Pietro Nachini (noto anche con i cognomi di Nacchini, Nachich, Nachik, Nakik e Nanchini; Bulich, febbraio 1694 – Conegliano, 16 aprile 1769) è stato un organaro italiano.
Nachini, il più celebre costruttore di organi della scuola veneziana settecentesca, nasce in Dalmazia nel febbraio 1694; all'età di diciotto anni entra nel convento dei frati minori osservanti di Sebenico, prendendo il nome di fra Paolo. Alcuni anni dopo si trasferisce a Venezia, dove prosegue gli studi teologici, matematici e di architettura con padre Pietro Antonio Foresti e dove inizia a occuparsi di strumenti a canne. Nel 1729 chiede e ottiene che gli sia riconosciuta nulla la professione religiosa, diventando cosi prete secolare; nello stesso anno forma una società organaria con i sacerdoti Bortolo Peretti e Giovanni Pierantoni, ma pochi mesi dopo questo sodalizio si scioglie e Nachini inizia l'attività indipendente aprendo la propria bottega a Venezia in Barbaria delle Tole nelle vicinanze del convento di S. Francesco della Vigna.
Grazie alla sua attività e maestria nella lavorazione, riuscì a diventare nella sua epoca il principale costruttore d'organi a Venezia, in Istria e in Dalmazia e nei territori circostanti.
Nel 1737 acquista a Corno di Rosazzo una casa di villeggiatura oggi nota con il nome di villa Nachini Cabassi; nella vecchiaia, affidata la conduzione della bottega all'allievo Francesco Dacci (1712-1784), si stabilisce assieme alla sorella Anna in maniera più stabile a Corno, facendo costruire nel 1761 anche un oratorio privato. Nel 1763, росо tempo dopo la morte del patriarca Daniele Dolfin suo protettore, vende ai nobili cividalesi Pontotti la villa di Corno di Rosazzo e tutti i possedimenti terrieri, abbandona il Friuli esi trasferisce a Conegliano, dove muore il 16 aprile 1769.
La sua produzione artistica comprende 2 clavicembali e oltre 500 organi, numeri ragguardevoli che documentano un'attività intensa, raggiunta con la collaborazione di validi operai e collaboratori. Gli organi superstiti sono vivi testimoni dell'alto livello artistico raggiunto dal maestro dalmata: come rileva lo studioso Renato Lunelli, la fonica. dei suoi organi risulta orientata verso il completamento della famiglia dei registri con. canne di diametro largo, con l'inclusione ormai definitiva del registro chiamato Cornetta. Si deve al Nachini l'introduzione del sistema di collocare le ance davanti alle canne di prospetto: è questo un accorgimento che fa parte delle sue semplificazioni, introdotte nella struttura meccanica dell'organo, concretato in un sistema perfetto di catenacciature.
Nel giugno 1751 concede in uso a Francesco Dacci i propri attrezzi per la lavorazione degli organi, lo delega a firmare contratti e a dirigere la bottega veneziana; dall'anno seguente i contratti e le iscrizioni poste sopra le tastiere portano le firme di entrambi gli organari. Con il 1763, a causa delle precarie condizioni di salute, termina la sua partecipazione diretta nella costruzione e montaggio degli organi; nei suoi ultimi anni di vita si limita a sostenere gli allievi (Dacci, Callido, Da Re) fornendo loro consulenza e protezione, senza comparire in alcun contratto o riscuotere somme di denaro.
Le sue opere ancora esistenti nelle diocesi friulane si trovano a San Giorgio al Tagliamento (fabbricato intorno al 1738), Lusevera (1743, numero d'opera 84, proveniente da un convento di Farra d'Isonzo e transitato per Cormons), Reana del Roiale (1746 op. 101, da un convento trevisano), Pozzo di Codroipo (dalla chiesa udinese di S. Spirito), Piano d'Arta (da S. Lucia di Udine), nel duomo di Pordenone (1749 op. 137), a Muzzana del Turgnano (1750 op. 158, da S. Maria Maddalena di Udine), Madrisio di Fagagna (1752 op. 174, da Tricesimo), Nogaredo di Corno (1755, dal duomo di San Daniele), Latisana (1758) e Fogliano (1763, dal convento udinese di S. Francesco della Vigna e transitato per Romans d'Isonzo). Di notevole interesse storico, per la presenza dell'originale organo tergale, è il grande strumento in cornu evangelii del duomo di Udine. portato a termine nel 1751; l'organo contrapposto in cornu epistolae (1745 op. 100, già in origine a due tastiere), danneggiato durante la prima guerra mondiale, è stato modificato da Beniamino Zanin nel 1920 e ricostruito da Franz Zanin nel 1969.
Uno dei suoi primi organi (1734) si trovava nella chiesa dei Domenicani a Cividale:
acquistato nel 1810 dal parroco di Brazzano é in seguito andato disperso. A Udine gli si può attribuire il piccolo organo della chiesa di S. Maria di Castello, forse proveniente dalla parrocchiale udinese di S. Giacomo, mentre risultano dispersi gli organi del monastero di S. Maria dei Sette Dolori in borgo Pracchiuso (1744) e della chiesa domenicana di S. Pietro Martire (anteriore al 1753). Per la cittadina di Tarcento aveva costruito con Dacci due organi, compiuti nel 1761: il più piccolo si trova nella chiesa della Madonna del Giglio e dopo i gravi danni sofferti per il sisma del 1976 è stato restaurato e ampliato dalla ditta Zanin di Codroipo con l'aggiunta di un organo tergale. L'altro organo, di più ampie dimensioni, si trovava nel duomo tarcentino e dopo essere stato trasferito nella parrocchiale di Flaipano è stato distrutto dal terremoto. Uno dei suoi ultimi strumenti era quello del duomo di Tolmezzo (1763), dove una parte delle canne ancora esiste, inserita in uno strumento a trasmissione elettrica della ditta Zanin.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.