6 luglio - Nelle vicinanze di Verona, un drappello di Schiavoni disperde un reparto di soldati napoleonici. Il generale Andrea Massena protesta. II Provveditore Nicolò Filippo Foscarini disarma gli Schiavoni di stanza a Verona. Per protesta, uno Schiavone va in giro con addosso il solo camiciotto. A chi, ironicamente, gli chiede se sentisse caldo, rispondeva: "No! ma finché Principe non darà mia arma, mi no voler so abito!".
Gli Schiavoni presidiano Vicenza, Padova, Poveglia. Al comando del dalmata Antonio de Galateo difendono il forte di Brondolo. Altri 4000 sono schierati fra Fusina, Marghera e Campalto.
1797 - Gli Schiavoni, al comando del tenente Mazarovich, respingono un tentativo dei francesi contro Salò.
17 aprile - "Le Pasque Veronesi". Con i cittadini combatte un reparto di Schiavoni ed i "soldati Oltramarini menano strage degli avversari". In soccorso di Verona giungono il generale Antonio Stratico ed il capitano Antonio Paravia, ambedue nativi di Zara, con altri Schiavoni.
20 aprile - Tre battelli da guerra francesi cercano di forzare il canale del Lido. II Provveditore Domenico Pizzamano ordina al Forte di S.Andrea due salve d'artiglieria "di volata" per fermarli: due invertono la rotta, il terzo "Le Liberateur d'Italie" procede. Da S. Nicolò si stacca allora la galeotta "Annetta Bella" al comando del conte Alvise Viscovich da Perasto. L'equipaggio interamente di perastini - abborda la nave nemica, la lotta è all'arma bianca, 5 i francesi uccisi tra i quali il Comandante Jean Baptiste Laugier, 37 i prigionieri. Pizzamano riceve un encomio dal Senato, ai bocchesi va un premio in denaro.
È l'ultimo scontro armato in difesa della Serenissima. E sono dalmati gli utlimi difensori di Venezia. Tre mesi più tardi nella lontana Perasto un altro Viscovich ribadirà "TI CON NU, NU CON TI".
6 maggio - Nella incertezza che pervade il Maggior Consiglio, Francesco Pesaro, Procuratore di San Marco, grida al Doge Ludovico Manin: "Tolè su el Corno e andé a Zara".
Nelle giornate dal 6 al 12 maggio, gli Schiavoni presidiano Venezia. Sono sui burchi pronti a sbarcare. Lungo la Riva vigilano 150 Bocchesi (cittadini delle Bocche di Cattaro) in armi.
12 maggio - El tremendo zorno del dodexe - Ultima seduta del Maggior Consiglio per deliberare sui 'Da mò di Massima' (decreti). Si procede in una indescrivibile confusione. Manca il numero legale. Una scarica di fucileria, saluto a Venezia di alcuni reparti Schiavoni che si stavano imbarcando, sconvolge i Patrizi. Al grido di "sia mandata la Parte" (votazione) le decisioni sono approvate.
In Piazza San Marco, Bocchesi e Schiavoni innalzano ancora una volta il Gonfalone della Serenissima.
CHI ERANO QUESTI SCHIAVONI?
Gli Schiavoni venivano ingaggiati da ufficiali detti capo-leva. Il contratto di arruolamento aveva la durata di sei anni. La statura minima per l'accettazione era di m. 1.62, e l'età dai 17 ai 40 anni.
Erano suddivisi in 11 reggimenti, contraddistinti dal nome del colonnello, o del centro di reclutamento più importante da cui provenivano gli effettivi.
Ogni reggimento era composto da nove compagnie, salvo quello di Signo. Ne aveva undici, per la maggior importanza del territorio di leva che comprendeva Signo, Spalato, Salona e Clissa.
Ogni reggimento era formato da 485 uomini, per cui ciascuna compagnia risultava di 54 soldati. In tempo di guerra il loro numero era raddoppiato.
Per la formazione degli ufficiali degli Schiavoni era stata istituita a Zara, sin dal 1740, una Accademia Militare.
LA DEPOSIZIONE DELLE INSEGNE DI SAN MARCO IN DALMAZIA
A ZARA
Il 1° luglio 1797, verso le ore 15, alla Cittadella ed in Piazza delle Erbe, vennero ammainate le insegne di San Marco.
I vessilli, raccolti da due capitani, e con la scorta di alcune compagnie in armi, furono portati in Piazza dei Signori, dov'erano schierate le Milizie Veneziane.
Le insegne, affidate al sergente generale Antonio Stratico, furono prese in consegna da due colonnelli, uno dalmata ed uno veneziano.
Da Piazza dei Signori, fra il tuonare delle artiglierie, lungo la Calle Larga, seguite dai reparti in armi e dal popolo tutto, vennero portate nella Cattedrale di Sant'Anastasia, e poste sull'Altar Maggiore.
Narra Lorenzo Licini, testimone oculare, che "nel terminare della funzione ascese sulla detta ara il sergente generale Antonio Stratico, che con lacrime baciò le indicate venete bandiere, il che fu eseguito da tutti gli Offiziali nazionali [dalmati] ed italiani, al numero di 160: ai quali seguì quantità di popolo dell'uno e dell'altro sesso; e talmente delle lacrime rimasero bagnati i vessilli, come se fossero stati immersi nell'acqua, quali si conservano nella sacrestia".
A PERASTO (Bocche di Cattaro)
2 mesi più tardi era il 22 agosto 1797, il conte Giuseppe Viscovich, capitano di Perasto, deponendo nella chiesa le insegne di San Marco, alla presenza di tutte le milizie e di tutto il popolo, pronunciò un discorso, considerato il più sentito addio alla Serenissima pronunciato in tutti i suoi domini:
“In sto amaro momento, che lacera el nostr cor, in sto ultimo sfogo de amor, de fede al Veneto Serenissimo Dominio, al Gonfalon de la Serenissima Republica, ne sia de conforto, o cittadini, che la nostra condotta passata e de sti ultimi tempi, rende non solo più giusto sto atto fatal, ma virtuoso, ma doveroso par nu.
Savarà da nu i nostri fioi, e la storia del zorno farà saver a tutta l’Europa, che Perasto ha degnamente sostenudo fin a l’ultimo l’onor del Veneto Gonfalon, onorandolo co sto atto solenne, e deponendolo bagnà del nostro universal amarissimo pianto.
Sfoghemose, cittadini sfoghemose pur, e in sti nostri ultimi sentimenti coi quali sigilemo la nostra gloriosa carriera corsa sotto al Serenissimo Veneto Governo, rivolgemose verso sta Insegna che lo rappresenta, e su de ela sfoghemo el nostro dolor.
Par trecentosettantasette anni le nostre sostanze, el nostro sangue, le nostre vite le xe stae sempre par Ti, o San Marco: e fedelissimi sempre se avemo reputà Ti con nu, nu con Ti; e sempre con Ti sul mar nu semo stai illustri e vittoriosi.
Nissun con Ti ne ha visto scampar, nissun con Ti ne ha visto vinti e spaurosi! E se i tempi presenti, infelicissimi per imprevidenza, par dissension, par arbitri illegali, par vizi offendenti la natura e el gius de le genti, non Te avesse tolto da l’Italia, par Ti in perpetuo sarave le nostre sostanze, el nostro sangue, la vita nostra e, piuttosto che vederTe vinto e desonorà dai toi, el coraggio nostro, la nostra fede se avarave sepelio sotto de Ti!
Ma za che altro no ne resta da far par Ti, el nostro cor sia l’onoratissima to tomba, e el più puro e el più grande to elogio le nostre lagreme!”
Il conte Viscovich, deposte le insegne, s'inginocchiò davanti all'Altare, e rivolto al pronipote che gli era accanto, disse: "Inzenocite anca ti; Annibale, basile, e tiénile a mente per tutta la vita".
Così molti anni dopo, nel 1849, un conte Annibale Viscovich di Perasto prende viva parte alla difesa di Venezia contro gli austriaci, presidia il ponte di Terraferma, comanda il brigantino "Bravo" e poi la corvetta "La Veloce". Buon sangue non mente.
FEDELTÀ A VENEZIA - 156 NO ALLA FRANCIA
Elenco "degli Ufficiali esistenti in Zara che non prestarono giuramento di fedeltà alla nazione, essendone stati formalmente ricercati".
Nel 1797, dopo la caduta della Serenissima e l'avvento a Venezia dei francesi, molti Dalmati in armi in un primo momento non risposero all'appello di Napoleone che chiedeva loro l'adesione alla nuova "nazione". La "nazione" era la Francia di Napoleone che, in guerra con l'Austria, aveva occupato Venezia dopo gli sconvolgimenti politici prodotti in Europa dalla rivoluzione francese. In Istria e Dalmazia non solo i militari, ma anche magistrati e nobili si rifiutarono di riconoscere il nuovo governo francese:
Alberti Gio. Stefano
Aldeman Pietro
Alerich Zorzi Girolamo
Allacevich Pietro
Almerigotti Antonio Maria
Anton (d') Aurelio j.
Balbi Gio.
Barbarich Marco
Barbarich Claudio
Barbarich Girolamo
Barbarich conte Niccolò
Battaglini Luigi
Battaglioni Giovanni
Becich Niccolò
Begna Andrea
Bellafusa Marcantonio
Bellafusa Pietro
Bembo Giorgio
Benvenuti Gio. Antonio
Benvenuti Vincenzo
Berengo Antonio
Bezzi Giacomo
Bezzi Giuseppe
Bianchi Angelo
Bianchi Giuseppe
Boghetich Niccolò
Bolis Girolamo
Bontempo Carlo Giuseppe
Bubich Marc Antonio
Buri Alfonso Pietro
Burovich Alessandro
Caldana Gio. Maria
Calegari Antonio
Califi Angelo Maria
Carrara Alessandro
Carrara Felice
Castelli Tommaso
Cernizza Andrea
Ciprico Alessandro
Coda Giovanni
Coda Vincenzo
Conti Caterin
Contieri Francesco
Contuzzi Gio. Battista
Corner Pietro
Costa Gio. Battista
Costacchi Andrea
Costacchi Pietro
Cottini Francesco
Cristianopolo Paolo Vincenzo
Cuccola Luigi
Dabovich Andrea
Dalzio Girolamo
Dandria Marin
Davila Enrico
Doda Marcancantonio
Facco Francesco
Facco Kadal
Fantina Pasqual
Ferro Antonio
Filaretto Zuanne
Fontana Giustin
Fregonere Vetor
Gera Alvise
Ghisi Vettor
Gialinà Emanuel
Gialinà Pietro
Giuppani Gio. Antonio
Giuppani Giacomo
Gocolin Spiridione
Grilli Michiel
Gregorj Brùnoro
Grubsich Pietro
Gualdo Niccolò
Guidi conte Francesco
Guidi Pietro
Guidi Vincenzo
Legarde (de) Stefano
Leoni Stefano
Locateli Antonio
Locateli Pietro
Lodoli Girolamo
Lugo Giovanni
Lupi Giacomo
Lupi Giorgio
Magnanini Gio. Battista
MainaZuanne
Malfatti Giacomo
Mantovani Giorgio
Marangoni Cesare
Marin Dandria Zuanne
Medin conte Gio. Alvise
Medin Lorenzo
Metrovich (Mestrovich) Mattio
Matutinovich Gio. Battista
Michieli Vitturi Vincenzo
Milloscuich Lorenzo
Mitrovich Antonio
Mitrovich Spiridion
Medi Giacomo
Medin Francesco
Medin Luca
Mitrovich Zorzi
Molin Pietro (de)
Moretti Luigi
Morisini Niccolò
Nachich Gio.
Niccolò Nardi
Vincenzo Orsich
Angelo Paganelli
Cicavo don Grazio
Paravia Zuanne
Perugini Camillo
Rinaldi Luigi
Rivanelli Fabio
Rizzi Paolo Emilio
Rodolfi Aurelio
Roglich Stefano
Petriccuich Zuanne
Pindemonte Alessandro
Porovaz Zorzi
Quareo Mattio
Rachich Michiel
Resich Gio. Battista
Rizzardi Gio Maria
Rosa Giacomo Antonio
Rosani Paolo
Scuttari Marcantonio
Sigiloretti Vincenzo
Solari Michiel
Solima Giuseppe Simon
Soranzo Lazzaro
Soranzo Silvestro
Sorari Giuseppe
Stipanovich Niccolò
Stratico conte Antonio
Taneschi Domenico
Tebaldi Andrea
Tebaldi Gio. Battista
Tironi Paolo
Tonnemir Pompeo
Uganin Luigi
Ulastò Zorzi
Valenti Gaetano
Valerio Iseppo
Vecchietti Giacomo
Vecchietti Pietro
Viscovich Agostin
Vitaleschi Giuseppe
Vucetich Zorzi
Vuchinvich Zuanne
Vucichievich Zuanne
Vuscovich Giacomo
Zanoni Andrea
Zapich Alberto
Zavoreo Francesco
Zavoreo Leoni
Zecch Missovich Francesco
Zola Alvise
Zullati Niccolò
Fonte: dalmatitaliani.org
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.