Lettera-appello di padre Alfonso Orlini al Presidente del Consiglio dei Ministri di Roma, per salvare dai titini il clero e gli italiani delle Isole istriane di Cherso e di Lussino, 27 luglio 1946.
“Le isole di Cherso e Lussino, ultimo appello del Clero e del popolo. Illustre signor Presidente del Consiglio dei Ministri [Roma], mi consta che nella contesa Giuliana è stato fatto il nome del clero come in massima parte favorevole agli jugoslavi. Per quello che riguarda le Isole posso smentire in pieno l’accusa: qui tutto il clero nativo e residente nel suo complesso di 37 sacerdoti secolari e gran parte del clero regolare originario delle Isole è solo parzialmente residente composto da 17 religiosi, tra cui 14 del mio ordine è e si sente italiano di nascita e di sentimenti e decisamente orientato verso l’Italia. Fanno eccezione non più di 3 o 4 individui partiti da giovani ed educati in Jugoslavia. [..] A nome di questo clero e del popolo delle Isole noi chiediamo:
1) che ci si consenta di esprimere la nostra volontà di popolo civile e democratico con un plebiscito che certamente sarà per l’Italia nella percentuale superiore al 90%.
2) che nella deprecata eventualità della costituzione dello Stato Libero di Trieste, vi vengano incluse le Isole [..].
3) che nella dannata ipotesi di dover far parte della Jugoslavia ci si consenta il diritto di scegliere la nostra cittadinanza [..]
4) che gli esuli (circa 5.000) possano liberamente pronunciarsi nel plebiscito e invece non lo si conceda ai nuovi importati (circa 10.000) in maggioranza macedoni, bosniaci, serbi, gente senza religione o di religione diversa dalla nostra cui aderisce la totalità del nostro popolo.
5) che in qualunque caso non si consenta il trapianto del clero nativo con clero slavo, il che rinnoverebbe [..] della dominazione asburgica quando i preti e frati stranieri erano istrumenti atti a snazionalizzazione [..]
Signor Presidente qui insieme con la Patria è in pericolo la Fede! Salvateci, salvateci per l’amore di Dio”.
Padre Alfonso Orlini
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