Giovanni Andrea Dalla Zonca (Dignano, 4 agosto 1792 - Dignano, 27 novembre 1857) è stato un letterato, storico, politico italiano, tre volte podestà della città di Dignano, autore del Vocabolario dignanese-italiano, pubblicato dal CRS di Rovigno nel 1978, a cura di Miho Debeljuh.
La nobile famiglia dei Dalla Zonca è d'origine bergamasca: soltanto al principio del settecento abbiamo notizie del trasferirsi d'un suo ramo in Istria, dove viene aggregato all'albo dei nobili di Pola. A Dignano la famiglia si distinse subito e fu tra le prime, e possiamo ricordare almeno un altro Giannandrea Dalla Zonca, giudice a Venezia e poi direttore politico a Pola e vice-prefetto dell'Istria durante il periodo napoleonico.
Venendo al Nostro, che nacque a Dignano il 4 di agosto del 1792, Egli passò tutta la sua vita in paese e la dedicò indefessamente a servirlo. Più volte si assunse la responsabilità podestariale, e l'ultima si indusse ad abbandonare l'ufficio solo perché colpito da mal di cuore. I suoi interessi eruditi riguardarono questioni storiche, dalla toponomastica antica agli usi paesani, e specialmente la lingua. Stancovich si rivolgeva a lui per avere una traduzione in dialetto dignanese della parabola del «Figliuol prodigo» per una raccolta di testi dialettali da pubblicarsi a Torino. Dalla Zonca la fornì con sollecitudine e diligenza, e da allora sentì lo stimolo a continuare per suo conto gli studi linguistici.
Contemporaneamente collaborava assiduamente alla unica rivista culturale di quegli anni, «l'Istria» diretta da Pietro Kandler, ancor oggi utile fonte di tante notizie storiche. Su questo periodico comparvero le lettere aperte d'argomento etnografico dirette a Tommaso Luciani, e nacque lentamente tra i due grande amicizia fondata sul comune amore per le cose locali. Luciani, l'attivissimo patriota albonese, raccoglieva notizie storiche e linguistiche valendosene per pubblicazioni che valessero a suscitare negli italiani tutti la conoscenza e la simpatia per l'Istria. Egli seguiva con interesse le ricerche del Nostro: sappiamo così dal Luciani stesso che Dalla Zonca scrisse sonetti in dialetto dignanese e altri ne tradusse dall'italiano, come tradusse tutta la commedia delle «Donne gelose» del Goldoni, poi pubblicata nell' Archivio glottologico italiano di G.I. Ascoli. Raccoglieva intanto parole, frasi, modi di dire dignanesi, finchè si accinse a preparare un vero e proprio «Vocabolario del dialetto di Dignano» con la relativa grammatica.
A quest'improba fatica Egli dedicò molti anni, con speciale intensità dopo il 54, quando la malattia lo costrinse al riposo e all'inattività.
Migliaia e migliaia di schede si accumulavano sul suo tavolo, cui egli dava ordine e completamento con l'aiuto del compatriota ed amico Antonio Bonassin. Le sue fatiche non valsero tuttavia a dar forma definitiva allo immenso lavoro che è rimasto incompiuto.
Nel novembre del '57 il Dalla Zonca soccombette ad un altro assalto apoplettico, lasciando grande rimpianto di sè in quanti lo avevano conosciuto. Luciani lo disse «di nobile sentire, di spiriti generosi, di idee larghe, per forza e grandezza d'animo a nessuno secondo; amico a tutta prova leale, cittadino integro, vigilante, operoso, istriano del patrio decoro e progresso quant'altri mai zelantissimo». E non piccolo elogio.
Secondo il desiderio dell'estinto, i suoi numerosi manoscritti vennero affidati all'illustre amico Tommaso Luciani. Questi, che era stato vicino all'Autore con consigli ed incoraggiamenti, considerò suo dovere custodirli gelosamente e possibilmente pubblicarli, il che tuttavia non gli riuscì. I lavori inediti del Dalla Zonca (gli inediti sono i molti articoli comparsi su «l'Istria» dal '46 al '49), conservati più tardi nella Biblioteca provinciale dell'Istria, erano i seguenti: il vocabolario dignanese, un abbozzo di grammatica, la dialettale annotata versione delle Donne gelose, quattro sonetti originali ed alcune versioni.
Il suo vocabolario fornisce un ricco materiale per la storia della parlata dignanese e quindi per lo studio degli strati linguistici romanze in Istria. L’interesse verso questa parlata crebbe verso la fine del XIX secolo, che venne battezzata “istrioto” dal grande linguista goriziano Graziadio Isaia Ascoli (1829-1907).
Coscienzioso fino allo scrupolo, paziente e disinteressato, il Dalla Zonca va additato quale esempio di buon cittadino, che al suo paese diede l'opera sua civile reggendolo e difendendone gli interessi da Podestà, mentre con lo studio mirava a conservare il patrimonio glottologico, segno dell'italiana sua origine e del suo italiano destino.
Ha una strada a Dignano e nel 2007 le autorità cittadine hanno posto una targa commemorativa sulla sua casa natale.
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