Affollata cerimonia italiana al Parco della rimembranza durante cui due agitatori iugoslavi lanciano tre bombe a mano sulla calca, ferendo 26 persone.
Il 9 agosto si tiene, come d’uso, la commemorazione patriottica della presa della città irredenta da parte del Regio esercito italiano nel 1916. L’evento, a causa dei titini (probabilmente sabotatori jugoslavi), ha uno sbocco violento e fortemente drammatico. Durante la cerimonia italiana al Parco della rimembranza presso il Monumento ai Caduti, due jugoslavi, sganciatisi da un gruppetto di esagitati contestatori, gettano tre bombe sulla calca, ferendo 26 persone. Gli ordigni sono lanciati dai tali Kodermaz e Brisco. Esplodono tra la folla che ascoltava il discorso dell’avvocato Benoni, mutilato di guerra. Il più colpito tra i feriti gravi è Sergio Zuccolo, ricoverato all’ospedale con prognosi delicata.
Allora si scatena per le vie della città “una vera e propria caccia allo slavo-comunista”.
La manifestazione diventa violenta e la polizia non riesce a controllarla, se non presso la Casa del popolo, dove si erano rifugiati i facinorosi. Gli jugoslavi scompaiono dall’abitato. Si registrano un morto ed un centinaio di feriti.
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