sabato 28 ottobre 2023

LA VITTORIA MUTILATA E LE SUE CONSEGUENZE (M. Vigna)

La vittoria mutilata, ovvero il rifiuto di concedere all’Italia la Dalmazia secondo quanto solennemente concordato nel patto di Londra, fu un fattore d’importanza imponderabile nella vittoria politica fascista in Italia, che ebbe ripercussioni mondiali della massima rilevanza.



La dissennata decisione del governo USA di gettare tutto il suo peso nel tavolo di pace a favore delle rivendicazioni della Jugoslavia pose le basi per il secondo conflitto mondiale, innescando una catena di eventi che sarebbero sfociati in un’altra guerra.

Il presidente Wilson, dogmatico ed ipocrita insieme, rivendicava rigidamente il rispetto del principio di nazionalità per alcuni stati, mentre accettava tranquillamente che fosse infranto a beneficio di altri. La sua ostilità verso l’Italia era personale, radicata nelle convinzioni razzistiche contro gli italiani diffuse in quegli anni negli Usa, specialmente nel suo partito, quello democratico.

Ma furono decisivi nelle scelte di Wilson i pareri di alcuni consulenti ed analisti: James Shotwell, Walter Lippmann, Charles Seymour, Robert Kerner.

Costoro erano stati scelti quali presunti esperti per consigliare il presidente sulle decisioni da  prendere per l’Europa del dopoguerra all’interno di una specifica commissione, soprannominata “The inquiry”, formata da 150 accademici di varie discipline. I loro giudizi si rivelarono superficiali e fallaci per quanto concerneva l’Adriatico orientale, di cui costoro sapevano poco o nulla, con una sola eccezione. La complessità storica e culturale della regione fu da loro ridotta a schemi rigidi ed a categorie razziali di tipo ottocentesco, oppure a stereotipi e suggestioni come quella secondo cui gli jugoslavi avrebbero avuto una cultura cosmopolita e tollerante, all’opposto del nazionalismo esclusivista attribuito agli italiani. Sarebbe stato sufficiente conoscere la storia dei Balcani per rendersi conto dell’insensatezza di tali posizioni. Lippmann era principalmente un giornalista ed un commentatore politico, Shotwell era uno storico di storia della tecnologia e della scienza, Seymour si era occupato sino ad allora di storia politica del Regno Unito ma ebbe un ruolo chiave nell’esame della situazione dell’Austria-Ungheria, Robert Kerner era l’unico ad avere una preparazione specifica per l’area in esame, essendo uno studioso di slavistica, ma era decisamente slavofilo e propenso ad idealizzare gli jugoslavi.

Tali consulenti furono determinanti nell’indirizzare Wilson a rifiutare la Dalmazia all’Italia.




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