martedì 31 ottobre 2023

La lettera che un giovane legionario torinese mandava a casa dall'isola di Veglia, a pochi giorni prima dal Natale di sangue (Fiume)

Dal "Diario fiumano" di Luigi De Michelis, Dobrigno, 18-XII-1920:


"Siamo orai entrati nella novena di Natale e nel timore che questa vi arrivi troppo tardi mi affretto a scrivervi – è il messaggio ai genitori –. Mi scuso anzitutto di dovere ringraziarvi commosso per tutto il bene che mi avete dimostrato fino ad ora, bene che certamente mi sento di non meritare. Ah se saprese comìè consolante per uno che si trova nelle mie condizioni sentire una parola di vero affetto, di sentirsi ...... al contrario di molti che disgraziatamente non sono stati compresi dai propri genitori. Ma lasciamo quest'argomento ed entriamo in argomenti meno tristi. Se d'una ventina di uomoni che siamo a Dobrigno, ben sei sono di Torino, quindi capirai che tanta malinconia non vi può essere. Volete sapere quanti sono i discorsi che per la maggior parte del giorno facciamo..." 

Il 27 dicembre: "La città (Fiume) sta per cedere ed è naturale: sono sessanta ore di combattimento continuo. Presto cederà. Si rivolgeranno allora contro di noi. Abbiamo ricevuto l'ordine di pulire le armi. Fra poco vi sarà il combattimento, forse fra poco non vi sarò più. Consloatevi nel pensare che sono morto per una Causa purissima, una Causa che solo ora negli ultimi momenti sento d'amare intensamente. State bene, il vostro figlio vi saluta, dichiarandovi anzitutto che si vergogna d'essere italiano, che non vuol più essere italiano, d'ora innanzi è fiumano".

Morirà nel 1965 a Ladispoli.







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