Gli stereotipi sul carattere italiano dell'Istria, protetto all'interno delle mura cittadine e poi dalla presenza veneziana, erano amplificati anche da poesie, canzoni popolari ed inni delle associazioni.
Albona era stata una città sotto il controllo veneziano ed era rimasta una città a fortissima maggioranza italiana. Tuttavia, trovandosi sulla fascia costiera orientale, era circondata da una campagna compattamente slava. Era perciò una vedetta nazionale, tra passato e presente:
Lassè pur che i canti e gridi
e che i fazzi pur malanni
nella patria dei Luciani
no se parla che italian
(...)
Prima Roma, po' San Marco
su sta terra ga regnà
xelo pur sotto la losa
su le lapide stampà
E da allora sempre semo
la Vedetta sora el mar
e se sà che no cambiemo
mai la lingua de parlar.
L'associazione tra passato e presente era qui esplicita attraverso il nome dei Luciani, riferimento chiaro a Tommaso Luciani, che abbandonò l'Istria per sostenere la causa irredentista in Italia. Il passato di vedetta e la lotta per l'italianità si fondevano anche nella Notte di San Sebastiano, composta in occasione dei trecento anni dall'assalto fallito degli uscocchi ad Albona, in cui ritornello richiama anche Trieste (moderna protettrice dell'italianità ma, in teoria contradditoriamente, antico cuneo asburgico nei possedimenti marittimi di Venezia):
Evviva San Giusto, San Serzi, San Bastian
Evviva San Marco, al santo venezian
Barbari ladroni
Rubarne pretendeva
la nostra libertà
Al valoroso Tita
al bravo capitan
el merito ghe speta
e a Priamo el pio van
se Albona xe scampada
da quel colpo del man
se i albonesi
i xe sangue italian.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.