Nasce a Zara nel 1863 da Giacomo, avvocato e deputato autonomista alla dieta del regno di Dalmazia, e da Luisa Affrich. Laureatosi a Vienna in Giurisprudenza, a Zara esercita la professione di avvocato penalista e si impegna in una appassionata attività politica in difesa dell’italianità dalmata. In tempi difficili, a cavallo del secolo, è il fulcro della resistenza autonomista contro la politica austro-ungarica che puntava all’annientamento dell’italianità e dell’autonomia della Dalmazia. Artefice della politica del partito autonomista dalmata, è con Luigi Lapenna uno dei principali ideatori del programma e del rilancio del partito. Attraverso l’amicizia con Donato Sanminiatelli stabilisce in Italia solidi contatti con la dirigenza della Dante Alighieri, la Consulta, il ministero degli Esteri, la Lega Navale. Promotore del programma di rivalorizzazione della cultura italiana in Dalmazia oscurata dalla censura austriaca, come fiduciario a Zara della Dante organizza proficui scambi culturali tra le due sponde dell’Adriatico invitando conferenzieri e giornalisti. Ispira la linea politica de Il Dalmata, fonda con ziliotto la Rivista Dalmatica ed alcune società patriottiche in Zara (la Pro Patria e la Lega Nazionale) estende in città l’attività della società Politica Dalmata e collega l’Associazione Politica tra gli studenti della Dalmazia con la società degli studenti Triestini. Per il Partito autonomista dalmata, filoitaliano, è eletto per la circoscrizione di Zara deputato nella Dieta del regno di Dalmazia nel periodo tra il 1895 ed il 1918. Dopo l’attentato di Sarajevo ripara in Italia, si stabilisce a Roma e svolge un’intensa opera di propaganda per sensibilizzare l’opinione pubblica ed i politici italiani ed europei sulla “questione dalmata” e sulle attese della Dalmazia di restare nell’orbita della civiltà europea occidentale. Promuove comitati che svolgono un ruolo decisivo nella vita politica del tempo, patrocina la pubblicazione di saggi e studi sulla storia dalmata, ispira le più significative campagne propagandistiche e di stampa in Italia ed all’estero, specialmente in Svizzera, Francia, Inghilterra e America, contesta le campagne jugoslaviste antiitaliane, ispirate alle tesi di Vojnovic, Trumbic e Supilo. Allo scoppio della prima guerra mondiale che lo vede operante presso lo Stato maggiore della marina Italiana, in stretta sintonia con Thaon De Revel, come interprete, consulente, informatore, si arruola nel Regio Esercito Italiano come ufficiale di complemento dell’81° fanteria. In patria è processato per alto tradimento. Partecipa ugualmente ad alcune rischiose azioni sul fronte. A guerra finita, durante lo svolgersi della Conferenza di Versaglia alla quale partecipa come esperto per la Dalmazia nella sezione di Marina della delegazione italiana, intensifica la sua attività propagandistica che lo porterà fino in America nell’estremo tentativo di influire sulla politica wilsoniana. Nominato consigliere della Corte di Cassazione di Roma, difende l’economia e l’identità latino-veneziana delle città dalmate per le quali il Trattato di Rapallo, che le assegna nella quasi totalità al regno di Jugoslavia non aveva previsto alcuna tutela. Diventa senatore del Regno d‘Italia ed è insignito del Gran Cordone della Corona d’Italia. Muore il 2 settembre 1930 a Zara a 67 anni. Un suo busto è collocato nella Galleria degli italiani illustri a Palazzo Madama, sede del Senato a Roma.
In difesa dell'italianità dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia
domenica 22 ottobre 2023
ROBERTO GHIGLIANOVICH
All'Onorevole Ghiglianovich
Uno dei ventidue nostri Italiani che votarono contro il delitto del Trattato di Rapallo.
Omaggi
dal Comitato Studentesco Universitario.... costituitosi in difesa di Fiume e della Dalmazia e promotore della presente conferenza.
Il Presidente del Comitato
Girolamo Panteri
Catania 24.6.1921 / presso editore Giannotta.
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