Antonio Slavich (Fiume, 3 luglio 1935 – Bolzano, 11 marzo 2009) è stato uno psichiatra e politico italiano, collaboratore di Franco Basaglia e impegnato nella trasformazione metodologica dell'approccio alla psichiatria in Italia.
Slavich nacque a Fiume ma visse gli anni giovanili in Alto Adige, nella città di Bolzano, dove frequentò il liceo classico. In seguito si trasferì per studiare medicina presso l'Università degli Studi di Padova. Qui conobbe Franco Basaglia, che in quel momento dirigeva il reparto psichiatrico della clinica neurologica, e divenne prima suo studente poi suo collaboratore.
In seguito, nel 1962, si trasferì a Gorizia dove Basaglia già dal 1961 aveva iniziato le sue prime esperienze innovatrici. Sul finire degli anni sessanta si spostò a Parma, sempre collaborando con Basaglia, poi divenne direttore dei servizi di salute mentale di Ferrara.
L'importante esperienza nella città estense, che durò dal 1971 al 1978, portò innovazioni nell'approccio al disturbo mentale pure nella città emiliana. Divenuto direttore anche dell'ospedale psichiatrico, nel 1975, Slavich fece abbattere parte delle mura dell'antico palazzo di via della Ghiara, sede dell'ospedale. L'altra sede dell'ospedale psichiatrico, in quegli anni, era a San Bartolo, un antico convento col tempo utilizzato per accogliere i matti e Slavich, aiutato anche dai numerosi collaboratori e da rappresentanti dell'amministrazione locale, fece organizzare un trasporto-navetta tra il palazzo entro le mura e la sede fuori dalle mura, a San Bartolo, a circa tre chilometri di distanza, creando una nuova abitudine tra persone che sino a poco prima vivevano recluse in una struttura senza aver più contatti col mondo esterno.
Nel febbraio 1977 si tenne nei locali aperti di palazzo Tassoni Estense il convegno La Scopa Meravigliante. Slavich così non solo aprì le porte del manicomio ma ottenne la collaborazione di persone solitamente estranee a quel mondo ed iniziò un'esperienza che gli veniva dal suo precedente incarico a Gorizia ed alla quale la struttura sanitaria di Ferrara non era abituata.
In seguito ottenne un analogo incarico all'ospedale psichiatrico di Quarto a Genova. A Quarto si impegnò anche sul piano politico e divenne consigliere comunale e provinciale.
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