martedì 10 ottobre 2023

L'EVIDENTE CULTURA ITALIANA DELLA DALMAZIA, TRA IMMIGRATI CHE SI ITALIANIZZANO E ACCADEMIE DI STAMPO ITALIANO

Dalle note di "La Dalmazia nell'arte italiana" di Alessandro Dudan




"I bossinesi profughi a Ragusa si italianizzarono tanto presto da dare scrittori italiani e latini, che persino fanno italiani i loro cognomi, così Giorgio Benigno (ex Dobretich), Marnavich (tanto si sente avvinto dall'italianità dalmatica che rinuncia al posto di arcivescovo di Strigonia per poter vivere in Italia, ove a Roma è aggregato come cittadino)".

A conferma di ciò, le parole contenute dell'opuscolo di Duplancich stampato a Trieste nell'Ottocento: "Riguardando il paese nostro come parte del corpo maggiore a cui sia geograficamente e debba essere amministrativamente congiunto, concluderemo senza titubare appartenere noi alla nazione italiana [...] Se per civiltà slava s'intendono sapienza di leggi e di istituzioni, altezza morale, grandezza di azioni, cultura e avanzamento di scienze, fioritura di lettere, splendore di arti, vastità di commerci e d'industrie, ricchezze ,prosperità, è fuor di dubbio che civiltà slava in Dalmazia non ha mai esistito".

"Anche le città dalmatiche ebbero in questo periodo le loro accademie italiane con i nomi arcadici: Zara ne ebbe quattro (Gli animosi, I cinici, Gli incaloriti, I ravvivati), Spalato e Traù insieme due. Ragusa due (I concordi, Gli oziosi) e così via".

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