, rimasto inedito. Morì a Castagno d'Andrea, frazione di San Godenzo, in provincia di Firenze. Nel Centro Studi della RSI si trova l'archivio Susmel, nel quale sono contenute tutte le sue fatiche letterarie.
CLAUDIO SUSMEL
Nato a Reggio Calabria, nonna paterna e padre nati a Fiume, madre a Santo Stefano in Aspromonte, fratello e cognata a Cagliari. Come asserisce l'autore, "l'Italia non è solo la mia nazione, è anche la mia regione, la mia famiglia". Laureato con una tesi in Diritto internazionale su Fiume. Consiglio caldamente la lettura del suo libro "I confini naturali d'Italia" per la precisione geografica nell'individuazione dei veri confini della nostra Patria e soprattutto per l'intensità della sua scrittura da cui deriva grande coinvolgimento per ogni lettore patriota. Lo consiglio, in particolar modo, per la speranzosa ma sicura determinazione che traspare, credendo in un futuro migliore in cui l'Italia possa riscattare l'ignavia e la sfortuna del suo passato.
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