Il 5 maggio 1945 alcuni ragazzi si erano organizzati per manifestare contro l’occupatore jugoslavo distribuendo dei volantini con lo scopo di catturare l’attenzione del generale americano Mark W. Clarke il quale aveva preso alloggio presso l’allora Hotel de la Ville, (l’edificio tra il Palazzo Carciotti e la Chiesa greco-ortodossa di San Nicolò) sulle Rive. L’intenzione dei giovani era quella di far capire agli Stati Uniti che Trieste voleva essere italiana. Mentre percorrevano l’attuale Corso Italia, giunti all’incrocio con l’attuale Via Imbriani, si trovarono al cospetto di una ronda di titini i quali li abbatterono a raffiche di mitragliatore. La versione costruita ad hoc per motivare la strage fu quella di “scongiurare il rischio di un rigurgito fascista”. Giovanna Drassich, Claudio Burla, Carlo Murra, Graziano Novelli e Mirano Sancin, furono solo le prime vittime acclarate di quei 40 giorni di occupazione jugoslava
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