Bernardo Benussi nacque a Rovigno, da una storica famiglia del luogo.
Fu tra gli intellettuali di Trieste e dell'Istria che si impegnarono nell'affermazione del carattere italiano dei loro paesi - all'epoca parte dell'Impero Austro-ungarico - specie verso sloveni e croati. Specializzatosi negli studi storici, Benussi divenne il massimo esponente della storiografia istriana (all'epoca praticamente tutta formata da autori di lingua italiana). Fu tra i fondatori della "Società Istriana di Archeologia e Storia Patria" e socio della "Società Minerva" di Trieste, per le cui riviste pubblicò numerosi saggi di rilievo. Fu anche presidente onorario dell'Università Popolare di Trieste, dal 1909 al 1913.
Di idee liberali nettamente protese all'irredentismo, non si impegnò tuttavia mai in campo politico.
Lo spessore dell'opera storiografica del Benussi è misurabile attraverso due fattori. Da una parte l'approccio sistematico alle fonti appreso durante gli studi universitari, che assieme all'ottima conoscenza del latino e del greco antico, oltre che del tedesco, ne fece uno dei massimi eruditi istriani del suo periodo. Dall'altra occorre tener presente quello spirito di “difesa nazionale” che, nel solco delle trasformazioni che coinvolsero in prima linea l'Impero Austro-ungarico a partire dalla metà del XIX secolo, si fece largo tra gli italiani dell'Istria tanto verso il governo viennese quanto verso il nascente nazionalismo sloveno e croato.
In questo ambito rientrano tanto i suoi primi saggi sull'Istria nel periodo classico – Saggio di una storia dell'Istria dai primi tempi sino alla dominazione romana (1872) e L'Istria sino ad Augusto (1883) – quanto l'assai minuzioso studio Nel Medioevo. Pagine di storia istriana (1897). Dedicate in particolare alla confutazione delle tesi di storici croati sono analisi tematiche come La liturgia slava nell'Istria (1893).Di taglio più municipalistico sono altre due sue opere rimaste note: Storia documentata di Rovigno (1888) e soprattutto Pola nelle sue istituzioni municipali (1923-25).
"L'Istria nei suoi due millenni di storia" pubblicata nel 1924 a Trieste, è certamente la sua opera principale, e per questo la più conosciuta. Fu il primo tentativo della storiografia contemporanea di realizzare un approccio organico e dettagliato alla storia dell'Istria lungo il corso dei secoli. L'interpretazione di fondo del Benussi è quella della continuità tra periodo romano e bizantino, periodo feudale e comunale e periodo veneziano fino alla completa dominazione austriaca, e quindi alle successive lotte nazionali tra italiani e slavi, il tutto alla luce di una prevalenza storica e culturale del locale elemento neoromanzo/italiano.
Morì nel 1929, ormai realizzatosi il sogno della sua vita di vedere l'Istria inclusa nei nuovi confini del Regno d'Italia dopo la Grande Guerra.
In quanto rovignese illustre a lui è intitolata la scuola elementare della sua città - nella gran parte dell'Istria oggi inclusa nella Repubblica di Croazia - gestita dalla esigua comunità italiana rimasta dopo l'esodo.
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