martedì 31 ottobre 2023

Volontari sammarinesi caduti per la Redenzione della Patria 1915-1918


Carlo Simoncini, Caporale del 3° Rgt. Art. da Campagna e Sady Serafini, Caporale del 1° Rgt. Art. da Montagna


Sady Serafini nasce nella Città di San Marino il 20 giugno 1894. Diplonmato ragioniere al "patrio ginnasio", si trasferisce a Torino dove trova impiego come impiegato contabile. Animato di "amore di Patria", nel giugno 1916 si iscrive come volontario nell'ufficio leva del comune di Rimini, distretto militare di Forlì, per arruolarsi nel Regio Esercito Italiano e, accolta la domanda, viene inviato, per residenza, al deposito del 1° Rgt. Art. da Montagna in Torino (il reggimento che fin dal costituzione nel 1887 ha sede a Torino n.d.r.) e dopo la vestizione e l'addestramento è inviato al fronte nel Carso. A settembre viene promosso Caporale ed assegnato alla 62ª batteria da 65 da montagna. Durante il vittorioso fatto d'armi dell'offensiva italiana sul Carso del 12 ottobre 1916 rimane gravemente ferito nel combattimento in località Nad Logem, collina a est di Gorizia sulla sponda sinistra del fiume Vipacco. Muore per le ferite riportate, all'ospedale militare di Gorizia ed è sepolto nel cimitero di Gorizia. Nel 1925 i resti mortali vengono esumati per essere tumulati a San Marino nel monumento ai caduti sammarinesi. Nel settembre 1929 viene definitivamente tumulato nella tomba monumentale (assieme a Carlo Simoncini), nel cimitero di Montalto. Decorato di medaglia al merito di 1ª classe (medaglia d'argento) della Repubblica di San Marino con la seguente motivazione : "Per avere con l'olocausto della sua vita più intimamente unito alla patria grande questa sua piccola Patria". Nella città di San Marino a lui è intitolata una via.


Carlo Simoncini nasce nella Città di San Marino il 12 febbraio 1892. Ancora adolescente segue la famiglia a Trieste e lavora come macchinista nella marina mercantile austriaca, ma agli inizi di settembre 1914 con la situazione creata dagli avvenimenti della prima guerra mondiale iniziata il 28 luglio, rientra a San Marino. Il 5 giugno 1915 si iscrive come volontario nell'ufficio leva del comune di Forlì, distretto militare di Forlì, per arruolarsi nel Regio Esercito Italiano. Nel frattempo si è trasferito a Bologna dove svolge la professione di istitutore (sorvegliante) presso un collegio. Accolta la domanda e chiamato alle armi, viene inviato per domicilio, al deposito del 3° Rgt. Art. da Campagna in Bologna e dopo la vestizione e l'addestramento, è fra i primi sammarinesi a partire per il fronte con destinazione nel Carso. Il 9 ottobre 1915 giunge in località Piano di Lucinico, Gorizia. Nei primi mesi di gennaio 1916 viene promosso Caporale. Il 6 luglio 1916 mentre incita gli artiglieri dipendenti della sua batteria a lavori di rafforzamento della piazzuola dislocata a Cima Mochetta, attardatosi come graduato nella verifica dei lavori, lo scoppio di una granata austriaca provoca una frana che lo sepellisce. Muore presso la 19ª sezione di sanità ed è sepolto nel cimitero di Mossa, Gorizia. Già in precedenza più volte citato ed elogiato dai superiori, il Ministro della Guerra decreta la concessione della medaglia d'argento "alla memoria". Nel 1925 i resti mortali vengono esumati per essere tumulati a San Marino nel monumento ai caduti sammarinesi. Nel settembre 1929 viene definitivamente tumulato nella tomba monumentale (assieme a Sady Serafiini), nel cimitero di Montalto. Decorato di medaglia d'oro della Repubblica di San Marino con la seguente motivazione : "Per avere con l'olocausto della sua vita più intimamente unito alla patria grande questa sua piccola Patria". Bolognese per domicilio, è ricordato nel lapidario della Basilica di Santo Stefano a Bologna. Nelle frazioni Castello di Acquaviva e Castello di Chiesanuova della Repubblica di San Marino, a lui è intitolata una via.







Il discorso che Manlio Gozi tenne a Trieste in onore dei due Sammarinesi caduti per la Patria

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