Se navighi regolarmente in rete e hai cercato argomenti relativi alla storia croata, dalmata o adriatica in generale, è probabile che tu abbia sentito parlare di un periodo noto come "Rinascimento croato". La maggior parte delle persone non ha mai sentito parlare di un periodo del genere, ma per chi ne ha sentito parlare, potrebbe essere sorprendente apprendere quanto segue: non ci fu alcun "Rinascimento croato".
“Rinascimento croato” è un termine molto moderno – un neologismo – applicato alle sofisticate correnti artistiche e intellettuali che fiorirono tra il il XV e il XVI secolo nelle terre che oggi fanno parte della Croazia. Tuttavia, il cosiddetto “Rinascimento croato” è in realtà un esempio di revisionismo storico croato. Nel territorio dell'odierna Croazia si verificò un solo Rinascimento: fu il Rinascimento italiano, che ebbe luogo nella regione italiana della Dalmazia e, in misura minore, nell'Istria. Il semplice fatto che l'Istria e la Dalmazia oggi fanno parte della Croazia non significa che le storie, i patrimoni culturali e le realizzazioni appartengano propriamente alla Croazia o al popolo croato.
I revisionisti croati fingono che ciò che accadde in Dalmazia nel XV e XVI secolo fosse un “Rinascimento croato” portato avanti da pittori croati, architetti croati, scrittori croati e in generale dal genio croato. In realtà non fu affatto così. Tutti i principali pittori, architetti, scultori, poeti, filosofi, scrittori, musicisti, scienziati, statisti e studiosi eclettici del Rinascimento in Dalmazia erano di origine, formazione e cultura latina.
Gli ex-jugoslavi sono così disperati nel voler dimostrare il valore e il significato dei loro Stati neonati, così disperati nel voler consolidare il diritto ad esistere, così disperati nel voler aumentare il prestigio nazionale e sfoggiare una storia gloriosa, così disperati nel voler ottenere riconoscimento e importanza a livello mondiale, così disperati nel voler attrarre turisti e stimolare le proprie economie, e così disperati nel voler giustificare la continua occupazione di terre non slave (oltre alle precedenti espulsioni e pulizie etniche contro i non slavi durante e dopo la guerra mondiale), che hanno usurpato senza pudore tutta una storia che non è propria, e sono arrivati al punto di slavizzare tutti i nomi storici latini e italiani e di riscrivere la storia, facendo uso di Internet e siti web come Wikipedia, utilizzandoli (o meglio sfruttandoli) come strumenti politici e piattaforme per far avanzare la loro propaganda nazionalistica, presentando al mondo ignaro l'immagine artificiale, antistorica e falsificata di un “Rinascimento croato” e di una “civiltà croata” in Dalmazia che di fatto non è mai esistita.
Come avrebbero potuto gli slavi, che storicamente non possedevano una propria alta cultura, arte, letteratura o antica civiltà, sperimentare una rinascita o un risveglio della cultura, dell'arte, della letteratura e della civiltà antiche? Affinché qualcosa possa rinascere o rivivere, deve innanzitutto esistere. Ma sfortunatamente per i croati, i cui antenati arrivarono in Europa solo tra il VI e l'VIII secolo d.C., e che non possedevano neanche un alfabeto finché non ne fu sviluppato uno per loro dai missionari cattolici nel IX secolo (alfabeto glagolitico), non c’era un’antica civiltà croata da far rivivere, appunto perché non ne è mai esistita una; ed è proprio questo uno dei tanti motivi per cui oggi cercano di riscrivere la storia e di appropriarsi del patrimonio e delle opere di altri popoli.
Se c'è chi è ancora convinto che i personaggi rinascimentali sbandierati dai revisionisti croati (come Giorgio Orsini da Sebenico, Niccolò di Giovanni Fiorentino e Andrea Meldolla) fossero in realtà croati e non latini, allora si pone la domanda: perché il Rinascimento ebbe luogo in Dalmazia e, in misura minore, in Istria, ma non nelle altre regioni della Croazia? Perché le zone attorno a Zagabria, Osijek, Velika Gorica e Slavonski Brod non replicarono lo spirito, le idee, la cultura, il progresso e la civiltà del Rinascimento avvenuto invece a Zara, Spalato, Sebenico, Traù e Ragusa (tutte famose città latine e italiane)? Perché non produssero nemmeno qualcosa che gli somigliasse anche solo vagamente? La verità è che il Rinascimento in Dalmazia non fu che un'estensione del Rinascimento della penisola italiana; fu parte integrante del più ampio Rinascimento italiano ed è per questo che ebbe luogo nelle città dalmate di lingua italiana; fu il frutto della cultura italiana, del popolo italiano, dello spirito italiano e della civiltà italiana. Non c'entrava assolutamente nulla con i croati o gli jugoslavi, malgrado le vergognose e patetiche fantasie revisioniste.
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